Finalmente questa giornata di scuola era giunta al termine. Ero stufa di stare seduta su quella dannata sedia, e venire presa sott'occhio da tutti. La campanella suonò, sistemai le mie cose nello zaino e uscì letteralmente correndo, da quella classe asfissiante. Il corridoio era già pieno di studenti, alcuni si facevano i cavoli propri, altri invece si facevano quelli miei... visto le occhiatacce che mi lanciavano.
Non avevo amici, ero sempre una specie di lupo solitario, nessuno mi stava accanto, nessuno si sedeva con me in mensa all'ora di pranzo..nessuno. Sono sempre stata una tipa a cui le cose scivolavano addosso, ma qualche volta avrei voluto anch'io qualcuno a cui confidare le mie cose, a cui confidare il mio stato d'animo. Avevo mio padre si, lui mi voleva un gran bene, teneva davvero a me...ma alcune cose sentivo di non potergliele confidare. Volevo un'amica, una a cui confidare i segreti, una che mi volesse davvero bene, una che non mi giudicasse insomma.
All'improvviso sentii qualcosa di freddo scivolarmi addosso, sentii tanti piccoli brividi sulla pelle, il mio naso percepì un odore acre di fragola. Alzai lo sguardo e notai Ryan Adams con un bicchiere in mano, il bicchiere era vuoto visto che aveva buttato tutto il suo contenuto addosso a me. Non era solo, con lui c'erano tantissimi studenti, alcuni ridevano, altri riprendevano la scena con il cellulare, altri mi guardavano come se fossi il mostro più brutto di tutti. Forse lo ero per davvero. Lacrime calde si fecero strada sulle mie guance. Stavo piangendo davanti a tutti. Che idiota sono.
Presa dalla vergogna abbassai lo sguardo, e scappai a gambe levate da quel posto orribile. Uscì fuori fregandosene di tutto e tutti, e mi scontrai contro qualcosa di duro, caddi a terra come una cretina e chiusi gli occhi presa dalla paura.
<<Signorina...>>
Quella voce. Aprii gli occhi di scatto e mi alzai alla velocità della luce.<<Signor James...>>
Mi guardò dalla testa ai piedi con un sopraccio alzato <<Cosa diavolo è successo?>>
<<Che vuole dire?>>
<<Le sue condizioni. È tutta sporca, e sa di fragola. Cosa è successo?>>
Si avvicinò ancora di più tanto da averlo a pochi passi dal viso, mi scrutò per bene con i suoi occhi glaciali.Quello sguardo mi metteva in soggezione, ogni volta che posava i suoi occhi su di me, perdevo la ragione.
<<Ehm nulla...avevo preso un frullato, poi sono caduta per terra non guardando dove mettevo i piedi e boom...il frullato per magia mi è scivolato tutto addosso..>> dissi io vaga.
Non volevo dire la verità. Non volevo che sapesse dei miei problemi qui a scuola.
Cercai di non guardalo in faccia, così abbassai lo sguardo sulle mie scarpe, ma lui con due dita mi alzò il mento verso di lui.<<Pensi che io sia così stupido? Dimmi cosa diavolo è successo lì dentro oppure, non risponderò delle mie azioni. Decidi tu.>> disse rabbioso a un passo dal mio viso. Mi stava dando del tu. Wow.
<<Signor James per favore...>> Lo supplicai cercando di fargli cambiare idea. Non volevo dirgli quello che mi era stato fatto, non volevo che si mettesse in mezzo, perché loro avrebbero fatto sicuramente di peggio.
<<Bene, allora sai cosa? Adesso fermerò qualcuno e mi farò dire cosa diavolo ti è successo e perché sei concitata così. Ti va bene o evitiamo tutto questo teatrino e me lo dici tu stessa?>>
Sospirai in preda ai nervi e decisi di svuotare il sacco...tanto che poteva succedere?
<<Un mio compagno mi ha buttato addosso un frullato di fragola.>>
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My Bodyguard
ChickLitDea Davis. 18 anni. Vive a Los Angeles. Figlia di uno degli imprenditori più ricchi e famosi della città. Non le è mai mancato nulla, tranne una cosa: l'amore materno. L'unico punto di forza che ha sempre avuto nella vita, è stato suo padre. Dea sin...