Erano trascorsi esattamente tre giorni dalla serata a casa dei Di Laurentis, ed erano esattamente tre giorni che io ero chiusa in camera mia senza vedere né mio padre né il Signor James.
Non avevo abbastanza coraggio per guardare negli occhi, la causa di ogni mia emozione. Più pensavo a lui, più il mio cuore iniziava a battere a un ritmo incontrollato. Sono giorni che non faccio altro che pensare a lui, alla sua voce, ai suoi occhi che cercavano di scavarmi dentro, ai suoi modi...stavo letteralmente impazzendo per lui, e non era un bene. Non so bene cosa provavo, però sentivo che qualcosa sentivo. Disagio? Ansia? Paura? Non so bene, però ogni volta che lui era accanto a me, io sentivo il cuore scoppiare fuori dal petto. Smetti di pensarci stupida.
Mi girai e rigirai nel letto, e il mio sguardo si posò sulla grande finestra nella mia stanza. Era sera ormai, non ci avevo nemmeno fatto caso. Era davvero passato così tanto tempo? Cercai di alzarmi ma una vibrazione mi fece fermare all'istante, spostai lo sguardo e presi il cellulare in mano. Lo accesi e notai una notifica "Festa a casa di Ryan Adams, siete tutti invitati." CHE?!
Sgranai gli occhi e mi guardai intorno spaesata, mi chiesi il perché dell'arrivo di questo messaggio. Io non avevo amici in quella scuola, anzi, non avevo amici proprio da nessuna parte. Forse era una trappola per me? Sperai con tutto il cuore di no, non gli era bastato lo "scherzo" di giorni fa a scuola? Se ci penso, ancora oggi sento l'odore snervante di quel brutto frullato alla fragola. Basta pensarci, non ci vado.
Non voglio andare là e continuare a essere lo zimbello di tutti, quindi rimarrò a casa, come è giusto che sia. Posai il cellulare sul comodino di fianco a me, e mi distesi di nuovo nel letto mettendo le braccia sotto la testa. Forse ero una delle poche che rimaneva a casa il sabato sera, ma meglio stare qui nel mio letto caldo che lì, in quella trappola mortale.
Sbuffai, perché doveva essere tutto così difficile? Io volevo essere solo una normale adolescente di diciassette anni, con tanti amici e invece...sono qui, sola e con una voglia altissima di piangere. Cavolo.
Gli occhi presero a bruciarmi, li strofinai con un dito ma peggiorai solo le cose visto che, una lacrima traditrice scese lungo la mia guancia. Non dovevo piangere, lo so, però come potevo cercare di essere forte se non lo ero per niente? Sin da piccola la vita mi ha sempre messa a dura prova, mi ha sempre buttata per terra, e io? Mi sono sempre rialzata anche con le ginocchia sbucciate, ma l'ho sempre fatto.
E adesso invece...mi sento come se non avessi le forze anche per respirare. Mi alzai con il busto e osservai il mio riflesso nello specchio di fronte a me, ero messa davvero male, i capelli scompigliati, due occhiaie profonde sotto gli occhi e una maglia sporca di salsa. Si, avevo appena mangiato un hamburger con un sacco di salsa ma dettagli.
Questo era anche un altro dei miei problemi, non dovevo mangiare così tanto, io non dovevo mangiare tutte queste cose grasse. Avevo paura anche solo ad avvicinarmi alla bilancia, non volevo vedere quei numeri in aumento. Sono un fottuto disastro.
Un'altra lacrima mi solcò il viso e in quel momento, decisi che era ora di cambiare. Dovevo iniziare a vivere, a essere diversa, a essere più aperta alle nuove opportunità. Forza Dea, puoi farcela.
Mi alzai velocemente dal letto e corsi in bagno, chiusi la porta dietro di me ed entrai in doccia. L'acqua calda a contatto con la mia pelle mi fece rilassare tutti i muscoli, e ne fui grata. Dopo quindici minuti abbondanti, uscì dalla doccia e mi legai un asciugamano sul corpo bagnato, nemmeno mi guardai allo specchio che corsi in camera e mi fiondai dritta davanti l'armadio.
Non sapevo bene cosa mettere, avevo tanti di quei vestiti che ogni volta mi perdevo letteralmente. Con le mani spostai avanti e indietro gli abiti e ne notai uno in particolare, lo presi tra le mani e lo posai sul letto. Era letteralmente perfetto. Era un abito nero corto fin sopra le ginocchia e io lo adorai all'istante. Tolsi l'asciugamano e indossai l'abito facendo attenzione a non rovinarlo, mi girai in direzione dello specchio e fissai con occhi seri il mio riflesso.

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My Bodyguard
Literatura FemininaDea Davis. 18 anni. Vive a Los Angeles. Figlia di uno degli imprenditori più ricchi e famosi della città. Non le è mai mancato nulla, tranne una cosa: l'amore materno. L'unico punto di forza che ha sempre avuto nella vita, è stato suo padre. Dea sin...