Chapter 5

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La mattina dopo mi alzai con un pò più di felicità ed energia, appena fuori dalle mie calde coperte in pelliccia grigia scesi di sotto a vedere se Jade era già andata via, ed effettivamente era cosi.

Svogliata ma comunque energetica e felicità iniziai a preparare un semplice caffè con dello zucchero e mangiare 3 biscotti al cioccolato fatti dalla mia amica.

Mi alzai appena finito bevendo l'ultimo sorso della bevanda con della caffeina all'interno e corsi di sopra a vedere l'orario sull'orologio appeso al muro: erano le 9:30.

Di fretta mi andai a lavare sotto le ascelle e le parti intime per poi spruzzare il mio deodorante analcolico alla fragola, misi un jeans a zampa di elefante a vita bassa e un top a fascia anche se facevano -1 gradi sul serio, e poi ovviamente misi una felpa sopra grande con la zip completamente nera.

Spazzolai i capelli e mi lavai i denti per poi mettere delle scarpe ballerine nere ai piedi e fare una coda bassa con un elastico che si rispecchiava nei toni dei miei capelli neri.

Alle 10 con qualche minuto in più aggiuntivo scesi le scale perchè Tom era qui fuori, aprii la porta e presi la borsa frettolosamente per poi salutarlo con un cenno del capo, fece la stessa cosa.

Entrammo nella sua macchina e arrivammo al bar 2 minuti dopo, nessuno dei due durante il viaggio aveva proferito parola se non sguardi. In superficie.

"Cosa vuole lei?" si riferì la cameriera appena ci sedemmo al tavolo ben pulito e con delle piantine finte sopra.

"Un cappuccino va bene." mi guardò facendomi un occhiolino

"E tu?" si girò verso di me guardandomi in modo scocciato e masticando nervosamente la sua gomma alla menta che emetteva dei rumori di merda.

"Anche io un cappuccino" dissi nel suo stesso modo guardandola con occhi socchiusi, sbuffò e poi se ne andò a prendere ordini da altre persone, spero non torni più.

"Gelosa?" sempre gelosa devo essere?
"Chi mi guarda male non avrà uno sguardo contrario." dissi giocherellando con il laccio della mia felpa.

Lui ridacchiò un pò e stessa cosa io, dopo un pò di silenzio arrivarono i nostri ordini e li consumammo in silenzio.

"Comunque stasera do una festa a casa mia e ci sarà tanta gente, vuoi venire?"
"Per me va bene." quelle parole mi uscirono di bocca, che cazzo ho detto?
"Perfetto, alle 19 ti passo a prendere cosi possiamo stare un pò insieme." un pò insieme?

A quella frase arrossii e annuii leggermente per poi finalmente pagare il reso a me dovuto, mi aveva appena detto che voleva passare del tempo con me e mi aveva invitata ad una festa? Dio.

Real Mind- Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora