"Quindi vi siete rimessi insieme." Jade spezzò quell'immane silenzio con voce fredda, che si era creato la sera stessa visto che il pranzo l'ho mangiato a casa dei gemelli.
"Si." dissi semplicemente io non alzando lo sguardo dal piatto e imboccando la pasta da lei cucinata.
Improvvisamente si alzò dalla sedia facendola strusciare sul piccolo rialzo con due scalini che sperava il salotto e la cucina e mi diede uno schiaffo.
"Ricorda bene queste parole Allyson, vi farò lasciare a tutti i costi." questo lo disse con piena rabbia negli occhi mentre io ero rimasta senza parole e sbalordita dal suo gesto che aveva appena compiuto senza un valido motivo.
"Tu sei una psicopatica!" lanciai il piatto addosso a lei ma presi il muro, il piatto si ruppe in mille pezzi mentre la pasta era tutta spiaccicata sul muro.
"Non sono psicopatica, sono gelosa!" prese il
suo piatto e me lo lanciò addosso sporcandomi i vestiti.La presi per i capelli aprendo la porta e le sue chiavi di casa, la lanciai fuori da quest'ultima facendo ricadere il suo mazzo di chiavi sulla faccia facendola uscire un pò di sangue da delle ferite dovute allo strusciamento delle chiavi dal suo volto e chiusi la porta a chiave.
Corsi immediatamente di sopra a prendere il telefono e chiamai la polizia digitando frenaticamente i tasti per poi mettere il telefono all'orecchio treamdno.
"991 qual'è la sua emergenza?" un'assistente dalla voce femminile raggiunse pochi secondi dopo la mia linea.
"Qualcuno è entrato in casa mia e ha lanciato dei piatti e del cibo, mi ha aggredito anche qualche giorno fa.. la prego mandate qualcuno! Sta cercando di entrare in casa.." feci finta che la persona di cui stavo parlando non la conoscevo quando in realtà c'ero cresciuta."Ok signorina come ti chiami?"
"Allyson Climbarck.."
"Bene Allyson, dove vivi?"
"Clobury street 49, la seconda casa a destra.." continuai io con voce tremante."Ora Allyson, chiudi bene tutte le finestre e porte che hai nella tua abitazione e resta al piano di sopra in chiamata con me, la polizia sta arrivando." emisi un suono affermativo scendendo di corsa le scale chiudendo tutte le finestre e la porta retro per emergenza, oppure che usavo quando tornavo a casa ubriaca.
Improvvisamente la chiamata si staccò e sentii le sirene da lontano avvicinarsi sempre di più e la stanchezza arrivarmi fino al cervello facendomi piano piano, accasciare sul pavimento in parquet rivestito con un tappeto di pelucchi grigi e i miei occhi si chiusero sotto il chiaro di luna e le sirene sotto casa.
Spazio autrice
Ecco i casini che arrivano..
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Real Mind- Tom Kaulitz
DiversosMilioni di persone attaccate ad un palco. Mi dava fastidio il modo in cui prendeva le donne da un braccio mentre con l'altro vagava il loro corpo, un bruciore quasi. E ora siamo ad un cena? -a book written by svevuzzalovessu