9• Bad Boy?

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🐺

La guardo salire in macchina e salutare dal finestrino. Forse dovrei parlargli e chiarire la questione di ieri sera. E dirgli che di Julia non me ne frega un bel niente.

Prendo la giacca e la indosso, sistemando la camicia blu notte al di sotto.

«Dove vai?» domanda mia madre seduta sul divano.

«Esco con Alan e alcuni amici, non aspettarmi sveglia.»

Apro la porta, salgo in auto e chiamo Alan, che risponde subito.

«Gabriel, ma dove sei?»

«Sto arrivando. Tu, piuttosto, sei con i ragazzi?» Metto il vivavoce mentre guido.

«Sì, ti stiamo aspettando nel garage di Tom.» Sotto fondo, sento parlare ad alta voce.

«Alan, ma chi parla così forte?» chiedo cercando di sentire meglio.

«È Harry.»

Appena sento il suo nome, mi salgono i nervi.

«Coglione...» sussurro.

«Non ho sentito, cosa hai detto?»

«Niente, Alan, arrivo.» Chiudo la telefonata e mi dirigo verso il garage di Tom.

Arrivato lì, trovo alcuni miei amici giocare a carte seduti sul divanetto, affianco parcheggiata l'auto del padre di Tom.

«Eccoti, finalmente.» Mi batte il cinque Alan con un sorriso sornione.

«Sedetevi e facciamo una partita.» Uno dei ragazzi si rivolge a noi prendendo il mazzo di carte.

Una giocata a poker non mi farebbe male, anzi, forse mi distrae. Harry viene vicino al tavolo, sedendosi di fronte a me.

Come non detto, quel coglione si è andato a mettere proprio di fronte a me.

Nel momento in cui iniziamo a giocare, uno dei ragazzi mostra il telefono a Harry.

«Guarda che bellezza.» dice quest'ultimo.

«È da scopare.» risponde Harry con un sorriso guardandomi.

Qualcosa dentro di me mi dice che quella foto sia Eleonora.

«Di chi parlate?» dico a denti stretti.

«Della tua amichetta.» Getta una carta sul tavolo.

Io stringo le mie tra le mani, che per poco non le strappo dalla rabbia, le getto anche io sul tavolo.

«Poker d'assi!» esclamo. «E comunque, levati dalla testa Eleonora, te l'ho detto già l'altra sera.» Stringo la mandibola dalla rabbia.

«Hai barato, Gabriel.» Si alza dalla sedia. «E poi, tranquillo, mi passo lo sfizio e te la riporto indietro.» Ride di gusto.

Mi alzo senza dire una parola, lo guardo dritto negli occhi stringendo il pugno.

«Se ci arrivi.» gli dico, per poi sferrare un destro.

Meccanica D'amore || RomanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora