11• Drunk

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Bevo l'ultimo sorso di alcol che rimane nel bicchiere e getto il contenitore a terra, dove capita.

Ormai ubriaca, cerco di alzarmi dalla sedia, ma i miei sforzi sono vani. «Ehi, piano.» dice un ragazzo che mi regge per non farmi cadere.

«Oh, grazie. Ho bevuto un po'.» Scoppio a ridere senza motivo, una risata che riempie il caos della festa.

Lui sorride. «Sei qui da sola?»

«No, in realtà no. Sono con la mia amica.» rispondo, mettendo distrattamente una mano sulla spalla del ragazzo. «Ma ora non so dove sia...» Mi guardo intorno, con un fare goffo e confuso. «C'è anche il mio migliore amico, se così lo vogliamo definire... Quello stronzo!»

Il ragazzo mi guarda interdetto, come a dire: "ma dove sono finito?" Beh, come biasimarlo? Si trova davanti una biondina ubriaca marcia, che è quasi al sesto bicchiere di alcol, in una festa piena di ragazzi, mentre si lamenta del suo ipotetico migliore amico.

Direi che la situazione è davvero top.

«Ah, capisco, come si chiama questo tuo "amico"?» chiede, mimando delle virgolette alla parola "amico".

«Gabriel Harris!» urlo ridendo, lanciando un’occhiata al suo volto.

«Oh, lo conosco. Guarda è lì.» Indica un punto della terrazza, ma io vedo tutto sfocato. «Ti porto da lui.» Mi prende per le mani e mi aiuta a camminare piano.

«No, no! Non mi portare da lui! Sai, prima mi ha baciata e poco fa l'ho visto baciare un'altra!» dico tutto d'un fiato, ormai non stavo capendo più niente.

«Questi sono affari vostri,» risponde, avvicinandomi a Gabriel, che si volta. «Amico, questa ragazza parla di te, te l'affido.» Mi lascia tra le sue braccia e io mi sento come se il mondo stesse crollando.

«Ma che ci fai tu qua?» Gabriel mi guarda scioccato, non si aspettava di trovarmi lì.

«Stai zitto!» urlo. «Non toccarmi!» Sposto le sue mani dai miei fianchi, sentendo un misto di rabbia e confusione.

«Sei ubriaca!»

«E quindi? Che vuoi...?» Lo spingo via e mi allontano velocemente verso la folla, lasciandolo lì, incredulo.

Entro nella parte coperta della terrazza, dove c'è una mini cucina, un frigo bar, un tavolo e dei divani. Noto che alcuni si baciano, altri bevono e alcuni giocano. La musica è così alta che sembra che la mia testa stia per scoppiare.

Nel caos della festa, mi accascio su una sedia vicino al tavolo, cercando di far passare la testa che mi gira. Prendo una bottiglietta d'acqua dal frigo bar e ne bevo un lungo sorso, sperando che mi aiuti a riprendermi un po'. Mi guardo intorno, cercando di concentrarmi sulla gente, ma tutto sembra così sfocato e lontano.

Decido di restare seduta lì, per riordinare i miei pensieri e capire cosa fare dopo quella scena imbarazzante con Gabriel. Mentre cerco di raccogliere i frammenti della mia dignità, sento improvvisamente una voce familiare accanto a me.

«Ti va un po' di compagnia?» mi chiede Alexis, con cui sono arrivata alla festa. La guardo con un misto di gratitudine e imbarazzo, ma accetto il suo aiuto.

«Ti prego, sì!» rispondo, cercando di non sembrare troppo disperata.

Ci sediamo insieme al tavolo, e lei mi porge un bicchiere d'acqua. «Che diavolo è successo?» mi chiede, preoccupata.

Cerco di riassumere la situazione tra un singhiozzo e l'altro, mentre lei ascolta attentamente. Quando finisco, scuote la testa con un sospiro. «Gabriel è proprio un tipo problematico,» commenta. «Ma non farti rovinare la serata. Dobbiamo solo concentrarci su di noi e divertirci, okay?»

Annuiamo entrambe, e cerco di mettere da parte i pensieri negativi. Con l'aiuto della mia amica, mi concentro su di lei e sulle altre persone intorno a noi. Cerco di godermi il resto della festa, nonostante io sia ancora ubriaca.

Il bere l'acqua non ha aiutato molto, e mentre cammino tra i ragazzi che si piazzano davanti a me, la musica forte mi gira la testa e inciampo come se i miei piedi si fossero attorcigliati tra loro.

Sto per sbattere la faccia contro un tavolo, ma qualcuno mi prende al volo tra le sue braccia, evitando il peggio.

È Gabriel, e mi guarda preoccupato. Mi metto una mano in fronte, tenendomi la testa dal dolore. Rimango seduta sul tavolo, dove poco prima stavo per cadere, e lui mi guarda senza distogliere lo sguardo, mettendomi una mano sul viso.

Non mi fa aprire nemmeno bocca, anzi, mi bacia subito, piegandosi verso di me e il tavolo. Ci baciamo appassionatamente, più della sera precedente, finché il mio essere ubriaca svanisce e torno lucida.

Pensai che tutto questo stava iniziando a diventare davvero imbarazzante. Baciarmi su un tavolo davanti a tutti, in una festa dove non avevo nemmeno tanta voglia di andare...

Ma soprattutto baciata dal mio migliore amico d'infanzia...

«Ma che stai facendo?» dico, allontanandomi e toccandomi le labbra gonfie dal bacio.

Cosa pensa, che stasera si bacia con chi gli pare?

Mi guarda confuso, senza dire niente. Mi alzo dal tavolo arrabbiata, mentre tutti ci guardano. Me ne vado da lì e cerco Alexis.

La trovo che parla con un gruppetto di ragazzi e ragazze, così la tiro verso di me. «Mi dispiace, ma Alexis viene via con me.» dico, afferrandola per un braccio.

«Ma, El.» dice lei, sorpresa.

«Dobbiamo andare via.»

«Ancora? Ma te l'ho detto, lascia perdere Gabriel e divertiti!» Sta per voltarsi di nuovo, ma la rigiro.

«No, cioè sì, c'entra lui, ma è successa una cosa, dobbiamo andarcene.»

Lei mi guarda interrogativa, saluta tutti e mi segue a ruota verso la porta.

Cerco di non farmi più trovare da Gabriel, così passo dietro tutti e finalmente sloggio da quella festa.

Quando mi trovo finalmente sola e fuori da quel posto con Alexis, le racconto quanto successo prima.

«Aspetta, mi stai dicendo che tu stavi per cadere, lui ti ha presa e poi vi siete limonati sul tavolo!?»

«Esatto,» sospiro forte, sentendomi ancora in imbarazzo.

«Ma Gabriel si droga? Perché non si spiegano i suoi atteggiamenti da ritardato.» Alexis si siede e con le mani mima il gesto di qualcuno fuori di testa, scoppio a ridere, ma il dolore è ancora presente.

Subito, il mio telefono vibra in tasca. È un messaggio da Gabriel.

Gabriel:
Perché ti stai comportando in questo modo?

Lui lo chiede a me? Assurdo!

Decido di non rispondere e di tornare a casa da quella assurda serata.

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Meccanica D'amore || RomanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora