CHAPTER FIVE

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CALUM'S POV

Mancavano due settimane e la scuola sarebbe iniziata. Riuscivo a ricordare quasi tutti i professori delle otto scuole che avevo cambiato per via del "problema": tra bullismo, professori che non accettavano questo trauma, altri che invece mi guardavano sempre con quello sguardo compassionevole che il piú delle volte cercavo di ignorare, alla fine mi rintanavo nel bagno piú vicino e loro arrivavano, loro arrivavano sempre.

Mi spingevano contro il muro e mi picchiavano.
"urla, stronzo, voglio sentire che voce ha un frocio che non parla da anni"

Ricordo tutti i bagni in cui mi hanno picchiato, cioé in tutti i bagni disponibili di tutte e otto le scuole...

C'é un record? Potrei vincere qualcosa se racconto queste cose a qualcuno?

No, non ci pensavo nemmeno. Lo avrei superato, come sempre. Bastava del ghiaccio, tanto fondotinta e farsi notare il meno possibile.

Ormai conoscevo la routine a memoria e nessuno ha mai capito nulla. Non che a qualcuno interessasse.

Lucas frequentava la mia stessa scuola. Questa cosa urlava "PROBLEMI" da tutte le parti,ma poco importava: non mi volevo liberare di lui e lui non voleva andar via.

Quando l'ho allontanato lui é tornato e da una settimana passa due o tre ore al giorno con me.

Il piú del tempo stiamo in camera a non far nulla, lui canticchia delle canzoni che passano dal mio i pod mentre mi abbraccia.

Martedí abbiamo cucinato i pancakes e Elisa li ha mangiati con noi quando é tornata dall'ospedale. Quando Luke se ne andato per gli allenamenti Elizabeth mi ha obbligato di "parlare con lei" ovvero noi due seduti sul divano con lei che mi diceva che Luke le sembrava un bravo ragazzo e che avrei dovuto aprirmi con lui, ma non illudermi che lui potesse capirmi completamente.

"Al diavolo!" Pensai.

Quel ragazzo mi parlava come nessuno aveva mai fatto. Quel ragazzo mi guardava, mi ascoltava.

Ascoltava il casino che avevo in testa e me lo leggeva negli occhi: allora mi abbracciava e passava tutto. Era quello che mi serviva.

Sabato sera non aveva gli allenamenti, allora restò di piú con me in camera. Durante la settimana mi aveva aiutato con gli ultimi scatoloni rimasti; in uno c'erano delle luci, di quelle che metti intorno all'albero. Stavo per posarle quando Luke mi fermò.

"Abbelliamo camera tua."

Le passò sul contorno delle mensole e poi sul comodino e infine sulla testata del letto. Si allontanó, spense la luce ed il buio calò nella stanza.

Mugolai lamentandomi, non vedevo piú i suoi occhi, i due fari luminosi che mi guidavano nel buio. Lo sentii ridacchiare a quel mio comportamento cosí infantile; poi le lucine si accesero e lo vidi poco lontano da me, seduto sul letto con accanto l'ipod collegato alle casse. Premette play e la voce di Ed Sheeran invase la stanza.

Era All of the stars e Luke Robert Hemmings (avevo fatto le mie ricerche da bravo stalker) stava camminando verso di me. Mi arrivò davanti e mi prese le mani, portandosele prima alle labbra, baciandole, poi dietro il collo, dove le allacciai saldamente.

Poi le sue grandi mani afferrarono saldamente, ma con dolcezza, i miei fianchi e poggiò la fronte alla mia. Il resto chi se lo ricorda, erano tutte emozioni contrastanti.

Ricordo che abbiamo ballato, che la mia testa é finita sul suo petto e che profumava di buono. Ricordo la sensazione del mio cuore che voleva esplodere tante delle emozioni contrastanti.
Lucas era un continuo:

THE SOUND OF SILENCE || CAKE ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora