CHAPTER THIRTEEN

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CALUM'S POV

Quelle ultime settimane di scuola prima del ballo erano passati velocemente: passavo molto più tempo con Luke, Ashton e Gem. Quasi ogni sera Luke ed io cenavamo assieme a casa mia dato che mio padre aveva i turni fino a tardi e il tirocinio di Beth spesso finiva anche a notte fonda se c'erano casi gravi o studiava con i compagni di corso.

Lucas era terrorizzato di lasciarmi solo. Più di una volta Michael mi aveva seguito nei bagni e mi aveva picchiato, ma il preside a chi avrebbe creduto? A quello che non aveva parlato per anni o a suo figlio?

Poche ore prima del ballo ero a casa, con Gemma in camera mia a sbraitare contro i suoi capelli che non ne volevano sapere di restare lisci. Mi alzai e le presi la piastra dalle mani, ripetendo le azioni che vedevo fare quasi sempre da mia sorella; grazie al cielo i capelli colorati di Gemma divennero una massa di spaghetti, esattamente come voleva lei.

"Emozionato?" Mi chiese posando il suo cellulare. Sicuramente si stava scambiano dei messaggi con Ash che era nella casa accanto a prepararsi con Lucas.

"Per il ballo? Nah" Risposi stringendomi nelle stalle, passando la piastra su una ciocca ribelle.

"Sarà una splendida serata, Cal. Te lo prometto."

"Non con Michael in giro. Luke starà sull'attenti tutto il tempo."

"Credimi, non penserà minimamente a voi. Gli ho spedito una sorpresa ieri e probabilmente resteranno a casa a divertirsi stasera." Ridacchiò lei guardandomi dallo specchio e facendomi un occhiolino che mi fece corrugare ancora di più la fronte. "Non preoccuparti, moretto. Goditi la serata e soprattutto il dopo serata.. So che qualcuno in questa stanza non dormirà solo,mh?"

Arrossii violentemente e tolsi la piastra dalla presa.

"Oh dai sto scherzando, Calum. Su infila le scarpe e non scordare la giacca, i ragazzi sono fuori che ci aspettano" Lanciò un gridolino ed io ridacchiai.

Allacciai le scarpe e mi avvicinai alla finestra. Potevo vedere perfettamente Mr. Hemmings parcheggiare la sua macchina nel mio vialetto, scendere dall'auto in tutto il suo splendore, stretto nei suoi skinny neri, con la pelle candida coperta da una camicia nera abbottonata fino all'ultimo bottone e un giubbino di pelle a coprirlo dall'umidità della sera.

Mi morsi il labbro alla vista del mio ragazzo. Lo sfigato arrivato all'ultimo minuto si era preso il capitano della squadra di calcio della scuola. Lui aveva scelto me ed io non potevo ancora crederci. I miei pensieri forse erano così rumorosi che Luke mi scoprì alla finestra e mi sorrise in quel modo che riservava solo a me.

Gli sorrisi di rimando con il labbro ancora intrappolato tra i denti ed il cuore a mille e le lacrime agli occhi e tutto il mio corpo non reggeva i brividi che scivolavano nelle vene.

Presi la mia giacca nera, allacciando l'ultimo bottone della camicia bianca che io e Luke avevamo comprato una settimana prima. Presi le chiavi di casa e scesi le scale, trovando tutti in salotto assieme a mio padre e mia sorella.

"Cal, vieni? Tua sorella insiste per una foto insieme."

Aprii appena le labbra e poi annuii avvicinandomi a lui afferrando la mano che mi porgeva, sotto lo sguardo lucido di mio padre che si alzò per prendere la macchina fotografica sul camino e accenderla.

"Sorridetemi voi due!"

Nascosi il viso nel petto di Luke per non scoppiare a ridere alle facce ridicole di Luke. Sentii vari scatti e poi la mano del biondo sul mio fianco.

THE SOUND OF SILENCE || CAKE ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora