𝑨𝒕𝒕𝒐 𝑽 𝒔𝒄𝒆𝒏𝒂 𝑰 (𝑀𝑒𝑟𝑐𝑜𝑙𝑒𝑑𝑖́)

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«Baby, I'm preying on you tonightHunt you down, eat you aliveJust like animals»

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«Baby, I'm preying on you tonight
Hunt you down, eat you alive
Just like animals»

Mercoledì
Verona/Big Garden
30 Febbraio
H:22:06


Mi guardai attorno e tornai con lo sguardo su mio padre.

«Qui è bellissimo papà, ma dove stiamo andando di preciso?» chiesi curiosa.

Lui mi sorrise, facendomi fare una giravolta, «Non preoccuparti, lo saprai presto» gli strinsi la mano e continuai a camminare, guardando il paesaggio cambiare davanti ai miei occhi.

«Ti piace Verona?» annuii entusiasta, con lui mi permettevo anche di ridere.

Mi portò davanti ad una casetta, «Sali le scale e chiudi gli occhi quando arrivi in cima» alzai le spalle e obbedii.

«Puoi aprirli» sorrisi e lo feci, ma sgranai gli occhi quando capii che quello davanti a me non era mio padre.

«Tyler?».



Aprii gli occhi di scatto, stringendo le lenzuola fra le mani con forza.

Mi tirai a sedere, stropicciandomi gli occhi con la mano destra.

«Ma che cazzo» sussurrai confusa dal sogno fatto. Sempre se così potevo chiamarlo visto che assomigliava più ad un incubo, per come la pensavo a quel tempo.

Accesi la bajour sul comodino e mi alzai in piedi, ancora assonnata.

«Mano, non adesso» mormorai con voce impastata.

Presi in mano il cellulare e guardai l'ora. Erano le due e mezza di notte.
Notai una notifica da un numero sconosciuto e curiosa la aprii.

Vediamoci domani sera alle dieci, accanto al Big Garden

Sbuffai rumorosamente, poggiando con ben poca delicatezza il dispositivo sulla scrivania.

«Ma vaffanculo Galpin» sibilai fra i denti, decisa a rifiutare l'invito.

Sapevo come sarebbe andata a finire se lo avessi rivisto, e non potevo permettermi di infrangere la mia promessa.

Non era un tipo che si arrendeva, a quanto pareva.
E la cosa mi infastidiva non poco.

Ci ero già caduta una volta nella tentazione, e si poteva guardare come era andata a finire.

Non sapevo benissimo se volevo sentire quello che aveva da dirmi, anche perché cosa mai avrebbe dovuto dire?

I fatti parlavano più che chiaramente, noi due non facevamo altro che fare del male a noi e agli altri, quando eravamo insieme.

E io ero stanca di soffrire.
Avevo deciso di lasciarmi tutto alle spalle e ripartire da zero, avendo come punto di riferimento soltanto la mia famiglia.

𝑪𝒐𝒎𝒆 𝑹𝒐𝒎𝒆𝒐 𝒆 𝑮𝒊𝒖𝒍𝒊𝒆𝒕𝒕𝒂 ᵐᵉʳᶜᵒˡᵉᵈⁱ́ˣᵗʸˡᵉʳDove le storie prendono vita. Scoprilo ora