ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ɪx

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«Stando a quello che ha detto Aris, deve essere lì che sono diretti» stava spiegando Thomas, quella stessa sera, indicando il punto che aveva cerchiato sulla mappa, dove presumeva ci fosse la città di cui gli aveva parlato «È lì che troveremo Minho» aggiunse fissando intensamente Vince, che gli stava davanti, l'unico che doveva convincere veramente ad ascoltarlo «Portiamo chi riesce a combattere, seguiamo la strada se si può... ci vorrà una settimana» concluse sperando che l'uomo si fidasse ancora una volta di lui.

Ma il biondo scosse leggermente la testa «Una settimana?» ripeté scettico mentre le sopracciglia gli si corrugavano pericolosamente «Ci abbiamo messo sei mesi per arrivare qui. Ci sono più di cento ragazzi adesso e non possiamo restare qui in eterno, soprattutto dopo quello che abbiamo combinato» gli fece presente duramente. Gli sembrava piuttosto scontato che non potevano concedersi il lusso di riprovarci, anzi, dovevano togliersi di torno alla svelta, per non vanificare ciò che erano riusciti a fare, perché di sicuro WICKED era già sulle loro tracce «Tu vuoi raggiungere un punto a caso sulla mappa? Non sai nemmeno cosa c'è lì» asserì cercando di mettergli un po' di sale in zucca. 

«Io lo so» si intromise Jorge entrando nella sala delle riunioni, immersa nella penombra grazie alle lampade e le torce sparse per la stanza. Lentamente avanzò con le mani in tasca, perso tra i ricordi «È passato qualche anno ma... ci sono stato. L'ultima città, così la chiamava WICKED... Era la loro base operativa» raccontò fissando la mappa e poi il giovane «Se quella città esiste ancora, è l'ultimo posto in cui andare, hermano» dichiarò affiancando Vince per guardare a sua volta bene in faccia Thomas «È la tana del lupo»

«Niente che non abbiamo già fatto» ribatté al suo posto Cal con noncuranza, sciogliendo l'intreccio delle braccia sotto il seno e staccandosi dalla scrivania dove c'era la ricetrasmittente «Se uniamo le forze possiamo farcela» aggiunse intanto che passava tra Fry e Newt e si fermava al fianco del moro. Sapeva che le probabilità erano contro di loro, eppure non se la sentiva di condannare l'asiatico e tutti gli altri ragazzi ancora prigionieri di Ava Paige. Dovevano fare qualcosa e non voltarsi dall'altra parte.

«Si ma con mesi di progettazione, informazioni affidabili, l'elemento sorpresa... tutte cose che non abbiamo ora» esclamò Vince quasi furibondo. Tra tutti, lei era proprio quella che non doveva parlare, non aveva dimenticato, e mai lo avrebbe fatto, cosa aveva provato a fare al treno poche ore prima e non le avrebbe più permesso di muoversi senza di lui.

Thomas, grato di avere qualcuno dalla sua parte, immediatamente replicò «Vince, ci ho pensato bene e puoi almeno starmi a sent-»

Ma l'altro lo interruppe sbattendo una mano sul tavolo «Ehi, l'ultima volta che abbiamo agito senza organizzarci ho perso tutto! Ve lo ricordate?» ringhiò rivolto principalmente ai due che aveva davanti, i più testardi, ma anche con gli altri ragazzi presenti nella stanza. Non sapeva cosa ne pensassero, non stavano parlando, limitandosi ad ascoltare, tuttavia preferiva mettere le cose in chiaro anche con loro. Capendo di aver colpito il tasto giusto, Cal si era scambiata uno sguardo con Helen e Brenda mentre Thomas aveva sospirato abbassando il capo in modo colpevole -ovviamente non lo era-, aggiunse con tono più affabile «So che si tratta di Minho, lo so... ma non chiedermi di mettere in pericolo tutti quei ragazzi per un solo uomo... perché non lo farò» 

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