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^ - simbolo che indica la visione esterna della storia,ovvero raccontata da un narratore.

-LOUIS-

Harry è bellissimo.

Le sue lunghe ciglia riposano sulle guance,la bocca color ciliegia è socchiusa,ed i ricci sono sparsi sul cuscino.

Le sue braccia circondano ancora il mio busto,infondendomi un senso di sicurezza e protezione,quello di cui in questo periodo ho davvero bisogno.

Ieri sera,come a mio solito,mi sono lasciato andare.

I ricordi offuscati della mia mente,susseguono sempre le stesse immagini.

Il coma.

La discoteca.

Harry che mi porta a casa.

Harry che dorme con me.

Lentamente mi districo dalla presa del riccio e prendo il cellulare dal comodino,ignorando i numerosi messaggi.

Vorrei davvero restare con lui,ancora in quel letto,ma non posso.

Fortunatamente riesco a trovare un pezzo di carta ed una penna,dove scrivo:

Grazie per tutto,Harry.
Sei stato davvero dolce.
Se mi cerchi,sono in ospedale da mia madre.
-Lou

Facendo attenzione a non creare nessun rumore,mi avvio verso la porta di casa,la quale apro ed in seguito chiudo alle mie spalle.

-HARRY-

Quando mi sveglio,noto l'altra parte del letto vuota,e non posso far altro che rimanerne un pó dispiaciuto.

Pigramente mi alzo,con ancora gli occhi socchiusi.

Leggo il biglietto lasciato da Louis,mentre mi precipito in cucina per fare colazione.

Opto per una tazza di cioccolata e biscotti,con un bel fanculo alla dieta.

Dopo aver lavato i denti,mi vesto velocemente,e mi dirigo verso la mia macchina.

Nella mia testa,ronza ancora quel mi piaci tanto del castano.

Sorrido come un ebete mentre ripenso a quella scena.

Prima di andare all'ospedale,decido di fermarmi dal fioraio.

I fiori mettono sempre di buon umore.

Ed io voglio seriamente far stare meglio il mio Louis.

-LOUIS-

Appena varco la soglia dell'ospedale,mi avvio verso il reparto di neurologia a passo deciso.

Sto per aprire la porta dove "alloggia" mia madre quando un'infermiera mi ferma.

"Mi scusi signore,ma l'orario di visite inizia alle undici"-dice.

"Sono suo figlio,non potrebbe farmi entrare comunque?"-riprovo.

"Nessuna eccezione"-pronuncia-"torni più tardi"

Detto questo si allontana,svoltando nel corridoio destro.

Sbuffo,mentre attraverso la vetrata,posso vedere Johanna,con gli occhi chiusi e miriadi di fili attaccati a lei.

È una visione malinconica,triste.

Vengo riscosso dai miei pensieri dalla voce di un ragazzo.

"Ehi Louis"-sorride.

"Ci conosciamo?"-mormoro confuso.

"Diciamo che ieri sera abbiamo parlato in discoteca,mi hai lasciato il tuo numero e mi hai detto che ti avrei trovato qui"-pronuncia-"Sono Stan"

"Ah,ora ricordo!"-esclamo-"devo esserci andato davvero pesante ieri"

"Abbastanza"-dice-"Ma non sono venuto qui solo per vederti"

Lo vedo torturarsi le labbra,apparentemente nervoso.

"E per cosa allora?"

Lo scruto attentamente,incontrando i suoi occhi.

Lo vedo fissarmi la bocca ,e prima che io possa fare qualcosa,mi bacia.

Qualcosa,in quello stesso momento, cade per terra.

Un mazzo di rose giace inerme sul pavimento.

Cerco di spingere via Stan dalle spalle,facendo forza sulle braccia,ma ormai è troppo tardi.

Troppo tardi perché gli occhi di Harry si riempiono di lacrime mentre scappa da quella scena,che sicuramente vorrebbe cancellare dalla sua mente.

^

Ed è strano come una persona appena conosciuta possa diventare la causa sia del tuo sorriso,che della tua distruzione,pensa Harry.

È strano affezionarsi così tanto a qualcuno,da credere che per l'altro sia lo stesso.

È strano vedere la persona,di cui si è inconsciamente innamorati,baciare un altro,pensa Harry,mentre altre lacrime solcano il suo viso.

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Ehi!
Iniziano a vedersi i problemi,ma in fondo,la vita non è sempre rose e fiori.
Finalmente ho finito gli esami (sono uscita con dieci,yeeh),così posso dedicarmi di più alla storia.
Alla prossima,
-Lu :)

Call me Siri|Larry.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora