Sabato 15 marzo 2003

33 5 2
                                    

Sfruttammo quella mezza giornata per starcene a spasso, nonostante forse non fosse il suo ideale di pomeriggio. Migrammo in fretta verso i giardini Margherita, lasciandoci cadere su un tavolino di un chiosco, lo stesso in cui ero stata assieme a Lorenzo nella mia prima scampagnata fuori appartamento a Bologna.

«Non vedevo l'ora di essere fuori casa. Tanto sai come è la mia situazione dentro. Pensa che a Natale hanno fatto a testa e croce per chi doveva ospitarmi a pranzo.»

Rise quasi di gusto, scuotendo la testa.

«Non credo che si possa arrivare ai tuoi livelli, ma un pranzo di Natale a casa mia non è così più rilassante, con diciotto persone che cercano di metterti in difficoltà perché rappresenti i giovani d'oggi che rovineranno il mondo.»

«E ti chiedono come vanno gli esami a tre mesi dall'inizio» aggiunsi facendo la faccia orripilata.

Raddrizzò un po' il busto, abbassò leggermente la zip della felpa XXL e fece correre gli occhi su alcuni ragazzi che passavano correndo o a spasso con il cane. I suoi occhi sembrarono, con il prosieguo dei minuti, sempre più attirati dal viavai, specialmente maschile, a cui dispensava ampi sorrisi, toccandosi un po' troppo spesso i capelli.

Non dico che mi innervosii, ma mi dispiaceva vederla perdere in fretta interesse per il dialogo, preferendo gli omini che ricambiavano il suo interesse.

«A parte gli scherzi, come ti va, lontano da casa?» provai a chiederle, per tenerla con i piedi per terra.

«Non mi dispiace affatto. Ho i miei tempi, e a parte le discussioni in appartamento, per lo meno non ho obblighi di svegliarmi o di dover studiare con scadenze quasi giornaliere.»

«Passi molto tempo a casa, in rete.»

«Si, purtroppo gli amanti del cosplay sono molto pochi, il modo perfetto per stare in collegamento sono i forum e MSN, o Trillian.»

«Ma quindi ti vesti completamente dal tuo personaggio, in alcuni casi? Ma dove trovi i costumi?»

«Ci sono negozi che hanno contatti con il Giappone, da dove arrivano materiali e accessori, poi li assemblo e li adatto perché stiano meglio addosso e poi ci vado alle convention, o eventi tipo Lucca Comics.»

«E nonostante questo, riesci a stare bene al passo con l'università?»

«Direi di si, o almeno spero» poi guardò l'orologio, «dici che quei due hanno finito?»

«Simone, a proposito di cartoni animati giapponesi, sembra uno di quei personaggi infoiati» mi misi a ridere della mia stessa battuta, guardando il pomeriggio di marzo che digradava lentamente verso la sera.

«Stefy, non ascoltare troppo Cinzia: un fosso si fa con due sponde» mi disse, con un tono piuttosto disincantato «A loro piace così; se a lei non piacesse così il sesso, non ci starebbe così continuamente con lui.»

«Te la ricordi quando aveva le madonne in camera?» tirai fuori dalle pieghe della mente.

«Eh, adesso invece si limita a urlare "Oddio!" Per rimanere in tema di divinità» disse, sorniona.

Avrei voluto abbracciarla per quei momenti che mi sembravano terribilmente simili a prima del fattaccio, quando eravamo amiche del cuore, e tutto il resto era da venire ancora.

«Dovremmo passare qualche pomeriggio in più assieme, adesso che viene la primavera. Io me lo sono passato bene questo pomeriggio. Anche se lo scopo era far copulare Cinzia.»

«Non contarci troppo, Ste. Io sto bene per i fatti miei» mi disse, irrigidendosi, come a troncare qualsiasi mia ulteriore proposta.

Non so bene cosa mi disse il cervello. Probabilmente mi stava facendo svalvolare il fatto che continuasse a ritenermi una possibile predatrice sessuale nei suoi confronti, così feci qualcosa che era a metà strada tra punirla e convincerla.

ChimeriqueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora