Capitolo 13

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Vado a casa con Simón e mi sento confusa, come se non mi rendessi conto di ciò che è appena successo.

Mi sento come se avessi fatto le montagne russe con il giro della morte per tre giorni di fila, ora che l'adrenalina sta scendendo provo una sensazione stranissima.

"Come stai?" mi chiede lui.

"Non lo so..."

"Chi era quell'uomo?"

"Non mi va di parlarne."

"Va bene, ti lascio sola?"

"Stai tranquillo, io esco."

Voglio andare da Zulema, ho bisogno di stare tra le sue braccia e dimenticare le ultime ore.

"Dove vai?"

"Non sono affari tuoi."

Prendo rapidamente la borsetta, mi infilo in bagno e sistemo il trucco.

Perché, nonostante la giornata di merda, voglio essere bellissima per Zulema.

Il problema è che, quando arrivo a casa sua e lei apre la porta scoppio a piangere e il mio trucco, ovviamente non waterproof, mi cola sul viso facendomi assomigliare ad un panda.

"Cosa succede?" mi chiede lei, allarmata.

Non riesco a smettere di piangere, non sono in grado di parlare in questo momento.

"Che ti ha fatto quel bastardo?" chiede, palesemente riferendosi a Simón.

"Niente..." sussurro, prima di ricominciare a piangere a dirotto.

"Va bene, entra."

Piano piano riesco a calmarmi, probabilmente sono esplosa per via della tensione di oggi.

Racconto tutto a Zulema, che non mi lascia nemmeno finire il racconto.

"Io lo ammazzo, giuro che lo ammazzo." dice, più incazzata che mai.

"Lo ha già fatto Simón."

"Simón? Che strano..."

"Cosa vuoi dire?"

"Che forse sapeva tutto e ha lasciato che tu fossi in pericolo per poi salvarti e passare da eroe. Così tu abbasserai la guardia e sarà più facile per lui colpirti."

"Non lo so..."

"Fidati della tua insegnante, tieni gli occhi bene aperti e fai sempre attenzione."

"Va bene, capo." rido.

"Sono seria, non cacciarti nei guai."

Sorrido, è bello che si preoccupi così per me.

"Ti va di fare due passi?" le chiedo.

"Dove vorresti andare?"

"In spiaggia?"

"Ma siamo a febbraio..."

"Zulema Zahir ha paura del freddo?" la prendo in giro.

Se penso a quando, per molto meno, avevo paura che mi spezzasse un braccio mi sembra quasi impossibile aver creato il rapporto che abbiamo adesso.

"Vaffanculo, mettiti la giacca e andiamo." risponde, guardandomi male e ridendo allo stesso tempo.

"Magari prima mi sistemo il trucco."

Vado in bagno e penso che lei è riuscita a tirarmi su di morale, nonostante tutto.

È una cosa pazzesca, per quanto la vita possa fare davvero schifo, Zulema riesce sempre a far tornare il sole. Che, tra l'altro, è tornato sul serio dopo una giornata nuvolosa in cui aveva anche piovuto.

È proprio vero che l'amore fa miracoli.

In spiaggia ci sediamo su un asciugamano che ha portato lei, visto che la sabbia è un po' umida.

E stiamo in silenzio, guardando il mare. Ad un certo punto le appoggio la testa su una spalla e lei mi accarezza i capelli, sono felice.

Adesso capisco cosa intendeva dire Zulema tempo fa quando parlava del silenzio.

La vera complicità la trovi quando puoi stare con qualcuno e goderti quella sensazione di pace e tranquillità.

Senza disagio, senza imbarazzo, senza bisogno di parlare sempre di cazzate per riempire i vuoti.

E in questi momenti si zittiscono anche i miei pensieri e non sento più il dolore.

"Vai a prendere Isabel tra un'oretta?" chiede.

"Sì, vieni con me?"

"Va bene, ma ad una condizione."

"Cioè?"

"Vengo con te se le posso comprare delle caramelle lungo il tragitto."

"La vizi troppo."

"Qualcuno deve pur farlo."

Isi è felicissima di vedere Zulema, così tanto che corre ad abbracciare lei prima di me.

Inizia a saltellare quando, fuori dalla scuola, le dà le caramelle e le chiede di venire a casa nostra per giocare un po' e cenare con noi.

Le proponiamo un pomeriggio al parco e una cena in pizzeria, dicendole però che prima devo avvisare Simón.

"Viene anche papà?" mi chiede, speranzosa.

"Non credo, amore."

"Perché?"

"Doveva lavorare tanto in questi giorni."

E in effetti non le ho nemmeno detto una bugia. Simón è molto spesso fuori casa "per lavoro", anche se non voglio proprio sapere di che lavoro si tratti.

Mi auguro solo che abbia la decenza di non mettere in pericolo nostra figlia, ma non credo che lo farebbe.

Sia chiaro, non mi fido di lui, però penso che voglia davvero bene a Isabel.

Comunque, con il discorso del suo "lavoro" ho una scusa per non invitarlo stasera senza sentirmi una madre di merda che non pensa a ciò che è importante per la propria figlia.

Lo chiamo solo per avvisarlo che stasera io e Isi non torneremo per cena e lui non protesta, anzi ci augura di divertirci. Non gli dico che con noi verrà anche Zulema, anche se penso che lo immagini. Simón è tante cose, però di sicuro non è un ingenuo.

Ma non importa, voglio solo passare una bella serata con Zulema e la mia bambina.

Mangiamo la pizza tutte insieme e ridiamo moltissimo, Isabel adora Zulema ed è felice quando può passare un po' di tempo con lei.

"La mia mamma ti ama e anche io." dice Isi, che come sempre capisce tutto ed è la bocca della verità.

Ed è vero, io la amo tantissimo. Non credevo che fosse possibile amare qualcuno così.

Revenge ~ Volume 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora