Capitolo 19

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Un piccolo puntino bianco su uno schermo nero. Questo è mio figlio.

Con Isabel non era stato così strano, avevo già fatto il test di gravidanza e, per vari motivi, avevo dovuto aspettare un po' di tempo prima di fare un'ecografia.

Più che altro avevo dovuto aspettare il tempo minimo affinché le settimane di gravidanza si potessero confondere, avevo bisogno che Fabio credesse che ero rimasta incinta di lui.

Quando l'avevo vista era già una bambina formata, anche se piccolina.

Invece questo embrione sembra proprio una minuscola melanzana schiacciata.

Può una minuscola melanzana schiacciata cambiarti così tanto la vita?

Se penso che la mia prima idea è stata quella di abortire mi sento una cretina.

Non perché sia sbagliato e il diritto di aborto è fondamentale, ma perché io non ce la farei.

Ho visto mezzo secondo questo puntino a cui batte già il cuore ed è diventato la cosa più importante della mia vita, insieme a Isi.

Però non posso affezionarmi così, devo essere razionale e ricordarmi che è una gravidanza a rischio.

Non l'ho detto ancora a nessuno e fatico ad accettare il fatto che Simón sia il padre anche di questo bambino.

Fatico ad accettare di essere andata a letto con lui, anche se una parte di me sa che non è colpa mia. Il mio istinto mi dice che non ero affatto ubriaca, che mi ha messo della droga nel bicchiere e mi ha fatto credere che anche io volessi fare sesso con lui.

Ma non voglio approfondire. Perché se dovessi approfondire e scoprire che è andata davvero così dovrei ucciderlo, ma ho deciso di non farlo per il bene di Isabel.

Devo andare a casa a riposare, non sto in piedi.
Ho nausea e mi sento sempre stanca in questi giorni, voglio solo stare a letto.

Vado a casa, faccio una doccia rilassante e mi sdraio. Potrei guardare una serie tv per distrarmi, ma passo due ore a scorrere i titoli su Netflix senza riuscire a decidere.

In quel momento suona il campanello di casa e mi domando chi possa essere.

Riccia deve fare delle commissioni con Saray, Simón ha detto che non sarebbe tornato prima di stasera e non credo proprio che sia...

Zulema.

Oddio, è Zulema.

Bellissima come sempre, con i lunghi capelli neri più lisci che mai e il trucco sottile.

È stupenda, ma è molto più magra di prima.

Rimango sulla soglia, senza saper cosa dire e cosa fare. Sapevo che era tornata in Spagna, ma non mi aspettavo di vederla qui.

"Non mi fai entrare?" mi chiede.

"Perché dovrei?"

"Perché mi stavi aspettando con ansia."

"Sono passati mesi, anzi è passato quasi un anno... Tu sei completamente sparita."

"Avevo le mie ragioni, adesso mi fai entrare?"

Annuisco, sbuffando.

Sono molto arrabbiata con lei per avermi abbandonata e mi fa incazzare il fatto che il suo comportamento le sembri normale.

"Che cosa vuoi, Zulema?" chiedo, sedendomi davanti al tavolo della cucina, di fronte a lei.

"C'è Simón in casa?"

"Ovviamente no... Lui cosa c'entra con tutta questa storia?"

"Ti sembrerà strano, assolutamente niente."

"Va bene, però devi dirmi la verità. Perché te ne sei andata?"

"Macarena, io..."

"Non mentirmi."

Inizia a rovistare nella sua borsa, per poi darmi un foglio spiegazzato.

Leggo parole che non mi piacciono per niente e per un istante vorrei che lei mi avesse detto una bugia. Inizio a capire perché sia scappata invece che parlare sinceramente con me, lei sapeva benissimo che la verità mi avrebbe travolto come uno tsunami, senza lasciarmi via di scampo.

Zulema ha un tumore.

"Tu sei malata?" le chiedo, con la voce che mi trema.

"Sì, stavo morendo. Adesso però sembra che abbiano trovato una cura, quindi forse dovrete sopportarmi ancora un pochino."

Ora capisco, piuttosto che chiedere aiuto e ammettere di essere estremamente fragile ha preferito allontanarsi da tutto e da tutti.

"Saray lo sapeva?"

Mi sembra la domanda più semplice da fare.

"No, non l'ho detto nemmeno a lei."

"Sul serio? E se tu fossi morta quale spiegazione avremmo potuto darci?"

"Sarei semplicemente sparita."

"Io... Io non so che cosa dire..."

"Stai tremando." mi fa notare.

Ed è vero, sto tremando. Troppe situazioni, troppe emozioni tutte insieme.

"Voglio solo che tu stia bene, non mi importa se insieme a me o meno." le dico.

"Sei esattamente come mi ricordavo."

"Cioè?"

"Hai un cuore grande, Maca."

Si avvicina a me, come se volesse cercare una sorta di contatto fisico. Io, come per un riflesso involontario, mi scanso.

"Me lo spezzerai di nuovo, me lo sento."

Zulema alza le mani, in segno di resa.

"Reagirei nello stesso modo se fossi in te."

"Scusa, cerca di capirmi."

"Ti scusi anche quando non dovresti, lo facevi anche quando ti ho conosciuta."

Sono completamente bloccata, ci sono troppe situazioni aperte. Troppe situazioni che mi sembrano molto più grandi di me.

Dovrei dirle che sono incinta?

Se tra noi ci sarà di nuovo una specie di rapporto, di qualsiasi natura sia, a breve lo scoprirà. Non potrò nascondere la pancia a lungo e Zulema farà presto due più due.

Se la gravidanza andrà avanti...

E se Zulema vivrà abbastanza per vedere il cambiamento del mio corpo...

Ok, questo pessimismo è eccessivo persino per me.

Però ora non voglio parlargliene, non me la sento ancora. Voglio vedere come vanno le cose prima di raccontarle tutto.

"Potremmo provare... Non so... Ad essere amiche e vedere come va."

Nemmeno io credo alle mie stesse parole e mi sembra strano che questa proposta sia stata fatta da me e non da lei.

"Va bene, amiche." risponde, stringendomi la mano come se avesse appena concluso un affare.

La situazione è incasinata, così tanto che mi gira la testa, ma sono felice che sia di nuovo qui con me. Sperando che rimanga, questa volta per sempre.

Revenge ~ Volume 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora