Capitolo 17

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Sto cercando di distrarmi il più possibile, sto valutando l'idea di trovarmi un lavoro, mi sto dedicando tantissimo a mia figlia ed esco con Riccia molto spesso.

Stamattina abbiamo preso un caffè insieme, lei ha quasi sempre il turno di pomeriggio.

"Ti vedo strana in questo periodo." mi dice.

"No, stai tranquilla."

"È successo qualcosa?"

"Mi prometti di non dirlo a nessuno? Soprattutto a Saray?"

Esatto, ho paura che Zulema scopra che sono stata a letto con Simón.

Perché ho la speranza che torni e penso che cambierebbe opinione su di me se venisse a saperlo, ma anche perché io stessa so di aver fatto una cazzata.

Lo sto evitando da quel momento, ora più che mai. Cerco di parlargli solo per cose che riguardano Isabel e quando siamo davanti a lei per darle la serenità che merita.

"Va bene, non lo dirò a nessuno."

"Riccia, davvero."

"Promesso."

"Sono andata a letto con Simón."

"Credevo che fossi rimasta a casa con lui solo per vostra figlia."

A Riccia ho raccontato una parte della storia, anche se credo che sappia tutto e non me ne parli per delicatezza. D'altronde è grazie a lei che mi sono salvata dalla sparatoria, dato che ha parlato con Saray che ha mandato Zulema.

"Infatti è così."

"Quindi non vuoi fare sesso con lui di nuovo?"

"No, certo che no."

"Allora fai semplicemente finta che non sia successo, consideralo un incidente."

In teoria è un consiglio perfetto, in pratica non è così semplice. Se la situazione era strana e complicata già prima, ora non ne parliamo.

In quel momento mi arriva una telefonata dalla scuola: Isabel ha l'influenza intestinale.

Perfetto, così la prenderemo anche io e Simón e dovremo passare del tempo insieme a vomitare a turno.

Vado a prendere la bambina, che è bianca come un cencio e ha lo sguardo triste.

"Mamma, sto malissimo." sussurra.

Di solito è molto melodrammatica e dice così quando le cade una bambola o quando deve andare a lavarsi i denti e non ne ha voglia.

Questa volta però non sta esagerando e appena arriviamo a casa inizia a vomitare.

Le do le medicine che mi consiglia il pediatra dopo averla visitata e mi prendo cura di lei, facendole le coccole come se quello che ha non si potesse attaccare. Non mi importa se mi contagerà, voglio solo che lei stia meglio.

Quando arriva Simón lo aggiorno senza dirgli altro. Vorrei evitare di averlo intorno, ma è pur sempre il padre di Isi.

E non posso andare via perché vorrebbe dire lasciarlo da solo con lei, almeno a volte.

Passano giorni in cui io e lui stiamo a casa insieme per prenderci cura della bambina, senza rivolgerci la parola se non per questioni che riguardano lei.

Ogni tanto prova ad avvicinarsi, ma io lo evito. Sono ancora arrabbiata con lui per essersi approfittato di me quella sera, oltre a tutto il resto. E, mio malgrado, continuo a pensare a Zulema e non riesco a togliermela dalla testa.

"Pensi ancora a lei?" mi chiede Simón una sera, quando torno in sala dopo aver messo Isabel a letto.

"A chi?"

"A Zulema."

Cosa? Che significa? Lui sa di noi due?

"Tu cosa ne sai?"

"Era lei il tuo amore segreto, l'ho capito dal primo momento in cui vi ho viste insieme."

"Ti sbagli." gli rispondo, perché sento ancora il bisogno di proteggerla o ho il terrore che lui possa farle del male per gelosia.

"Comunque non sono affari miei."

"Ecco, questa è la prima cosa giusta che ti sento dire. Non sono affari tuoi, la mia vita sentimentale non ti riguarda."

Vado in camera mia, senza degnarlo di uno sguardo. Non c'è bisogno di parlare ancora con lui, non vuole proprio lasciarmi in pace.

Poi però mi viene un dubbio.

E se fosse stato Simón a far sparire Zulema?

Lei sicuramente gli avrebbe dato del filo da torcere, ma lui è così meschino e subdolo che potrebbe essere riuscito a fare qualcosa.

Esco dalla camera, come una furia.

"Che cazzo hai fatto?" gli chiedo, cercando di non urlare per non svegliare Isabel.

"Di che cosa stai parlando?"

"Di Zulema, le hai detto qualcosa per farla andare via?"

"Sinceramente, Macarena, questa volta io non c'entro. Forse non le piacevi abbastanza."

"Vaffanculo."

Torno nella mia stanza, decisa a non lasciar perdere. Appena mia figlia si sarà ripresa chiederò a Saray di farmi parlare con Zulema e capirò cos'è successo davvero, perché le sue spiegazioni non mi hanno mai convinta.

~
"Tu sei più forte di quello che credi. Lo sai, vero? Puoi farcela."

"Non è vero, Zulema."

"Ti ho trattata male di proposito e tu non hai mai ceduto, nonostante fossi già provata di tuo. Non ho mai conosciuto una persona così tenace, a parte me ovviamente."

"Ma quando avrò ucciso Simón e non potrò più pensare alla mia vendetta cosa farò? Non avrò più scuse e dovrò affrontare seriamente la mia perdita, io non posso..."

"Ascoltami." mi dice, prendendomi il viso tra le mani e guardandomi negli occhi.

"Tu starai di nuovo bene, te lo prometto." aggiunge, prima di baciarmi.

E in quel momento penso che forse starò bene davvero, prima o poi, nonostante tutto.
~

Lei mi manca. Pensavo che il tempo avrebbe guarito tutte le mie ferite, ma non è così.

Il problema è che Simón ha ragione, lui non c'entra. Zulema sta bene, ho sentito che parlava al telefono con Saray e sicuramente non si farebbe mai condizionare da qualcuno.

Ha fatto la sua scelta, devo solo accettarlo.

Revenge ~ Volume 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora