Alison's pov
Cinque mesi più tardi
<<Alison, alzati immediatamente da quel cazzo di divano!>> strilla Victoria, entrando in salotto.
<<Non sono sul divano!>> esclamo io, alzandomi di scatto e infilando in fretta il cellulare nella tasca.
Fino a quattro secondi fa stavo guardando tiktok sdraiata sul divano mentre mangiavo biscotti al cioccolato ma credo che Vi non sia d'accordo.
<<Sei già stata licenziata da ben sette lavori in cinque mesi, non puoi non fare nulla tutta mattina! Dovresti provare a fare buona impressione sul tuo datore di lavoro invece di mangiare biscotti.>> dice, scuotendo la testa.
<<Non stavo mangiando biscotti.>> mento, nascondendo la confezione dietro la schiena.
<<Sei piena di briciole, Ally.>> sospira lei.
Sto per ribattere quando Brianna entra nella stanza.
<<Hai sporcato il divano, domani è il mio turno di pulire il salotto!>> esclama.
<<Scusa.>> dico, spolverando il divano con una mano e buttando le briciole sul pavimento.
<<Alison, devi concentrarti. Non puoi perdere il lavoro dopo nemmeno un mese solamente perché scoppi in lacrime appena ti chiedono cosa facevi prima di lavorare lì.>> dice Victoria con un tono di voce molto serio.
Io scuoto la testa, sospirando e lasciandomi cadere sul divano.
<<Sapete che non riesco a tenermi un lavoro. Non faccio altro che pensare ad Alex e...>> comincio, ma devo interrompermi. Il pensiero di lui mi fa ancora soffrire.
Ricordo come iniziò la nostra storia lo scorso anno, quando a Boston cominciai a lavorare per un ristorante come cameriera.
Era il mio datore di lavoro e pian piano il nostro rapporto professionale si trasformò in un'amicizia.
Dopo qualche mese però diventammo più intimi finché lui non mi baciò per la prima volta.
Stavamo così bene insieme ed io finii per innamorarmi.
Mi sentivo speciale quando stavo insieme a lui, unica. Finché un giorno non scoprii che quello che stava facendo con me era esattamente ciò che faceva con tutte le altre ragazze appena assunte. Le seduceva e loro si innamoravano di lui per poi scoprire di essere solamente delle stupide illuse.
Questa storia terminata a maggio mi fa stare ancora così male.
Inizialmente non ci credevo e speravo che tornasse da me, poi quando ho capito che non sarebbe successo avevo deciso di non uscire più di casa.
In seguito avevo cominciato a paragonare ogni ragazzo che incontravo a lui, dicendo che non avrei più conosciuto qualcuno di così fantastico.
Ma poi ad agosto era successa una cosa molto strana.
Una sera, durante una passeggiata in spiaggia con le mie due migliori amiche abbiamo incontrato tre ragazzi, ci siamo ubriacate e li abbiamo baciati senza nemmeno conoscere i loro nomi.
E una volta tornate a casa ci siamo scambiate pareri su ciò che era successo.
Victoria pensava di non aver mai conosciuto un ragazzo così affascinante come il ricciolino e aveva finalmente ammesso che non avevamo commesso un errore a fidarci di loro.
Bri invece ha detto che il moro era davvero bravissimo a baciare e che non aveva mai dato un bacio così bello in tutta la sua vita.
In quanto a me invece non avevo pareri del genere da esprimere.
Certo, pensavo che il biondo fosse affascinante, credevo che baciasse molto bene ma soprattutto mi ero appena resa conto di una cosa importantissima: seppure solamente per una serata, seppure solamente per poche ore, io avevo smesso di pensare ad Alex.
E questo contava molto più di qualsiasi altra cosa.
Ripenso a quella notte con nostalgia e mi chiedo se rincontrerò mai il biondo.
Chissà se era qui in vacanza o se è di New York. Chissà se gli interessavo almeno un pochino oppure no.
La voce di Bri mi riscuote dai miei pensieri.
Si è seduta di fianco a me e mi ha appoggiato una mano sul braccio.
<<Dai, Ally, non pensarci. Non tornerà.>> mi dice con dolcezza.
Io alzo la testa verso di lei.
<<Ma io...>> sussurro.
<<Pensa al fatto che dobbiamo pagare l'affitto, cazzo.>> esclama Vi.
<<Lo so, però Alex...>> mormoro, ma Brianna mi interrompe tirandomi uno schiaffo sul braccio.
<<Dio cristo, Alison! Smettila! Smettila di pensarci! È un coglione, un figlio di puttana, una testa di cazzo, hai capito? L'hai capito o no?>> strilla tutto d'un fiato.
Finalmente si ferma un attimo per respirare, ma quando sta per ricominciare la sua sfuriata sentiamo una voce.
<<Ragazze, sono le 7.30 di mercoledì mattina e io vorrei dormire!>> dice una voce proveniente dal balcone.
Tutte e tre ci dirigiamo sul nostro minuscolo balconcino e ci affacciamo.
La signora Philips, l'inquilina del piano di sotto, è nel suo balcone in vestaglia e sembra abbastanza arrabbiata. Le urla di Brianna devono averla svegliata.
<<Ci scusi.>> risponde Victoria, sorridendo.
Poi si volta verso di me e mi fulmina con lo sguardo.
<<In quanto a te Alison... smetti immediatamente di pensarci.>> sibila.
Io annuisco e Bri e Vi si scambiano un sorriso compiaciuto.
Vorrei davvero che fosse facile come sembra, ma purtroppo non lo è.
Così io, Victoria e Brianna usciamo di casa per andare al lavoro.
Sia Vi che Bri stamattina devono andare a scuola mentre io ho una giornata libera, così posso presentarmi al mio ottavo colloquio di lavoro e sperare di ottenere un posto.
Ho fatto domanda come cameriera in un bar vicino alla New York University, la scuola che frequentiamo noi tre. Io seguo il corso di psicologia, Bri quello di letteratura e Victoria lingue e commercio.
È per inseguire il nostro sogno di frequentare quella università che a inizio estate subito dopo il diploma tutte e tre abbiamo abbandonato le nostre famiglie a Boston per affittare un minuscolo appartamento con una camera da letto, un bagno e una cucina qui a Brooklyn.
Non abbiamo nemmeno un'automobile, così ogni mattina siamo costrette a prendere la metro e starci per quasi mezz'ora per raggiungere Manhattan dove si trova la NYU o il posto in cui lavoriamo.
E così abbiamo fatto anche oggi.
Una volta arrivate sull'isola ci siamo salutate e loro mi hanno augurato buona fortuna con un abbraccio.
Non gliel'ho mai detto, ma mi hanno davvero aiutata molto a superare il momento difficile che ha seguito la rottura con Alex. Ci conosciamo da sette anni e non ho mai avuto occasione di dire loro quanto conti la nostra amicizia per me. Siamo come sorelle ormai.
<<Grazie ragazze. Grazie di tutto, davvero. Vi voglio bene.>> sussurro allora, durante il nostro abbraccio.
Loro si separano e mi sorridono.
<<Ti vogliamo bene anche noi, lo sai.>> dice Vi.
<<Già, buona fortuna.>> esclama Bri, stampandomi un bacio sulla guancia.
Poi dopo esserci salutate ancora una volta loro entrano a scuola mentre io mi dirigo verso il mio ottavo colloquio. Spero che almeno questa volta vada tutto bene.
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That Summer Night
ChickLit26 agosto, New York City Alison, Brianna e Victoria vogliono passare l'ultima sera della loro estate insieme, in spiaggia, ma l'incontro con tre ragazzi sconosciuti sconvolgerà non solo quella notte, ma la loro intera vita. Le tre ragazze, pur non s...