CAPITOLO QUATTRO

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Alison's pov

Mi avvicino al bar e inspiro profondamente prima di entrare. Devo trovare la forza di rispondere ad ogni loro eventuale domanda su Alex.

Leggo l'insegna scritta sulle vetrate.

"New York Cafe"

Molto originale.

Espiro, formando una nuvoletta di vapore con il mio fiato, poi finalmente entro.

Qui c'è una bella atmosfera, un torpore rilassante, soprattutto in confronto al gelido clima di gennaio che c'è fuori.

Sono già stata qui molte volte nel corso degli ultimi mesi, soprattutto dopo la scuola insieme a Bri e Vi, ma non avevo mai considerato l'idea di lavorare qui.

Mi tolgo il cappotto e lo appendo all'attaccapanni, poi mi avvicino al bancone controllando ancora una volta di essere in perfetto ordine.

Le mie unghie sono bellissime, me le ha limate Vi proprio ieri, il discorso che ho preparato insieme a Bri in metro è ancora fresco nella mia mente e l'outfit che ho scelto sembra professionale e consono ad un colloquio di lavoro. Spolvero con il dorso della mano una briciola di biscotto al cioccolato che è rimasta sulla camicetta bianca e abbasso lo sguardo per controllare se ne sono rimaste altre, continuando a camminare.

Non ce ne sono, perfetto.

Però appena alzo lo sguardo noto che sto per sbattere contro un ragazzo con in mano un vassoio.

Faccio per spostarmi, ma è troppo tardi.

Ci scontriamo e tutto ciò che c'è sul vassoio cade a terra.

Una brioche al cioccolato, un bombolone alla crema e un succo di frutta si schiantano sul pavimento, ma la cosa peggiore è che un latte macchiato gigantesco si riversa completamente sulla mia camicetta.

<<Oh mio dio!>> strillo, quando la mia pelle entra a contatto con il caffè piuttosto caldo.

<<Oh, scusa, non ti avevo vista, mi dispiace...>> comincia il ragazzo, intento a raccogliere ciò che è caduto, ma io lo interrompo.

<<Ti dispiace?>> sbraito, incazzata.

<<Calmati, è solo caffè, io non ho visto te come tu non hai visto me, porca troia.>> sbuffa lui.

Abbasso lo sguardo su di lui.

Ha i capelli biondi e non posso vederlo in faccia, ma la sua voce mi ricorda qualcuno, e pure il suo tono arrogante. Ma come osa?

<<Hai appena rovinato il mio colloquio di lavoro oltre ad avermi ustionata, quindi ti conviene...>> comincio, ma appena si alza in piedi mi zittisco di colpo.

<<Oh mio dio.>> sussurro, guardandolo in viso.

Lui solleva lo sguardo e mi osserva per un secondo, poi la sua espressione scocciata si trasforma in sorpresa.

<<Oh cazzo.>> dice.

<<Ma sei il biondo!>> esclamo, sconvolta.

È proprio lui, il ragazzo che ho incontrato a fine agosto e che pensavo di non rivedere mai più.

<<E tu sei la tipa di agosto.>> dice, altrettanto sorpreso.

<<Suppongo di sì.>>

<<Quella con il bel culo.>> mormora.

<<Come scusa?>> chiedo, sorpresa.

<<Erano solamente considerazioni personali.>> commenta, con un sorrisetto.

Io scuoto la testa e alzo gli occhi al cielo, ma in realtà sono euforica.

L'ho rivisto, l'ho rivisto davvero!

<<E che ci fai qui?>> mi chiede.

<<Cerco un lavoro. Mentre tu... beh, tu lavori già qui. Che coincidenza.>> dico.

<<Già. Beh, il mio capo è davvero gentile, non credo che gli dispiacerebbe se tu facessi un po' di ritardo. Quindi puoi usare il bagno del personale per toglierti la camicetta.>> mi propone.

<<E dopo cosa indosso?>> gli chiedo.

<<Posso prestarti la mia felpa. Parlerò io con il capo di questo nostro incidente.>> risponde.

<<Beh, allora suppongo di doverti ringraziare.>> dico.

<<Sì, devi farlo.>> replica lui.

<<Anche se è tutta colpa tua.>> gli ricordo.

<<Zitta e seguimi.>> mi ordina, appoggiando il vassoio sul bancone e facendomi strada lungo il bar fino a raggiungere il bagno del personale.

<<Ecco qui, vado a prendere la felpa, biondina.>> dice, aprendo la porta per farmi entrare in bagno.

<<Va bene, grazie. E comunque mi chiamo Alison.>> mi presento, infastidita dal soprannome che mi ha affibbiato.

<<Mh, carino. Io sono Matthew.>> risponde.

Si volta per uscire, ma prima si gira un'ultima volta verso di me.

<<E comunque preferisco biondina.>> dice, con un sorrisetto.

Io lo fulmino con lo sguardo, ma appena si chiude la porta alle spalle mi sciolgo in un sorriso.

Ma quanto è bello?

Però è proprio uno stronzo.

Fa lo stesso, non importa. Dopotutto non siamo nemmeno colleghi di lavoro, non ancora.

Nonostante questo continuo a pensarlo mentre mi sfilo la camicetta per poi metterla sotto il getto d'acqua fredda del lavandino.

Mi guardo allo specchio e noto che fortunatamente il reggiseno non si è sporcato.

Mi accorgo anche del fatto che le mie guance sono fin troppo arrossate e non credo che dipenda dall'emozione del primo giorno di lavoro.

Scuoto la testa, ma continuo a sorridere.

Però proprio in questo momento la porta del bagno si apre di scatto ed entra Matthew.

<<Oddio!>> esclamo, colta di sorpresa.

Lui sorride e si copre gli occhi con una mano.

<<Quanta gratitudine biondina. Sapevo che mi avresti ringraziato ma non pensavo che...>> scherza lui, ma io lo interrompo.

<<Zitto, Matt.>> sbuffo, strappandogli la felpa di mano.

Lui sorride e vedo che mi sta osservando attraverso le dita della sua mano, così mi volto dall'altra parte.

Infilo la felpa, ma quando mi rigiro Matt è a pochi centimetri da me.

<<Quanto pudore, biondina. Quando mi hai quasi scopato su un lettino da ubriaca non eri così timida.>> sussurra, appoggiandomi la mano sul fianco.

<<Io non...>> comincio, ma poi mi ricordo che in effetti sono salita a cavalcioni sopra di lui.

Avevo rimosso questo momento, ma a quanto pare lui no.

<<Non importa. Ero ubriaca.>> mormoro, prendendo la sua mano e spostandola dal mio fianco.

Mentre le nostre mani si separano lui trattiene più del dovuto le mie dita tra le sue e un brivido percorre il mio corpo, quasi come una scossa elettrica.

<<Allora dovresti ubriacarti più spesso.>> commenta, per poi allontanarsi e lasciarmi sola nel bagno del bar.

That Summer NightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora