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mi svegliai per colpa del rumore assordante della sveglia, questa mattina i miei amici sarebbero venuti a Milano e visto che non avevo lezione in università decisi di raggiungerli in stazione quando sarebbero arrivati.
mi alzai dal letto controvoglia, ero stanchissima perchè il giorno prima avevo fatto tirocinio fino a tardo pomeriggio, andai in bagno e mi feci una doccia veloce, mi asciugai prima il corpo e poi i capelli mettendomi poi dei vestiti comodi e facendomi un trucco leggero.
partii mezz'ora prima del loro arrivo in stazione, non si sapeva se la metro avrebbe tardato e dovevo anche passare in tabaccheria a prendere le sigarette.
presi il telefono ed avvisai Pietro che li avrei aspettati in stazione e che ero appena partita di casa per arrivare in orario ma non ricevetti risposta.
andai verso la fermata della metro, passai il mio abbonamento ai tornelli e salii sul treno scendendo poi alla fermata della stazione centrale.
prima di andare ai binari passai alla tabaccheria della stazione per prendere le sigarette, guardai il tabellone ed andai al binario 21 dove sarebbero arrivati i miei amici, arrivai giusto in tempo per vedere il treno che si stava fermando.
" quasi in ritardo " pensai tra me e me, non ero mai stata una persona che arrivava in ritardo, ma non arrivavo neanche in orario, ero quel tipo di persona che arrivava giusto al pelo.
« ciao bellezze » dissi sorridendo andando incontro ai miei amici che erano appena scesi dal treno.
« ciao nanaaa » disse Duccio venendomi incontro e abbracciandomi abbandonando il suo borsone sul pavimento.
« pippi mi sei mancato » dissi io quasi ridendo
appena mi staccai dall'abbraccio andai verso la mia migliore amica, le saltai, letteralmente, addosso, mi era mancata tantissimo  nonostante fossero solo due giorni che non la vedevo.
salutai tutti e per ultimo salutai Pietro, sembrava strano, era molto distaccato e pensieroso, mi avvicinai a lui e lo strinsi a me dandogli poi un bacio sulle labbra.
« che hai? » chiesi perplessa guardandolo
« nulla » disse solamente
si staccò da me e andò verso gli altri ragazzi lasciandomi impietrita.
« vieni amore andiamo »
Sere mi prese la mano e mi trascinò fuori dalla stazione, la reazione del biondo mi aveva fatta restare malissimo, avevo fatto qualcosa di sbagliato?
per quei giorni avrei ospitato i miei amici a casa mia quindi li accompagnai lì per fargli lasciare le loro valige.
« benvenuti nella mia dimora » dissi sorridendo dopo aver aperto la porta di casa, entrarono tutti e per ultima entrai io, feci un veloce 'house tour' ai miei amici che lasciarono le loro valige nella stanza degli ospiti raggiungendomi poi in cucina.
« avete già fatto colazione? » chiesi intenta a rovistare nella credenza in cerca di qualcosa da mangiare, il giorno prima non ero riuscita a fare la spesa e per questo non avevo molto in casa, sicuramente oggi sarei dovuta passare al supermercato o i ragazzi avrebbero mangiato pane e acqua per i prossimi giorni.
« abbiamo portato la colazione in realtà »
mi girai vedendo Marco con in mano dei sacchetti bianchi, con dentro presumo dei cornetti o qualche dolce, sorrisi e presi dei piattini dove poi il ragazzo dai capelli bianchi versò il contenuto delle buste, erano presenti dolcetti di tutti i tipi, dei biscotti e dei baci di dama assieme ad otto diversi cornetti.
« Pietro ci ha detto di prenderti quello al pistacchio, spero vada bene » disse Jack indicando una della tante brioche presenti sul tavolo.
« va benissimo, grazie - dissi sorridendo, lanciai uno sguardo verso il biondo che mi sorrise tranquillizzandomi un po' dopo quello che era successo prima - che volete da bere? ho caffè, the e latte » continuai
presi le ordinazioni di tutti i ragazzi, misi sui fornelli la caffettiera e due diversi pentolini, uno per il latte e uno per l'acqua da scaldare per il the.
i ragazzi si accomodarono sulle sedie, alcuni però finirono per stare in piedi visto che non ce n'erano abbastanza.
« se controllate qui vado a prendere una sedia in camera mia, così dovremmo starci tutti » dissi
Sere si era seduta sulle gambe di Dario lasciando quindi un posto in più ai ragazzi, ora l'unica sedia che mancava era la mia.
Andrea si mise a controllare le cose sui fornelli lasciandomi la libertà di andare a prendere la sedia senza che nessuno facesse esplodere casa, o almeno così speravo visto che non mi fidavo tanto del ragazzo dai capelli corvini.
« vuoi una mano? » una voce si fece spazio dietro di me
« è solo una sedia princi, riesco da sola » dissi ridendo
Pietro entrò nella mia stanza ed iniziò a guardarsi intorno, sembrava meravigliato dalla quantità di cosa presenti.
« li hai fatti tu? » chiese guardando i diversi quadri presenti nella mia stanza, scossi la testa spiegandogli che quei disegni erano stati fatti dalla mia cara nonnina che era però venuta a mancare da un paio di anni.
« questa stanza mi rispecchia perfettamente, sono cresciuta qui e quindi ci sono i segni di tutte le fasi che ho passato » dissi ridendo
« dovrei parlarti di una cosa rora » disse il biondo senza guardarmi, l'ansia si fece spazio dentro a me, sapevo che fosse successo qualcosa, si capiva da come si era comportato in stazione.
« ragazzi il caffè è pronto, venite prima che si raffreddi » disse Marco interrompendo la conversazione che in realtà non era nemmeno iniziata
« ne parliamo dopo » dissi velocemente
presi la sedia e mi diressi verso la cucina seguita dal biondo.
« hai già iniziato l'università? » chiese Dario sorridendomi
annuii addentando il mio cornetto al pistacchio, incredibile come Pietro si fosse ricordato anche del mio gusto preferito di questo.
« sta andando bene? » chiese Sere tenendo in mano il suo cornetto alla nutella, non avevo mai visto la mia amica cambiare gusto, era sempre quello che prendeva.
« abbastanza dai, è stancante ma cerco di dare il meglio - dissi sorridendo - mi hanno detto che però potrei finire prima, dipende da quante ore faccio giornalmente » continuai
« prima quanto? » chiese Pietro mettendomi una mano su una coscia
« starei qui due mesi in meno, ma niente è sicuro »
« fai tutte le ore che puoi rora, almeno torni a casa » disse Duccio fissandomi
« madonna lasciatela respirare » disse Andrea parlando per la prima volta da quando avevamo iniziato a fare colazione, devo dire che lo ringraziai mentalmente, mi sentivo molto pressata in quel momento
« parliamo di altro dai, quando andate a registrare? » chiesi ai ragazzi per cambiare discorso
« dobbiamo essere da Pietro per le dodici, ci becchiamo per pranzare insieme e poi nel pomeriggio registriamo » disse jack
annuii solamente, questo pomeriggio sarei voluta restare con Sere, quindi le chiesi se le andava di stare con me per farmi compagnia e lei ovviamente accettò senza esitazione.
finita la colazione i ragazzi si prepararono e si diressero verso lo studio del loro amico lasciando finalmente sole me e la mia migliore amica.

« che mi dici Sere? » dissi sedendomi sul divano accanto a lei
« dovrei parlarti di una cosa, però per favore non impazzire » disse la mia amica lasciandomi confusa, perché tutti avevano qualcosa da dirmi? da quando me ne ero andata erano successe così tante cose?
« dimmi tutto, che ansia però »
« non so come dirtelo nel modo meno doloroso possibile, non sono brava in queste cose »
ero ancora più confusa, guardai la mia amica, sembrava molto nervosa, la cosa mi stava mandando fuori di testa.
« la sera che te ne sei andata i ragazzi sono andati in discoteca, tutti tranne io e Dario, volevano distrarsi per non pensare alla tristezza che aveva portato la tua partenza » in quel momento capii tutto, capii perché Pietro mi aveva tratta così, capii cosa voleva dirmi prima
« mi ha tradita » dissi con la voce spezzata aspettando che la mia amica mi desse la conferma.
« mi dispiace amore »
sentii un vuoto enorme nel petto, il mondo mi cadde addosso, scoppiai a piangere rannicchiandomi su me stessa.
mi sentivo una piccola bambina indifesa, non sapevo cosa fare, non sapevo più come si faceva a muoversi, non sapevo più come si faceva per parlare, le uniche cose che uscivano dalla mia bocca erano parole senza senso farfugliate miste a singhiozzi di dolore.
Serena mi abbracciò, cercò di farmi calmare ma non ci riuscì, nessuno poteva riuscirci.
l'unico ragazzo a cui avevo dato la mia fiducia dopo tanto tempo, l'unico con cui stavo provando qualcosa per la prima volta aveva tradito la mia fiducia e in quel momento era la cosa più dolorosa che mi potesse mai accadere.
« calmati rora, finirai per avere un attacco di panico »
iniziai ad espirare e inspirare lentamente cercando di regolarizzare i miei respiri che erano ormai diventati affannati, dopo un paio di minuti ci riuscii tornando in me.
« non volevo che lo scoprissi così, non volevo dirtelo io ma avevo paura che Pietro non ti dicesse nulla » disse con voce calma passandomi una mano sul viso
« come è successo? cosa ha fatto? » dissi continuando a piangere
« lui dice di non ricordarsi nulla, ha bevuto troppo ed è andato da una ragazza, Duccio l'ha fermato prima che potesse portarsela a casa però »
la parole della mia amica entrarono nel mio corpo come se fossero un coltello affilato, stavo sanguinando ma solamente io potevo vederlo.
« che schifo » dissi solamente
mi alzai e mi passai le mani sugli occhi, Pietro non si meritava le mie lacrime, non si meritava il mio dolore e nemmeno il mio amore.
andai in camera mia e staccai le foto con lui che erano appese al muro mettendomi a strapparle in piccoli pezzettini assieme al foglio su cui mi aveva scritto quel pezzo di canzone incompleta.
« vaffanculo » dissi quasi urlando
Sere non fece nulla, mi lasciò sfogare sapendo che quello era il mio unico modo di farlo, distruggere i ricordi, distruggere tutte le cose che mi ricordavano di lui era l'unico modo per eliminare il vuoto che sentivo dentro.
mi misi a guardare la chitarra che mi avevano regalato prima di partire, avrei voluto prenderla e romperla facendola schiantare al pavimento ma mi ricordai che non era solamente da parte del biondo quindi lasciai perdere il pensiero che mi si era creato in testa.
« voglio del gelato » dissi con voce da bambina dopo aver sfogato tutta la mia rabbia.
la mia amica sorrise e scosse la testa divertita, mi prese per mano ed andammo in cucina prendendo la vaschetta di gelato dal freezer.
« dopo lo lascio, con me ha chiuso » dissi prendendo un po' di gelato con il cucchiaino
« se non lo farai lo faccio io per te, poi lo picchierò pure se serve »
scoppiai a ridere per l'ultima affermazione di Sere, anche se avesse voluto picchiarlo sarebbe stato uno sforzo invano, lui era grosso il doppio di lei e non si sarebbe fatta nulla.
passai il resto della giornata assieme alla mia amica che riuscì a farmi distrarre al meglio, fino a quando non arrivò il momento di affrontare Pietro.

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NOTA AUTORE

ciao!!  come va?
aggiornamento a quest'ora è strano lo so...
stranamente questo capitolo mi piace, fatemi sapere se piace anche a voi con una stellina o un commentino!

vi voglio bene

- rora ☀️

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