Capitolo 11

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Appena arrivati alla festa parcheggiammo davanti all'entrata principale, e subito una banda di galline squittanti vennero verso di noi cercando di arruffianarsi Drew.
Dicevano di tutto, " Drew ti compro un telefono nuovo, io una barca, io una casa, io ti offro il mio corpo!! "
Erano senza vergogna, ed io ero costretta a guardare il mio Drew assalito da tante puttanelle senza rispetto per se stesse.

Entrammo, e Nate ci accolse con un caloroso sorriso.
«Ragazzi siete venuti!» urló Nate per farsi sentire. C'era una musica altissima.
«Non potevamo mancare amico!»

Su una poltrona in fondo a bere una birra c'era Nicol tutta sola ed io la raggiunsi lentamente per paura di cadere dai miei trampoli.
«Ehi, perché qui tutta sola?» dissi
«Beh, Nate si sta divertendo e non volevo essere di intralcio.» rispose
«Secondo me dovresti andare anche tu vicino a lui, dopotutto sei la sua ragazza» dissi.
«Forse dovrei» disse infine, e si alzo di scatto bevendo velocemente l'ultimo sorso di birra nella bottiglia.

Eravamo tutti riuniti a terra della grande casa di Nate, che tra parentesi a me pareva troppo grande per due persone, cioé Nate e suo padre, a giocare al gioco del obbligo o verità.
Non amavo giocare a questi specie di giochi uccidi reputazione, finiva sempre male.

L'ultima volta che giocai mi chiesero se ero ancora vergine, ed io fui costretta a rispondere di si, perché era la verità. Scappai da quella festa correndo, ma stasera non mi vedranno piangere per nessun motivo.

Era il turno di Silvia di fare domande,e si era stata invitata a quella festa.
Chissà perché scelse me per cominciare.
«Allora Cassie» comició
«Spara!» dissi io decisa.
«Obbligo o verità?»
Non so perché, forse per qualche sorso di birra, forse perché mi lasciai trasportare, ma in quel istante scelsi obbligo, ma sapevo che me ne sarei pentita amaramente.
«Obbligo» dissi.
All'improvviso tutti gli occhi erano puntati su di me, non solo perché ero stata la prima a scegliere obbligo in tutta la partita, ma anche perché lo avevo scelto proprio con Silvia.

«Mh, bene abbiamo una che ha le palle» disse Silvia
"Non immagini nemmeno" pensai.
«Il tuo obbligo é quello di baciare il ragazzo alla tua destra, tanto non sei fidanzata, giusto?» disse
Guardai Drew per un'instante e poi abbassai lo sguardo.
«s-si, giusto»
Mi girai alla mia destra per vedere quale ragazzo avrei dovuto baciare.

Eh si, era proprio lui. Nate era seduto accanto a me. Alla mia destra.
Non potevo farlo, era il ragazzo della mia migliore amica.
«Cosa c'é Cassie? Non hai mai baciato?» continuó silvia
«S-si, ma..» dissi balbettando.
«Ma? Ma che? fallo! Hai scelto obbligo ed ora fai quel che ti ho detto, tutti hanno fatto tutto a questo gioco ed ora tocca a te, muoviti!» disse in fine.

Guardai Drew che serrava i pugni di fronte a me, e mi bruciava viva con gli occhi, Nicol era uscita fuori, probabilmente a prendere una boccata d'aria.
Menomale che non c'era, non sarei riuscita a farlo.

Presi un bel respiro e lo feci, stavo baciando Nate.
Non era male, aveva delle belle labbra, ma non erano quelle che amavo.
Il bacio duró poco, ed appena aprì gli occhi vidi Drew con il pugno serrato davanti a me.
Aveva appena tirato un pugno al suo migliore amico, per me.
Arrivó subito Nicol, che all'inizo non capii, ma quando lo venne a sapere mi guardo in un modo terribile.
Stavo per piangere, ad un'altra festa.
Cosa avevo combinato.
Nate era steso a terra con il sangue che gli colava per il naso, Nicol attaccata a lui con una fazzoletto con dentro dei cubetti di ghiaccio, e Drew.. se ne era andato.
Mi aveva lasciato qui, da sola, con gli occhi di tutti su di me.
Le mie guancie al quel punto si bagnarono, cominciai a piangere e a singhiozzare.
Mi alzai, presi la borsa e corsi via, rompendomi anche un tacco.

Fuori vidi Drew in macchina, stava aspettando me.
Non se n'era andato, ma sicuramente era arrabbiato.

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