10.
<<La ringrazio Sig. Miller, a lunedì!>>, chiudo la porta alle mie spalle, scappando letteralmente da questo edificio. Fino alla settimana prossima non voglio sentire nè telefoni squillare nè mogli acide borbottare.
Ho tirato un sospiro di sollievo quando il capo mi ha consegnato lo stipendio settimanale senza che gli chiedessi nulla, confermandomi implicitamente la sua soddisfazione sul mio rendimento. Nonostante il caos e i tanti clienti devo ammettere che stare qui non è poi tanto male, certo, avrei preferito avere Kim come collega, ma mi tocca accontentarmi. Forse anche Miss Antipatia, come Hayden, finge di trattarmi con sufficienza per mettere alla prova la mia tolleranza.
Credici!
Sorrido nel constatare che nella busta ci siano più soldi di quanto mi aspettassi, il Sig.Miller era stato molto vago quando abbiamo parlato di cifre ma qualcosa di me deve averlo convinto. Se solo sapesse che spesso lascio volontariamente il telefono fuori posto mi licenzierebbe all'istante. Mi concedo una piccola spesa per festeggiare, stavolta niente pasti pronti che sanno di candeggina. Mi dirigo verso il solito supermercato solo perché non ne conosco altri e nel mentre cammino riconosco il salone che mi ha permesso di diventare mora. Scorgo di sfuggita la chioma rossa di Sophie dietro ai vetri lucidi, chissà se lei e Hayden siano riusciti a trovare un po' di tranquillità. Ora che ci penso non sono riuscita a ringraziarla per l'aiuto che mi ha fornito, ma ora che non lavoro più al ristorante non ha più senso. Mi accorgo di essere rimasta impalata davanti l'ingresso del negozio solo quando la porta si apre, rivelando la figura di Kim uscire proprio da lì dentro. Rimane sorpresa quasi quanto me di vedermi, non vorrei essere cattiva ma non sembra avere i capelli appena acconciati, anzi.<<Margot!>>, esordisce, guardandomi con aria sospetta. <<Scusa, non sono abituata a vederti vestita così bene>>, continua, indicando l'unica giacca che posseggo. Ridacchio, se fossi permalosa mi sentirei quasi offesa.
<<Hai rifatto il look?>>, le chiedo, continuando a non notare alcun cambiamento in lei. Infatti scuote la testa, capendo in ritardo il motivo della mia domanda.
<<Hayden mi ha chiesto di portare il pranzo a Sophie>>, spiega, alzando gli occhi al cielo. Non capisco il motivo per cui lo chef presuntuoso scelga sempre Kim per fargli favori, spero almeno che la ripaghi in qualche modo. <<Avrà qualcosa da farsi perdonare>>, aggiunge mentre la mia mente sta già escogitando piani per rubare il cibo di Sophie. Mi tocca ammetterlo ma mi mancano le pietanze del Genesis, appena potrò permettermelo tornerò in veste di cliente solo per poter tornare indietro un piatto lamentandomi dello chef.
<<Litigano ancora?>>, domando curiosa, scordandomi che questo tipo di pettegolezzo era più affine a Rosie. Infatti Kim scrolla le spalle, non sapendo cosa rispondere.
<<Vieni, ti offro un caffè>>, propongo per farmi perdonare la fretta della scorsa volta. Voglio capire meglio l'aria che tira in quel ristorante, ma lei scuote la testa, agitandosi fin troppo.
<<Non posso proprio, Margot. Domani il ristorante riaprirà e ho un casino di cose arretrate da portare a termine. È già un miracolo che io sia riuscita a fare questo favore a Hayden. Ci sentiamo con calma!>>, dice troppo frettolosamente, salutandomi poi con la mano mentre corre via. Qui qualcosa non va. Comincio a pensare che voglia stare alla larga da me per il timore che Hayden possa redarguirla. Rido al solo pensiero. Becco Sophie fissarmi dalla vetrata, non so cosa abbiano tutti oggi ma sembrano appena usciti da un film di zombie. La saluto per non sembrare scortese quanto lei, che si limita a farmi un cenno con la testa. Torno a pensare alla mia spesa, facendo molta attenzione a non imbattermi in un morto vivente che mi guarda in modo sospetto tra le corsie del supermercato. Probabilmente mi sono guadagnata la fama di piromane delle cucine e ora vogliono scomunicarmi dal paese. Torno a casa con due sacchetti colmi e troppe domande a cui non voglio cercare risposte. Malauguratamente l'ascensore è fuori uso, costringendomi a salire sei piani di scale che sembrano non finire mai. Sono completamente senza fiato quando arrivo al mio pianerottolo, ma mi si mozza del tutto quando mi accorgo della presenza di qualcuno davanti al mio appartamento. I sacchetti mi cascano dalle mani provocando un rumore sordo, non è possibile che mi abbiano già rintracciata. Ho il cuore a mille, la salivazione azzerata, i piedi immobilizzati al suolo. Eppure...
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Ricomincio da qui.
ChickLit"Quando crederai di non avere più alcuna via di uscita, e penserai di essere giunta alla fine del percorso... Quando ti sentirai esclusa da tutto, e vorrai scappare lontano... Quando tutto sembrerà andare a fondo e non risalire più... ricomincia. A...