16.
<<Quando avranno intenzione di ripristinare l'ascensore?>>, pronuncia Hayden senza fiato non appena arriviamo sul mio pianerottolo. Non ho nemmeno la forza di ridere, salire fino al sesto piano è già faticoso di per sé ma con un peso sullo stomaco è letteralmente una sfacchinata.
<<Le scale mi aiutano a digerire le pietanze del Genesis>>, lo prendo in giro, beccandomi un'occhiata torva. Cerco le chiavi nella borsa mentre mi congratulo con me stessa per aver rifatto il letto stamattina. Spero di non aver dimenticato qualche assorbente nel bagno, dovrò controllare prima che ci entri lui. Suppongo sia un po' nervoso, lo intuisco dalla quantità di volte in cui si passa le mani tra i capelli mentre apro la porta e questa cosa mi tranquillizza. Non so perché il fatto che lui sia a disagio mi faccia stare meglio, ma oggi non cercherò alcun senso alle cose che dirò o farò, anche perché mi ritroverei a sbattere la testa contro il muro. Gli faccio segno di entrare, è così titubante che non ha ancora oltrepassato la porta.
<<Puoi poggiare la giacca qui>>, gli mostro l'appendiabiti appena dietro l'ingresso. Annuisce spaesato, fa quasi tenerezza.
<<Ti dispiace se apro un po' le finestre?>>, gli domando mentre litiga con la giacca. Scuote la testa divertito.
<<Fa' come se stessi a casa tua>>, mi prende in giro, sfoggiando le sue adorabili fossette. Combatto contro il mio stesso sorriso mentre si guarda attorno come se avessi un'esposizione d'arte tra i mobili. Comincio ad aprire ogni singola finestra della mansarda, scordandomi di essere in pieno novembre. Quando sono sotto pressione so essere un soggetto davvero ridicolo. L'appartamento diventa gelido in pochi secondi, il che mi costringe a chiuderle di nuovo tutte tranne una.
<<Forse è un po' troppo>>, mi giustifico goffamente, facendolo ridere di me.
Dio mio.
Accendo i riscaldamenti per non rischiare di farlo congelare sotto la doccia, ora che ci penso mi toccherà trovare qualche indumento da fargli indossare nel mentre aspetteremo che la lavatrice e l'asciugatrice finiscano. Potrei prestargli il mio maglione con gli orsetti di tre taglie più grande, sono piuttosto sicura che mi licenzierebbe sul colpo.
<<Vuoi bere qualcosa? Hai mangiato?>>, domando quasi imbarazzata, mentre lui continua a gironzolare nel salotto.
<<Da quanto vivi qui?>>, ignora completamente le mie domande, fissando qualcosa sulla parete attrezzata.
<<Un mesetto>>, replico stizzita dalla sua non risposta. Comincio a pensare di non aver spolverato bene i mobili, forse sta testando il mio livello di igiene.
<<Da sola?>>, continua. Pensavo fosse palese dal momento in cui l'ho invitato a casa mia senza dover consultare nessuno.
<<Sì, non mi piacciono i coinquilini>> replico sincera, anche se per le mie condizioni disperate avrei vissuto tranquillamente con altre cinque persone e con una sola camera da letto a disposizione.
<<Raccontami qualcosa di te>>, dice poi, facendomi andare la saliva di traverso. Non credo di ricordare tutta la versione fittizia della mia storia, non vorrei rischiare di dire stronzate che poi non ricorderò.
<<Pensavo dovessi fare la doccia>>, me la cavo così. Hayden accenna un sorriso comprensivo, sa che se insistesse potrei cacciarlo nudo da casa mia.
<<Mi stai mettendo fretta, Marguerite?>>, infila entrambe le mani nelle tasche dei pantaloni, guardandomi con un sorriso beffardo. Non sopporto il fatto che non riesca a sostenere il suo sguardo, non mi riconosco più.
<<Proprio così, più tardi devo farla anche io quindi sbrigati>>, pronuncio con indisponenza. Chissà quante volte dovrò pentirmi di aver fatto questa scelta. L'avrei dovuto lasciare al ristorante a marcire sulla brandina, forse solo così avrebbe preso le giuste decisioni, ma come al solito sbaglio sempre.
<<Beh potremmo farla insieme e ottimizzare i tempi>>, scrolla le spalle indisturbato. Spalanco gli occhi in preda alla sorpresa, vorrei scomparire.
<<Dio mio, Hayden!>>, nascondo il viso tra le mani mentre lui scoppia in una risata fragorosa.
<<Sto scherzando>>, quasi urla e per colpa sua sto immaginando esattamente la scena. Rosie starebbe già in bagno sotto l'acqua con tutti i vestiti addosso, scommetto che stia ancora festeggiando per il ritorno sulla piazza del suo sogno erotico più grande. Non voglio pensare a cosa farebbe se sapesse che ora è a casa mia.
<<Vado a cercarti qualcosa da mettere addosso dopo la doccia>>, lo informo mentre cerco di regolarizzare la temperatura delle mie guance.
<<Vengo con te>>, replica prontamente, mettendomi ancora di più in difficoltà. Mi segue sul serio mentre mi dirigo in camera da letto, comincio a credere che voglia farsi i fatti miei curiosando tra le varie stanze. Forse è uno di quei maniaci che vanno appositamente nei bagni altrui per poter aprire tutti i cassetti solo per il gusto di farlo. Chissà perché la mia mente lo immagina sempre in vesti ridicole e mai sexy e dannate. Eppure dovrebbe riuscirmi più facile la seconda ipotesi. Comincio a frugare nell'armadio alla ricerca di qualcosa che gli entri, ora che ci penso dovrò trovargli anche un paio di slip adeguati. Controllo nel cassetto dell'intimo in cui trovo delle coulotte elasticizzate che uso quando ho le mestruazioni. Gliele mostro trionfante mentre lui è seduto sul letto con aria disgustata.
<<Margot... io però ho qualcosa che tu non hai>>, quasi ride e capisco troppo tardi a cosa allude. Gliele lancio diritte in faccia, se non la smette lo caccerò di casa a breve.
<<Beh sono grandi abbastanza da farcelo entrare!>>, piego le braccia al petto, imbronciandomi volutamente per non rischiare di ridere.
<<Se lo dici tu>>, mi guarda divertito, e dovrei lasciarlo girovagare nudo per casa solo per le volte in cui mi fa imbarazzare.
Riesco a trovare una t-shirt oversize che un tempo usavo come pigiama, spero che gli entri.
<<Per i pantaloni non posso fare molto>>, lo informo, al massimo posso dargli una deliziosa gonnellina a quadri.
<<Va bene anche così, grazie>>, replica. I suoi occhi brillano divertiti, oggi sembrano essere persino più verdi del solito.
È stata una cattivissima idea.
<<Facciamo che tu vai in bagno a spogliarti e mi lasci gli indumenti fuori la porta, così li metto in lavatrice>>, lo istruisco prima che mi costringa a entrare in bagno con lui. Avanzo per indicarglielo ma lui non accenna a muoversi di un millimetro.
<<Posso spogliarmi anche qui>>, dice e nel mentre realizzo la situazione si è già tolto la maglietta. Mi volto immediatamente per non assistere ad altro, questo ragazzo è completamente fuori di testa e se pensa che io sia come le donne a cui è abituato si sbaglia di grosso. Non ho alcuna intenzione di vederlo nudo.
<<Tranquilla, le mutande le tengo su>>, ride, e tra poco gli toglierò la voglia di fare lo spiritoso.
<<Tu non stai bene>>, lo accuso nella maniera più gentile possibile. Non riesco nemmeno a insultarlo a dovere. Lo sento avvicinarsi alle mie spalle e quasi lo schiaffeggio quando si avvicina al mio orecchio.
<<Grazie, Marguerite>>, sussurra piazzandomi i suoi vestiti tra le braccia.
<<Ti prometto che ti nominerò capo sala del weekend>>, urla mentre scompare dietro la porta del bagno. Alzo gli occhi al cielo, non so se preferirlo in questa versione o quella turbata e nervosa degli ultimi giorni. Approfitto della sua assenza per tornare a respirare regolarmente. Spero che lui non si accorga del mio disagio quando sono in sua compagnia o potrebbe trarre conclusioni sbagliate. Aziono la lavatrice dopo aver recuperato anche i boxer che ha lasciato fuori la porta del bagno, spero che questa cosa non diventi un'abitudine. Non ho voglia di fare la badante di nessuno.
Dopo un quarto d'ora lo scroscio dell'acqua cessa. Mi auguro che non abbia allagato il pavimento e che abbia la decenza di riordinare tutto. Le esperienze che ho avuto con gli uomini con cui sono stata mi fanno temere il peggio. Mi siedo sul divano mentre aspetto che esca, fingerò di leggere un libro per non rischiare di guardarlo troppo.
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Ricomincio da qui.
ChickLit"Quando crederai di non avere più alcuna via di uscita, e penserai di essere giunta alla fine del percorso... Quando ti sentirai esclusa da tutto, e vorrai scappare lontano... Quando tutto sembrerà andare a fondo e non risalire più... ricomincia. A...