Capitolo 17.

37 4 1
                                    

17.

Guardo Hayden con aria terrorizzata che a sua volta guarda me, incredulo.

<<Cosa ci fa Kim a casa tua?>>, sussurra, gesticolando fin troppo.

<<Come faccio a saperlo?!>>, replico con ovvietà. Ci dimeniamo nella stanza cercando di farci venire qualche idea e mi rendo conto solo adesso di non averle nemmeno risposto.

<<Ehm, Kim solo un attimo!>>, dico a voce alta per poi afferrare la giacca di Hayden e trascinare letteralmente lui e le sue cose in camera da letto. Lo posiziono dietro la porta come se fosse un soprammobile, non voglio immaginare cosa potrebbe succedere se Kim lo vedesse qui.

<<Giurami che qualsiasi cosa succeda tu non ti muoverai da dietro questa porta>>, quasi lo imploro, trovando il suo consenso. Farò bene a cercare al più presto una scusa per liquidarla in fretta, non so cosa voglia da me ma qualsiasi cosa sia non sarà mai più importante del rischio di farle trovare Hayden in casa mia. Mi guardo rapidamente intorno per controllare che non ci siano altre tracce di lui in giro, sarebbe ancora più imbarazzante se mi ritrovassi a negare la sua presenza con evidenti prove a mio sfavore.

Respiro a fondo prima di aprire la porta di ingresso fingendo un sorriso.

<<Scusami, ho dovuto mettermi qualcosa addosso>>, mento giustificandomi. Kim mi sorride di rimando, anche lei ha il fiato corto a causa delle scale.

<<Forse avrei dovuto avvisarti>>, dice mentre la faccio entrare.

E ci pensi solo adesso?

<<Ma no, nessun problema>>, continuo a mentire. Sto cominciando a sudare freddo. Nei migliori film Hayden avrebbe un attacco allergico che lo costringerebbe a starnutire ripetitivamente fin quando Kim non gli aprirebbe la porta in faccia, scoprendo tutte le nostre menzogne. Nella realtà gli conviene starnutire in silenzio se non vuole essere preso a parole dalla sua ex cognata, ex fidanzata e pure da me.

Ci accomodiamo sul divano che è ancora ricoperto da numerose goccioline di acqua.

<<Vuoi un caffè?>>, le chiedo. Ora che ci penso sono stata così nervosa per tutte queste ore da non aver offerto nulla, se non la mia doccia, al ragazzo nascosto nella mia camera. Che maleducata.

Kim acconsente ringraziando, fortunatamente ho l'angolo cottura alle spalle del divano.

<<Scusa se ti ho disturbata, volevo fare due chiacchiere con te>>, rivela mentre le preparo il caffè.

Potevamo chiacchierare in qualsiasi altro momento, no?

<<Nessun disturbo. Zucchero sì o no?>>, domando. Forse dovrei metterci il sale per dispetto.

<<Riguardo qualcosa in particolare?>>, le chiedo dopo aver ricevuto una risposta affermativa sullo zucchero.

Le rivolgo una rapida occhiata, anche lei sembra essere nervosa.

<<Più o meno...Insomma, avrai notato che ieri non ero al Genesis>>, continua, alimentando la mia curiosità. Qualcosa mi dice che voglia sparlare di Hayden e ho come la sensazione che stia per scoppiare la terza guerra mondiale.

<<Sì, mi avevi già avvisata ieri mattina che non ci saresti stata>>, le ricordo riferendomi all'incontro casuale al cafè. Annuisce per poi sospirare.

<<Sabato è successo qualcosa di gravissimo>>, il suo tono diventa freddo. Sono pronta per riascoltare questa storia per l'ennesima volta. Alzo un sopracciglio in attesa che cominci a raccontare, dovrò fingere di non sapere nulla.

Ricomincio da qui.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora