Capitolo 15.

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15.

Sorprendentemente arrivo in ufficio in anticipo. La serata al ristorante mi ha lasciato troppa adrenalina al punto da non farmi dormire, mi sono girata e rigirata nel letto per ore per poi decidere di alzarmi per non rischiare di addormentarmi quando avrei dovuto svegliarmi. Ora sono uno zombie. Miss Simpatia mi ha accolta col suo solito non sorriso, dandomi fretta su alcune pratiche da compilare. Mi chiedo come suo marito possa stare con una musona del genere, deve avere qualità molto nascoste che io non scoprirò mai.

La porta si spalanca improvvisamente, destandomi dai pensieri. Il Sig. Miller avanza con l'aria di chi ha appena intascato dieci milioni negli ultimi tre giorni, al contrario della moglie che lo squadra da capo a piedi con l'aria di chi i dieci milioni li ha appena persi. Certe coppie non le capirò mai.

<<Moglie, De Martino>>, ci saluta raggiante, emettendo un fastidioso rumore con le scarpe. Gironzola per l'ufficio come se stessimo nascondendo qualcuno sotto le scrivanie, per poi poggiarsi con le mani sulla mia continuando a sorridere.

<<Lo permetto solo perché il mittente è mio cliente>>, pronuncia facendomi restare perplessa. Sto per chiedergli di cosa stia parlando, quando richiama in ufficio un certo John, che entra goffamente con una scatola in mano. John si rivela essere un rider, lo intuisco dalla pettorina promozionale che indossa, nonostante ciò continuo a non capirci nulla. Non conosco questo ragazzo e da come mi guarda credo che neanche lui conosca me.

<<Puoi poggiarla qui>>, lo istruisce il mio capo spostando dei fogli dalla mia scrivania e indicando lo spazio vuoto. Mi rifiuto di aprirla senza che nessuno mi spieghi prima qualcosa, secondo le mie esperienze passate qui sotto si potrebbe benissimo nascondere uno di quei pupazzi saltellanti che sbucano fuori con una risata malefica appositamente per farmi venire un arresto cardiaco. Dato il sorriso beffardo del Sig. Miller non lo escluderei. John se ne va senza aprire bocca, lasciandomi con la scatola assassina. Forse anche lui è spaventato dai pupazzi saltellanti.

<<Non sto capendo>>, ammetto rischiando di passare per una deficiente. Il mio capo avvicina la scatola a me che d'istinto indietreggio, facendolo ridere.

<<Ho dovuto aprirla per sincerarmi che non stessi facendo entrare armi nel mio studio, ti assicuro che è innocua>>, continua a ridere, e ora mi sento più tranquilla. Sfilo con cautela il nastro che sigilla la scatola, aprendola poi con un accenno di terrore. Socchiudo gli occhi aspettandomi il peggio, e invece davanti ai miei occhi si presenta un vero e proprio banchetto. Fette di torta, ciambelle, biscotti e un profumo che immediatamente riempie l'aria. Continuo a essere perplessa. Qualcuno deve aver sbagliato indirizzo. Il capo indica un biglietto posizionato in un angolo della scatola, forse è spiegato tutto qui. La calligrafia è piuttosto ordinata.

'Avrai bisogno di zuccheri per cominciare al meglio la settimana! Spero che questo ti basti!

Ps: grazie. H'

Quasi cado dalla sedia quando comincio a connettere. Il Sig. Miller continua a ridere fulminato da chissà quale teoria su noi due. Vorrei scomparire.

<<Il caro rider John è entrato qui dicendo di dover consegnare un pacco per De Martino Margot da parte di un certo Hayden Sanders, lo conosci?>>, mi prende in giro, sa benissimo che è così. Sento le guance avvampare, non capisco perché mi stia vergognando tanto.

<<Ehm... è solo perché stanotte ho finito tardi al ristorante, è il suo modo per ringraziarmi>>, mi metto immediatamente sulla difensiva, stroncando ogni ipotesi romantica. Nonostante ciò il Sig. Miller continua a ridere, alludendo a chissà quali altre intenzioni.

<<De Martino... l'ho capito sin da subito che tu mi avresti portato un sacco di guai>>, sorride divertito e non posso far altro che pensare all'ufficio avvolto dalle fiamme come la cucina del ristorante. Potrei farlo come mestiere: demolitrice rapida di stanze da ristrutturare. Avrei di sicuro un gran successo.

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