Capitolo 9.

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9.

Riconosco immediatamente la sua voce roca. Avrei dovuto prepararmi le cose da dire, non so nemmeno da dove cominciare. Mi volto cercando di rimanere accigliata come lo sono stata durante tutto il tragitto, ma mi risulta difficile quando incrocio i suoi occhi verdi.

<<Non li voglio>>, pronuncio senza troppe frasi di circostanza. Questo ragazzo merita di essere trattato come tratta tutti gli altri, se non peggio. La mia voce riecheggia fin troppo per non aver neanche urlato, questa sala non è mai parsa così grande e buia come adesso. Estraggo la busta bianca e gliela porgo nello spazio che c'è tra me e lui. Riesco a scorgere sul suo viso piccole macchie di quella che sembra essere pittura e ora che me ne rendo conto ha anche i vestiti completamente sporchi.

<<Ti spettano per legge, hai lavorato per me>>, replica cautamente, il tono è sorprendentemente calmo.

<<Non mi interessa, non li voglio. Usali per riparare il forno>>, lo provoco, so bene che non basterebbero.

<<De Martino, non ho tempo da perdere. Donali in beneficenza, investili, fai quello che ti pare. Sono tuoi. Se permetti...>>, mi scansa, facendosi strada verso la cucina. Ma non può cavarsela così.

<<E farmeli recapitare da una tua dipendente è sempre previsto dalla legge? Cos'è, temevi che potessi far saltare in aria qualcos'altro?>>, quasi rido. Quest'uomo presuntuoso è privo di attributi e continua a dimostrarlo. Torna a voltarsi verso di me, sbuffando.

<<Non sapevo come spedirteli>>, replica stizzito, ed è proprio la risposta che mi aspettavo.

<<Hai tutti i miei dati sul documento che ho firmato a inizio servizio>>, gli ricordo.

<<Non ho più quel documento>>, mente sapendo di mentire.

<<Errato, Kim è risalita al mio indirizzo proprio tramite quel documento che, ti ricordo nel caso lo avessi rimosso, ha chiesto a te>>, spiego con fare sapientino. Ho sempre adorato avere il coltello dalla parte del manico e averlo contro lui è particolarmente soddisfacente. Mr. Presuntuoso alza gli occhi al cielo, ha sbagliato persona con cui discutere.

<<Okay, ora vuoi colpevolizzarmi di questo?>>, domanda con sufficienza, facendomi sentire quasi stupida.

<<Beh, tu mi hai colpevolizzata di una cosa che non ho fatto, direi che siamo pari>>, sputo tutto d'un fiato. In risposta ricevo una risata derisoria. Comincio a innervosirmi.

<<È tanto difficile per te ammettere un errore commesso in un momento di distrazione?>>, continua, e sto davvero per perdere la pazienza.

<<Non avrei problemi ad ammetterlo se solo lo avessi fatto! Ti ho già ribadito che sono sicura di aver impostato la temperatura al minimo come mi avevi detto, non sono sorda, nè stupida, nè incapace, se hai qualcuno in cucina che si diverte a fare i dispetti è un tuo problema, ma prima di trarre conclusioni assicurati di poter dimostrare ciò che sostieni perchè potresti sfociare nella diffamazione>>, dico tutto troppo velocemente da non avere più fiato. Non mi va di fare il suo stesso gioco e colpevolizzare Rosie senza avere uno straccio di prova, ma Kim e Julian mi avevano già messo in guardia da lei. Non avrebbero alcun motivo di inventare cattiverie sul suo conto se non fossero vere.

<<Dispetti? Oh fammi indovinare: hanno convinto anche te con l'assurda storia de "la ragazza che rovinava i ristoranti", vero?>>, il suo tono di voce si incattivisce, e deduco dalle sue parole che sia già a conoscenza delle voci che girano in cucina sul conto di Rosie. Comincio a pensare che i due abbiano una relazione nascosta. Resto immobile, non sapendo più cos'altro dire.

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