Capitolo 5.

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5.

Vivo in questo appartamento da soli due giorni ed è già un casino. Ho impiegato qualche minuto abbondante per cercare le chiavi di casa che erano sepolte da una pila di libri che non ho avuto il tempo di sistemare, sfornando ripetutamente parolacce. Alle 18.30 dovrò stare al ristorante e solo ora mi sono resa conto di non possedere una camicia bianca.
Sono sempre la solita stralunata!
Indosso in fretta i miei pantaloni neri, sicuramente non avrò tempo per ritornare a casa dopo aver acquistato la camicia. Lego i capelli in una coda alta e dopo aver preso la borsa scappo letteralmente fuori casa. Mi faccio largo tra i passanti mentre cerco sul cellulare il negozio di abbigliamento più vicino, fortunatamente non dista molto dal ristorante. Cammino a testa bassa cercando di incrociare meno sguardi possibili, la mia psiche è così suggestionata al punto tale da essere quasi spaventata perfino ad uscire di casa. So che dovrei stare tranquilla, Lui mi ha garantito che è quasi impossibile che mi trovino ora che della mia vita precedente non è rimasto nulla, ma chi glielo spiega al mio cervello?
Ora che sono completamente sola devo ricominciare tutto da capo, instaurare rapporti, conoscere persone. Eppure da bambini non sembrava essere così difficile.
Ho l'affanno quando finalmente raggiungo il negozio di abbigliamento, non vedo l'ora di potermi permettere una nuova auto e limitare così le mie corse spastiche. Evito acidamente ogni commessa che cerca di avvicinarsi, non posso perdere tempo. Scorgo rapidamente il reparto dei capi basic dal quale prelevo la prima camicia bianca che mi capita davanti, senza fare troppa attenzione alla taglia e al modello. Mi dirigo nei camerini per indossarla, calza un po' larga ma non mi importa. Impreco mentre mi accorgo di aver sbagliato a coordinare i bottoni, costringendomi a ripartire da capo. Nascondo nella mia borsa la maglia che indossavo fino a poco fa e corro verso le casse che fortunatamente sono libere. Sorrido alla ragazza che aspetta che gli porga il mio acquisto, per poi indicarle il cartellino della camicia che non ho staccato appositamente per pagare e non rischiare di passare per una ladra. Mi becco un'occhiata torva mentre si protrae verso di me per scannerizzare il prezzo, ma d'altronde non c'è scritto da nessuna parte che non si possa lasciare il negozio indossando la merce appena acquistata. Esco nella stessa maniera in cui sono entrata, ossia correndo. Controllo maniacalmente l'orologio, mi verrà un infarto se non comincerò a organizzarmi per bene. Piombo nel ristorante col mio fare goffo e circense, attirando più attenzioni del dovuto.

<<Buonasera a tutti>>, esordisco col fiato corto, provocando le risate di qualche cretino che non riesco a distinguere. Sono già tutti in postazione, ordinatamente vestiti e pronti per cominciare il servizio. Sistemo la camicia stirandola con le mani, non mi abituerò mai a questo vestiario da pinguino. Scorgo Kim e Julian uno di fianco all'altro sussurrarsi qualcosa, per poi rivolgermi un occhiolino fugace.

<<Dritta con queste spalle>>, sbuca improvvisamente Hayden, raddrizzandomi la postura con le sue mani.
Cominciamo bene!
Gli rivolgo uno sguardo di scuse, dovrò lavorare sul mio portamento per essere all'altezza di questo locale. La cucina comincia già a diventare un via vai continuo nonostante le porte del ristorante non siano state ancora aperte. Posso solo lontanamente immaginare quanto si guadagni in una sola sera.
Mi do subito da fare imitando alcune mosse dei miei colleghi, seppure questa cucina sembri essere immacolata c'è ancora qualcosa da sistemare. Do una passata di spugna alla penisola sulla quale sono poggiate alcune vaschette di verdure in olio, presumo che siano quelle preparate stamattina da Hayden. Il profumino è davvero invitante, spero di poter assaggiare qualcosa prima o poi.

<<Se non ti senti ancora sicura puoi limitarti a prendere le comande stasera>>, sussurra ancora alle mie spalle, facendomi nuovamente sobbalzare. Spero che io non sembri ansiosa ai suoi occhi.

<<No, posso farcela>>, replico convinta, facendolo sorridere. Distolgo lo sguardo mentre si arrotola la bandana sulla fronte, pronto per mettersi ai fornelli.

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