13. You Belong To Me

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Coraline

"L'amore è una tenera cosa?È troppo rude, troppo brutale,troppo aspro e punge come una spina

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"L'amore è una tenera cosa?
È troppo rude, troppo brutale,
troppo aspro e punge come una spina."
-William Shakespeare


Mi hanno spezzata.
Mi hanno resa ciò che non volevo diventare. Sono diventata ciò che mi fa più paura.
Ho paura di me stessa da tempo ormai; non so come sia possibile restare incastrati in un corpo che non si vuole.
Pensandoci bene, è solo un involucro.
A lui non darei mai solo qualcosa di così insignificante, perciò ho deciso di donargli qualcosa di più.
La mia anima è sua, ora.
Non se l'è presa con rabbia o possessione, gliel'ho donata io.
La mia è danneggiata ormai, è rotta e quando provo a riassemblarla, solo la sua completa gli spazi vuoti. Solo la sua si incastra alla perfezione.

Penso. Penso tanto, forse troppo. Il mio cervello lavora in continuazione, senza sosta. Mille pensieri mi invadono la mente e la maggior parte di essi sono rivolti verso quel ragazzo di cui non riesco a dimenticarmi, anche se devo. Non ho scelta.
Gli ho suggerito un milione di volte che si potrebbe fare tutto di nascosto, a me non pesa ma forse a lui si; sono disposta nascondermi, a vivere con lui nell'ombra ma forse lui preferisce la luce del sole.

I miei pensieri si spostano su Davor, non ricordo molto di lui, ma so che da bambini giocavamo insieme in spiaggia. Ci sono ancora le foto. Mi sono sempre chiesta che fine avesse fatto quel bambino un po' più grande. All'epoca andavo al primo anno di elementari e lui le aveva ormai finite.

Non so cosa ci vedeva in una bambina più piccola, ma non mi importa; giocavamo ed eravamo felici.

È cresciuto ed è innegabile che sia un bel ragazzo.

Non ci siamo ancora incontrati, ma l'ho intravisto nella sua stanza, mentre sistemava i suoi vestiti nell'armadio. Un po' mi imbarazza andarlo a salutare, si ricorderà di me? Non so come comportarmi.

Busso alla sua porta, senza pensarci molto e in pochi secondi la apre rimanendo a tratti stupito dalla mia presenza.

«Tu devi essere Coraline, la figlia di Paul.»
Per parlarci devo alzare lo sguardo ed inclinare la testa per quanto è alto. Un po' meno di Chris.
I capelli sono ancora un po' bagnati e più scuri di prima. Un po' di ciocche ricadono sulla fronte e ricordo il modo il cui le sfiorano a Chris, per permettergli di guardarmi bene, quelle poche volte che potevamo stare insieme di nascosto.

«Beh sono l'unica ragazza quindi a quanto pare si. Tu sei Davor, giusto?»
Allunga la mano e la stringo.
«Si, tuo padre non ci ha presentati.»
Mollo la stretta, ma lui sembra indugiare.
«Spero tu ti possa trovare bene.»

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