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Le giornate di Louis erano realmente vuote:

Oltre al pensar frenetico, l'unica cosa che le riempiva era vedere quotidianamente il suo psicologo. Quest'ultimo era l'unica persona con cui parlava.

Tra tutti i pazienti era il più tranquillo o almeno è quel che faceva credere. Era sempre stato abituato a risolvere le proprie battaglie con se stesso, dentro di se

ma l'astinenza era un inferno.

Era solito prendere farmaci quotidianamente senza avere la più pallida idea cosa fossero e a che servissero. Ma un giorno si soffermò ad osservare una delle tante pastiglie che riceveva. Gli brillarono gli occhi quando vide inciso il prefisso "Xa" su di esse. Fu da quel giorno che decise di smettere di prenderle, facendo finta di ingerirle. Conosceva quel farmaco e sapeva che se raggruppato era in grado di creare lo stesso effetto di cui era in astinenza.

A tormentarlo continuamente non c'era solo l'ansia che sopraggiungeva dal momento in cui aveva cessato di assumere ansiolitici. Doveva battersi anche con crampi allo stomaco, insonnia e un'innaturale voglia di farsi.

Ogni cellula del suo corpo reagiva a quella mancanza

Pensava troppo, e quel continuo pensare lo portavo solo a bramare una cosa:

La droga era un pensiero fisso nella sua mente.

Di sera durante uno dei suoi momenti di crisi, pensò che quel corso di pittura di cui parlava Zayn non sarebbe stato poi così male.

Doveva distrarsi o non sarebbe riuscito ad andare avanti.
Così la mattina seguente, parlò per la prima volta con un infermiera dai capelli biondi per chiedere qualche informazione.
-"Oh buongiorno Louis, il corso è iniziato la settimana scorsa ,ma da quel che so puoi aggiungertici."
La ragazza fu felice nel vedere quest'ultimo rivolgergli la parola, proprio per questo mostrò uno dei suoi sorrisi migliori: "Dovrebbe iniziare tra un'ora, infondo al corridoio "A" c'è una cupola dovrebbe essere lì"

-"Grazie.." si fermò non ricordandosi l'effettivo nome della ragazza di fronte.

-"Sono Taylor, chiamami quando vuoi se hai bisogno di qualcosa"
Mostrò ancora uno splendido sorriso, Taylor era giovane non aveva più di ventisei anni. Louis sorrise di rimando e con un accenno di capo si diresse nel corridoio A.

Ì corridoi se pur tutti uguali sapeva ormai distinguerli l'uno dall'altro, odiava quelle pareti bianche. Anzi credeva di odiare il bianco, non lo percepiva neanche come un colore, ma semplice riflessione di luce. Era l'opposto del nero anch'esso privo tinta, ma  assente di luce.

Arrivando alla fine del corridoio si trovò davanti un grande spazio circolare con una cupola in vetro da far da tetto. Non si era mai avvicinato a questa zona della clinica, il proprio alloggio si trovava totalmente dal lato opposto.

Attratto dal bagliore del sole che filtra dal vetro, si posizionò al centro della sala con la testa rivolta ad osservare la struttura.

-"Bella vero?"
D'tratto una voce proveniente dalle spalle di Louis lo fece risaltare.


-"Ehm...scusa non pensavo ci fosse qualcuno"
Nascose le mani dentro la felpa imbarazzato. Non riusciva a intravedere al meglio la figura posta davanti a lui, per colpa della luce ad abbagliarlo. Ma quando egli si avvicinò, Louis rimase senza parole. Difronte a lui c'era uno dei ragazzi più belli che abbia mai visto. Col volto illuminato dal sole e i capelli trattenuti da un'elastico teneva in mano una manciata di pennelli.
Dubitò lui stesso della propria vista. Inizialmente pensò perfino che fosse una proiezione del suo cervello.
Lo stesso dubbio si incrementò dal momento in cui notò il colore degli occhi di quest'ultimo, un verde limpido.
Louis era quasi certo che fosse tutto uno scherzo dato dall'astinenza.

-"Sei qui per il corso di pittura?"
domandò inclinando leggermente il volto .

-"Io...ehm non lo so" imbarazzato dalla risposta data cercò di sviare la situazione: "Penso di essermi sbagliato, scusami"

-"Oh no tranquillo, due volte a settimana qui dipingiamo con chi ne ha voglia.
Non ti ho mai visto di qua, se ti va puoi provare"
Louis fu talmente tanto ammaliato da quella voce calda, da riuscire a malapena a rispondere.

-"Okay" disse schiettamente senza guardarlo.


-"Okay?" ripetette ironicamente l'altra figura.

Louis a quel punto fu costretto dalla situazione ad alzare lo sguardo.
-"Si, nel senso ci provo anche se faccio schifo a disegnare"


-"Bene questo è lo spirito giusto! Sono Harry comunque, tu sei?"

-"Louis"


-"Louis...Sei francese?"

-"Nah 100% inglese"
Quella insignificante battuta lo fece sorridere. Pensò che quel sorriso sarebbe stato in credo di uccidere chiunque.

-"Il corso inizia tra un po', vuoi aiutarmi a pulire i pennelli Louis?"
Rispose di "si" col capo, e lo seguì infondo alla sala dove erano posizionati degli scatoloni con del materiale per dipingere. Gli indicò quello da prendere per poi lavarli all'esterno in giardino.
Harry poggiò la propria scatola e rimboccandosi le maniche inizio a far scorrere l'acqua corrente, Louis d'altro canto lo imitò. Durante l'atto non fece a meno di notare le braccia e dita di quest'ultimo segnate dalle tempere, mille colori incastonati sulle superfici delle sua pelle.

Harry aveva percepito il suo sguardo
.-"Mia madre mi sgridava sempre da piccolo perché avevo continuamente le mani sporche di colore" accennò un sorriso.

-"Vedo che la cosa non è cambiata molto"

-"Eh già"

Continuarono a pulire pennelli e contenitori di vetro in silenzio, l'unico suono che risuonava era quello degli alberi scossi dal vento e lo scorrere dell'acqua.
Le mani di Louis tremavano mentre rigirava quegli utensili, (tremavano frequentemente per colpa dei farmaci) sapeva che era un qualcosa di evidente e fu grato che Harry non disse nulla a riguardo.
Sentiva che quel ragazzo aveva qualcosa di estremamente buono in se, qualcosa in lui lo interessava.

-"Come mai sei qui?" chiese prendendo uno straccio per avvolgere i pennelli.


-"Ho appena finito la triennale e ho deciso di prendere una pausa dagli studi. Devo ancora bene capire cosa voglio fare nella vita, quindi per adesso faccio dei piccoli turni part time in biblioteca e nel tempo libero vengo qui."

-"Wo spero almeno ti paghino bene per stare qui dentro"

-"No, in realtà non lo fanno."

-"Cosa?! Vieni in questo posto di merda gratis?"
Louis non riusciva a credere che esistesse davvero qualcuno così strano da fare una cosa del genere.

-"Esatto, non lo faccio per i soldi. Mi piace stare con le persone"

"magari stare con persone normali sarebbe meglio."
Pensò
-"Sei un tipo strano" si fece scappare Louis.

-"Io sarei un tipo strano? Sei tu quello che è spuntato dal nulla pochi minuti fa." La fossetta del suo volto non voleva saperne di togliersi.

-"Questo perché-"
Fu una donna con un camice a interromperli uscendo nella parte del giardino dove si trovavano.

-"Ei! Sono tutti in sala stiamo iniziando"

Quest'ultimo giró il capo per rispondere
-"Si, arrivo"
per poi riproiettare nuovamente la sua attenzione verso Louis :"Andiamo?"
Trascorse le restanti due ore a dipingere "orrendamente" paesaggi insieme a altri pazienti. Come presumeva, Harry non era più solo focalizzato su di lui, anzi a stento si erano parlati da quando avevano iniziato.

Non riusciva a non guardarlo di sfuggita quando ne aveva l'occasione, non aveva idea del perché si sentisse in quel modo, ma dal altro canto anche lui aveva sorpreso Harry fissarlo durante quelle ore.

La sensazione di disagio si fece spazio in lui, tanto che quando finì era già pronto a scappare. Prima che ne ebbe l'effettiva possibilità, venne fermato.
-"Ehi Louis, il prossimo martedì siamo qui di nuovo"

-"Okay è stato figo...ci vediamo"
Si pentì immediatamente di quella frase, ma ormai era troppo tardi aveva già visto il sorriso di Harry scemare. Andò più in fretta possibile nella propria stanza, ma ogni volta che provava a chiudere le palpebre non poteva far a meno di vedere quegli splendidi occhi verdi.

something in the darkness  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora