Zero.

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Attraversò l'entrata del liceo e strinse forte al petto i suoi libri. Come ogni mattina avrebbe volentieri voluto rimanere nel suo caldo letto, magari a leggere qualche pagina della Austen o semplicemente godersi un fantasy della Smith. Amava leggere, soprattutto se il protagonista è un ragazzo ambizioso e con un grande sogno per cui combattere.

Rebecca e Alberto l'aspettavano appoggiati al suo armadietto, mentre ridevano di qualche ragazza snob che gli passava davanti. Marisa prese un piccolo respiro e poi indossò uno dei suoi sorrisi complici, prima di raggiungerli.

"Marisa! Alberto mi stava parlando della sua prima uscita con la Giuli", sorrise la mora, beccandosi un'occhiataccia dal ragazzo con gli occhiali.

Rebecca era sempre stata in quel modo. Se le dicevi qualcosa doveva per forza dirlo al suo gruppetto, non che Alberto non l'avesse fatto, ma avrebbe preferito prendersi la responsabilità da solo, senza troppe civette.

"Sul serio? Sono contenta per voi", le sorrise Marisa, aprendo il suo armadietto.

Poggiò i libri al suo interno ed afferrò solo quelli che gli sarebbero serviti. Se li portò al petto e, dopo aver chiuso l'armadietto, salutò i suoi migliori amici allontanandosi per raggiungere la sua classe.

Mentre camminava al centro del corridoio, un ragazzo dai capelli castani, gli occhi del medesimo colore e un sorriso glaciale sfilò accompagnato dalle cheerleader che, come al solito, gli stavano attaccate come delle palle al piede. Ma quel ragazzo non era un ragazzo qualsiasi, quel ragazzo era Liam Payne, un pilastro importante per il liceo di Melbourne, per il quale Marisa provava dei forti sentimenti, pur non sapendo il perché.

Si spostò a lato e, quando il ragazzo si voltò per guardarla, lei gli sorrise. Fu quel sorriso a cambiare le cose, un sorriso sincero, innamorato, schietto. Una semplice tirata di labbra con tanto di denti bianchissimi a riempire il tutto. Solo che quel semplice gesto aprì un piccolo mondo nel cuore di Payne, una speranza o, forse, una cotta che col tempo andò peggiorando.


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