Capitolo 29

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Valentine

Sovrastato dal frastuono provocato dai fuochi d'artificio, sento un rumore di vetro rotto proveniente dall'ingresso dell'abitazione.

Gabriel minuti fa era andato a prendere un bicchiere e ancora non ce n'è traccia, eppure quanto ci si mette ad afferrare un cavolo di... oh, mio dio.

Magari gli è caduto, oppure si è fatto male.
Oppure lo stanno rapendo... Ma non udo nessuna voce. Maledetti fuochi.

Be', non posso permettere che gli accada nulla, perciò decido di andarlo a controllare.

<<Kassy, resta qua. Vado a vedere cosa ha rotto Gabriel.>>

<<Okay, vi aspetto.>>

Mi incammino verso l'ingresso e, oh. Mio. Dio.

La prima cosa che mi colpisce è la sua espressione facciale.

Gabriel ha il volto cadaverico, con gli occhi spalancati, mentre ha ancora la mano aperta, come se fino a poco prima stesse tenendo il bicchiere che è esattamente sotto i suoi piedi, in mille pezzi.

Poi sposto lo sguardo verso la donna di fronte a lui e... OH. MIO. DIO.

Come cazzo è possibile?
Proprio la donna che aveva visto oggi al parco.
Okay, fermi. Fermi. Non è per forza sua madre, magari è una signora che non vedeva da molto.

<<Mamma?!>>Strilla.

D'accordo, ma come è possibile?

<<Abbassa la voce, o ti sentiranno.>>Sussurra lei.

<<Perchè cazzo dovrei abbassare la voce, sei stata via per così tanti anni della mia vita, facendotene una nuova, mentre io ti credevo morta!>>Urla con voce rotta.

Sta per crollare.

<<Mi hai infestato i sogni per tutto questo tempo, facendomi rassegnare all'idea della tua morte, e ora ti presenti così?>>Grida senza fiato, con gli occhi lucidi.

Sta per crollare, Valentine, e tu lo sai bene. Fai qualcosa! Non startene così, impalata! Muoviti!

Corro verso di lui e mi materializzo davanti al suo campo visivo, per cercare di fermarlo.

Avvolgo le mie braccia al suo busto e quando lui piega la schiena per posare il mento sulla mia spalla, io gli sussurro all'orecchio <<Shh, tranquillo. Ci sono io.>>

E lui, dopo ciò, si abbandona a delle lacrime.

Lancio uno sguardo alla signora dietro alla mia schiena, e noto che è preoccupata.
<<Lo porto a letto, lei si sieda e mi aspetti, arrivo subito.>>Mimo con il labiale.

Nel frattempo, mi scervello per inventare una scusa plausibile da dire a Kassy.
Perchè, di certo, non posso dirle ''oh Kassy, sai, la mamma di Gabriel, che lui credeva morta, si è appena ripresentata viva e vegeta, perciò non posso lasciarmi sfuggire l'occasione.''

Lo adagio sul letto e gli rimbocco le coperte, già dorme.

Poi, apro la chat tra me e Kassy

𝓨𝓸𝓾 𝓼𝓪𝓿𝓮𝓭 𝓶𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora