Capitolo 11

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Gabriel

I piani sono cambiati.

Ad inglese non ho provato a parlarle o a dirle nulla.

Lei nemmeno mi ha degnato di uno sguardo, d'altro canto.

Allora ho deciso cosa fare: Oggi abbiamo una partita in casa, anche Valentine oggi ha la sua prima partita in casa, da capitana. Allora subito dopo gli allenamenti mi precipiterò nella sede della Volley Maple Campus Squad, entrerò negli spogliatoi -non mi chiedete come, ci penserò dopo- e lascerò la lettera sopra alla sua borsa da palestra.

Sì, so qual'è, la ha portata molte volte a casa mia, quando le ripetizioni venivano prima del suo allenamneto.

Abbiamo vinto con tripletta di Adam.

Ora devo solamente mettere in atto il piano e per non farlo fallire mi devo sbrigare, perchè i due orari sono molto vicini.

Mi lavo velocemente, -ed è inevitabile non pensare sotto la doccia a lei quando c'è la siamo fatti insieme.- mi vesto ed esco di corsa dallo spogliatoio.

I miei compagni non mi dicono nulla, alcuni già lo sanno.

Arrivato nella palestra sono costretto ad allungare quindici dollari ad un signore per il controllo della sede per entrare negli spogliatoi, e non è servito solo quello.

Ho dovuto iniziare una trattativa con lui convincendolo che non avrei fatto niente di ambiguo o non avrei rubato, avevo solo bisogno di dare una lettera ad una ragazza che dovevo riconquistare.

Ho detto anche che la amo.
Ad alta voce.
È stato strano.

Entro e riconosco subito la borsa in questione. Ci metto sopra la lettera con dietro scritto "da Gabriel".

Non lo ho scritto davanti perchè magari se lo avesse visto subito si sarebbe rifiutata di leggerla e l'avrebbe buttata.

Esco in fretta evadono a vedere quelli che poi scoprirò essere gli ultimi cinque minuti della partita.

Appena in tempo.

Vedo un'azione della sua squadra. La Volley Boston Camp Squad batte dall'alto, la palla arriva direttamente al difensore della squadra di Valentine.

Non posso fare a meno di pensare quanto sia bella e felice nei panni della capitana.

Il difensore la passa con il bagher al centrale, che la alza a Valentine e lei schiaccia.

La VBCS non la prende e fanno punto.

Esultano e dopo pochi minuti la partita finisce.

Aspetto Valentine fuori.

Passano cinque, dieci, quindici e venti minuti. Ma non la vedo arrivare.

Attendo altri minuti e dopo appena otto minuti la vedo sbucare da sola con il foglio della mia lettera intriso di lacrime nella mano sinistra, mentre con la destra tiene il borsone, che dopo poco lascia cadere a terra.

Siamo distanti di almeno venti metri ma la vedo chiaramente.

Ha il viso bagnato, gli occhi lucidi. È arrabbiata, si sta mordendo con foga il labbro inferiore.

𝓨𝓸𝓾 𝓼𝓪𝓿𝓮𝓭 𝓶𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora