Australia: Not here to cuddle, more like leave you in a puddle

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Attenzione: Sarà un capitolo un po' particolare, ho voluto rischiare con qualcosa che non fosse proprio la mia comfort zone. Possono esserci parti non apprezzate da tutti poiché "incitano" alla violenza. Tengo a precisare che questa è solo una mia interpretazione della cosa, volevo mettere un po' di pepe al capitolo così da arrivare ad un punto preciso in quelli che ne seguono. Grazie della vostra attenzione, buona lettura!


Charles non è mai stato poi così bravo negli altri sport, anche se lui continua a sostenere il contrario. Il surf di certo rientra nella categoria: "rischio di rimetterci la pelle, ma ormai sono abituato a farlo ogni weekend in Formula 1 perciò non mi importa".

Ride divertito seguendo Joris ed Andrea tra le onde, hanno rischiato si e no un paio di volte l'annegamento ma nessuno dei tre sembra darci la giusta importanza. Il fotografo non contiene un sorrisetto giocoso all'espressione buffa del monegasco che tenta invano di issarsi sulla tavola, muove le braccia con frenesia ed in pochi secondi si ritrova nell'acqua limpida. La sera stessa si cimenta persino in un piccolo torneo di kart assieme ai suoi amici, il numero 16 non sa cosa voglia dire starsene fermo a godersi quei rari momenti di relax a lui concessi durante i weekend di gara. Corre da una parte all'altra, ha programmato mille e mila attività da fare nonostante le continue lamentele dei suoi due accompagnatori che sbuffano ad ogni metro percorso a piedi.

Purtroppo però, il giovedì pomeriggio arriva prima del previsto ed il famigerato giorno del "media day" è giunto. Scatta in direzione del compagno spagnolo, il quale non sembra ancora perfettamente in forma. Si muove con circospezione, a tratti perfino zoppicando. Si ferma comunque a firmare autografi, scattare foto ed una volta terminato si dirige poi con passo lento verso il palco. Charles segue l'esempio del numero 55, adora i Tifosi e non esita mai un solo secondo a dedicare loro del tempo malgrado sia già in ritardo. Un giornalista lo ferma per un braccio domandandogli come stesse procedendo la sua sessione di fan meeting giornaliero, sorride imbarazzato esclamando di aver perduto la strada e di non avere più speranze di arrivare in orario alla fan zone.

L'intervistatrice e Carlos hanno avuto il buon cuore di aspettarlo, si accomoda sulla sedia accanto al maggiore e con un radioso sorriso tutto fossette si prepara a rispondere snocciolando qualche battuta tra una domanda e l'altra.

"Comincia dal più facile!"

"Carlos...Sainz. Ah! No...cos'era? Vazquez De Castro-"

"Cenamon rincòn rebollo virto moreno de aranda mr. per urrielagoiria perèz del pulgar"

"Ma non è un nome!"

Ribatte il più giovane alle parole per lui incomprensibili dello spagnolo, facendolo ridere a crepapelle. Quest'ultimo finge di pensarci attentamente al suo momento di ricordare i numerosi nomi del monegasco, giusto per farlo cuocere un po'. Si scambiano uno sguardo quasi giocherellone, il latino allunga una mano per punzecchiare il braccio del minore e dopo uno sghignazzo di troppo la porta sul proprio fianco a sfiorare il punto ancora dolorante dopo l'operazione. Il viso dolce di Charles si contrae in una smorfia preoccupata, protendendosi d'istinto verso il moro ed inchiodando le iridi verdastre luccicanti in quelle scure di Carlos. Il più grande gli dedica un lieve sorriso di conforto garantendo al compagno di stare bene, anche se è evidente non sia ancora al cento per cento.

Al termine di questa lunga giornata, Charles può finalmente godersi del meritato relax arrotolato fra le lenzuola profumate della sua stanza d'hotel. Si stiracchia mugolando qualcosa, lancia i vestiti sulla poltrona davanti al letto e quasi la mascella tocca il pavimento appena Max esce dal bagno con solo l'asciugamano bianco avvolto attorno alla vita. Percorre con sguardo languido le dolci goccioline che percorrono il corpo pallido dell'olandese, dimenticando come al solito di asciugarsi le ciocche bionde.
Non ci aveva fatto poi tanto caso finora, ma il campione sembra più tonico. Allunga un braccio verso quello del pilota RedBull, come in trance, sfiorando il muscolo evidente del tricipite.

Tomorrow is a hope, never a promise -  LestappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora