~Incamminandoci verso l'infinito~

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Il nuovo giorno sorse con una fresca brezza marina che accarezzava delicatamente il mio volto. Mi svegliai con un senso di pace interiore, pronto ad affrontare le sfide e le gioie che la giornata avrebbe portato. Dopo una colazione leggera, decisi di fare una passeggiata lungo la spiaggia per raccogliere i miei pensieri e godere della bellezza del mare.

Mentre camminavo sulla sabbia dorata, sentivo il calore del sole sulla pelle e il suono rilassante delle onde che si infrangevano sulla riva. Era un momento di tranquillità e serenità, lontano dalle preoccupazioni e dagli impegni della vita quotidiana.

Pensai a quanto fosse fortunato ad avere persone speciali accanto a me, pronte a condividere le gioie e le sfide della vita. Mi sentivo grato per il legame profondo che avevo con Charlie, Alastor e gli altri, un legame che mi dava la forza di affrontare qualsiasi cosa.

Mentre guardavo il cielo azzurro sopra di me, mi resi conto che ogni giorno era un dono prezioso da apprezzare e vivere appieno. Avevo imparato a non dare nulla per scontato e ad abbracciare ogni momento con gratitudine e gioia nel cuore.

E così, con un sorriso sulle labbra e il cuore pieno di speranza, continuai la mia passeggiata lungo la spiaggia, pronto ad accogliere tutto ciò che il nuovo giorno avrebbe portato.

Mentre passeggiavo lungo la spiaggia, incontrai Velvette, la quale sembrava assorta nel suo cellulare mentre masticava una gomma da masticare con noncuranza. Alzò lo sguardo e mi rivolse un sorriso sarcastico.

"Oh, guarda chi abbiamo qui, il re degli inferi compiaciuto per un cielo e una spiaggia," disse con una nota di sarcasmo nella voce.

Alzai un sopracciglio, prontamente rispondendo al suo tono provocatorio: "E tu, l'overload piu giovane di tutti in cerca di un po' di sole per fonderti?"

Velvette rise sarcasticamente, inclinando la testa in un gesto di sfida. "Ah, finalmente riconosci il mio regale status. Ma mi sembri un po' fuori posto qui. L'inferno è la tua vera dimora, non la spiaggia."

"Potrei dire lo stesso per te. Sei sempre più adatta a creare scompiglio nelle profondità dell'inferno che a passeggiare sulla sabbia."

La sua risposta fu un'altra risata sarcastica. "Ah, ma non puoi negare che la mia presenza aggiunga un po' di vivacità a questo scenario altrimenti piatto. E poi, chi altro potrebbe tenerti testa come faccio io?"

Mi avvicinai a lei con un sorriso malizioso. "Oh, Velvette, non ti prendere troppo sul serio. Sei solo una piccola bambina viziata che cerca di ottenere l'attenzione del suo sovrano."

La sua risposta fu una smorfia divertita. "E tu sei solo un re presuntuoso che crede di poter comandare tutto e tutti. Ma sai cosa dicono, il potere corrompe."

"Ma l'intelligenza è il vero potere." ribattei, fissandola dritto negli occhi. "E credimi, ne ho in abbondanza."

La nostra conversazione continuò in modo acido e provocatorio, con battute taglienti e frecciate che riflettevano il nostro rapporto di amore e odio. Nonostante le apparenze, c'era una strana forma di rispetto reciproco tra di noi, una sorta di legame che solo chi viveva nell'inferno poteva comprendere appieno.

E così, tra litigi e scherzi, continuammo a liti per un po' di tempo.

Quando la giornata era appena iniziata, mi trovai ad affrontare un'altra discussione, stavolta con la viziata bambina di casa, Vaggie, che era stata inviata da Charlie per cercarmi. "Emh, Lucifero, che stai..." cominciò a dire, visibilmente perplessa, prima di essere interrotta.

"Ohh, è arrivato anche il tuo chihuahua," disse Velvette, provocando sia me che Vaggie. Iniziò così una conversazione animata, ma al contempo acida, dove Vaggie si irritava sempre di più, e Velvette ne approfittava per farle un po' di sano teasing.

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