8. Troppo facile

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Siamo due scostumati
Noi a volerci bene non riusciamo a smettere
E un'altra notte finirà
Che ci vogliamo diversi e poi restiamo gli stessi
🌻🌻🌻🌻

Un cagnolino che fa le feste quando il padrone rincasa dal lavoro; questa fu l'impressione che ebbe di Matteo nel momento in cui si schiantò contro di lui per abbracciarlo.

Le gambe di Manuel resistettero all'impatto e un grande sorriso gli si allargò sul volto.

"Auguri ancora, fraté!"

Gli strofinò un pugno chiuso tra la folta chioma di ricci mentre l'altro arricciava il naso.

Nel salone erano presenti i suoi compagni di classe, gente di scuola che conosceva di vista e persino Chicca, con la quale aveva perso i rapporti.
Dopo uno shock iniziale si riprese, continuando a ricevere pacche sulle spalle e auguri di compleanno.

Qualcuno alzò la musica al massimo e le luci vennero nuovamente spente, lasciando la casa in un tripudio di colori tra il rosa, il viola ed il blu diffusi dalle lampadine affisse ad ogni superficie disponibile.

Si sistemò vicino le scale, in un angolo tra Nina e Chicca, trangugiando una birra e ascoltando vagamente la conversazione noiosa.

Era una situazione di merda, ma non era quella a turbarlo.

Assottigliò lo sguardo, passando in rassegna ogni volto che poteva, cercandone uno in particolare.

"Da quant'è che state insieme?"

"Un annetto ormai"
Nina gli mise le mani attorno ai polsi che ciondolavano sopra le sue spalle in una specie di abbraccio da dietro.

Chicca annuì con un ghigno "Vedo che hai un tipo..."

"Mh, mh...", rispose lui distrattamente.

"Senti, ma invece Simone?"

Tornò sul pianeta Terra di botto.

La domanda uscì fuori di getto "'Simone', che? Non è il mio tipo."

"No dico, pensavo sarebbe arrivato co' te. 'Ndo sta?"

Manuel corrugò la fronte "Non era con voi a sistemá casa?"

Entrambe le ragazze scossero il capo, perplesse.

Nella sua testa si crearono mille scenari diversi per il quale Simone non si trovava lì, e tutti lo rendevano particolarmente depresso.

Era la sua festa.

L'unico giorno dell'anno nel quale si concedeva di sentirsi un po' speciale, di illudersi che si meritava amore persino un buon annulla come lui.

E Simone non c'era.

Dove stava? In giro a farsi i cazzi suoi, senza nemmeno degnarsi di venire ad aiutare i suoi amici.

Forse era colpa sua.
Colpa sua perché sapeva che Simone un tempo aveva provato forti emozioni per lui e ore prima l'aveva quasi baciato.
E come poteva Manuel, aver potuto credere che fosse tutto apposto tra loro dopo una cosa simile?
Che poi lì per lì non l'aveva capito, c'era arrivato solo quando, nella solitudine della sua camera, una presa di coscienza s'era fatta strada anche tra le fessure più strette delle alte mura che si era costruito attorno al cuore.

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