20. Esci o muori

607 36 52
                                    

E ti guardo andare via
Sai, la tua schiena non è niente male
Devo digerire tutte le parole che non son riuscito a dire
Ma forse è tardi, me ne andrò a dormire
Ma io non so finire, tu non sai ascoltare
E io non so capire, non mi so spiegare
Mandiamo tutto a puttane
🌻🌻🌻🌻



La sua schiena punteggiata da piccoli nei sparì dalla vista di Manuel.

Doveva esserci un modo. No, non poteva andare così.

Lo rincorse, la pelle immacolata che si mostrava un momento per poi scomparire dietro l'angolo. C'era un bivio.
Dal passaggio a sinistra arrivava una corrente d'aria fredda, da quello di destra un'insolita aria calda.

Scelse quello a sinistra.

Si ritrovò in mezzo alla neve, da solo.

"Simò?" chiese incerto
"Simone?" ripeté ad alta voce, ruotando su se stesso.

Lo vide. In mezzo a quel bianco sembrava una creatura fatta di luce pura.
Mosse un passo dopo l'altro, scalzo, sul terreno scricchiolante -ma indolore- fino a ritrovarsi di fronte a lui, voglioso di sfiorarlo. Il minore lo fissava con occhi diversi, lo sguardo asettico, come se guardasse un oggetto inanimato.

"Simo dai, torniamo dentro."

Non l'aveva scorta precedentemente, ma l'altro aveva in mano una freccia.
Senza dirgli una parola prese la propria, chiudendovici attorno le dita in modo che la stringesse.
Rivolse la punta verso il suo petto.

"Che- che stai facendo, piccolé? Attento."

Che era un modo per dire: Mi stai spaventando.
Non capì se rimase un pensiero o lo espresse a voce.

Simone non staccò mai gli occhi dai suoi "Baciami."

Il cuore di Manuel fece una capriola.
Improvvisamente tutto il resto sembrò distante. Non appena si sporse in avanti, una goccia di sangue stillò là dove la freccia affondava.
Si scostò immediatamente.
Al corvino pareva non importare, continuava ad attendere, i capelli scompigliati dal vento.

Inclinò leggermente il capo
"Non mi vuoi?"

Era il suono più dolce che Manuel avesse mai udito; trasudava miele e lo tentava in ogni sfaccettatura.
"Sì."

"Allora mi ucciderai."

Scosse la testa "Non posso farlo. Non voglio farlo."

"Puoi spezzarla."

La tastò "E come? È di ferro."

Muto, Simone spostò l'attenzione dietro di sé: come sbucato dal nulla, Mimmo si era palesato alle proprie spalle.
Accadde tutto nel giro di pochi attimi.
Il minore premette le labbra su quelle dell'altro con passione, e quando Manuel provò a muoversi in avanti avvertì il gelo penetrare nel cuore.
Si fissò il petto.
La freccia lo lacerava all'interno ed era lui stesso a spingerla in profondità.
Tossì. Un fiotto carminio si riversò fuori dalla bocca.

"No..." rantolò "fermo!"

Simone lo fissò mentre baciava il ragazzo, che ora aveva capelli più corti e tratti più morbidi. Valerio.

GirasoliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora