13. Cinque minuti all'inferno

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Due uomini si baciano sopra ad un prato
Ed è così normale
Pensa che bello vivere senza più odiare
Pappagalli volano, sento il sole nelle assi
E penso che 'sta vita non mi fa più male
🌻🌻🌻🌻



Il sorriso scivolò via dalle sue labbra.
E poi riapparse.

La prospettiva di infrattarsi con qualcuno gli apparve d'improvviso più interessante, più eccentrica.

Simone diede una spinta vigorosa alla bottiglia, augurandosi che non si fermasse sul tipo dai capelli rosso fuoco di 5ªC -dal quale aveva sempre ignorato le avances- che nella sua testa aveva bonariamente soprannominato Malpelo.

Il frusciare rapido del cilindro che fendeva l'aria scandiva i secondi, proprio come il collo di vetro che puntava a mò di lancetta una persona diversa per scoccare l'ora X.

Luna.

Laura.

Manuel...

Matteo...

Nina.
Nina.

Il clamore generale emesso dalla comitiva Simone non lo sentì nemmeno.
Doveva essere un vero scoop: l'unico ragazzo gay dichiarato al centro dei rumors e la presunta cornuta, che accoppiata vincente!

La ragazza lo guardò, per nulla imbarazzata e lui mandò giù il groppo in gola che si era formato.

"Ma è frocio, così non è divertente!" esclamò Malpelo.

La frecciata "Invidioso?" che il corvino rilanciò in risposta venne coperta da una voce familiare.

"Che hai detto, coglione?"

"A lui non... non piacciono le ragazze, dovrebbe andarci qualcun altro" tentennò.

Vide Manuel mettersi in piedi in un battito di ciglia, innescando l'istinto di autoconservazione del roscio, che lo imitò mentre quello avanzava "Tipo te?"
Lo prese per il bevero del maglione ocra, scuotendolo  "Ripetilo, dai" ringhiò.


Per definizione la rabbia è un sentimento primordiale, determinato dall'istinto di difendersi per sopravvivere.
In questo caso, però, il sentimento non nasceva per difendersi, ma per difenderlo. E fu questo a far agghiacciare Simone.

Era un'ira impulsiva, dettata da un'indole protettiva radicata nel ragazzo che ora stringeva i pugni e mostrava gli incisivi come un cane da guardia; di quelle che ti riforniscono con una forza innaturale e dilatano le pupille.

Ryan si piazzò in mezzo ai due, sorridendo ampiamente con isteria "Dai ragazzi, non c'è bisogno..."

La verità era che Manuel non si sarebbe mai perdonato d'aver ferito il più piccolo con quel termine denigrante.
Che l'avesse quasi perso per sempre, non solo metaforicamente, ma anche fisicamente, a seguito del suo tentativo di suicidio—nonostante sapesse che non era del tutto colpa sua.
Non sopportava l'idea che Simone potesse spezzarsi ancora davanti ai suoi occhi per quegli epiteti ignoranti, che non erano solo parole.

"Nun c'è bisogno? Chiediglie scusa, testa de cazzo!" sbraitò con le braccia del fidanzato di sua sorella a trattenerlo a malapena.

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