14. Le buone maniere

766 51 49
                                    

Sì, lo sai pure te
farei mille guerre per te
🌻🌻🌻🌻


Sfasciargli la testa o sfasciargli l'auto?
Questo è il dilemma.


Con la compostezza di un soldato che si prepara a morire in battaglia, Manuel salì in sella alla sua moto alle ventidue spaccate.

Gli alberi e la strada erano una tavolozza di chiazze di colori distorte, mentre ripesava a ciò che Simone gli aveva confidato su Valerio; mentre la sua voce intimorita gli rimbombava nella testa e i suoi occhi sfuggivano ai propri nel raccontare il motivo del suo disagio.
Gli aveva chiesto di leggere la loro chat -per quanto breve- e tanto era bastato per trovare un indirizzo di residenza, ma non servì.


Spese il motore nel parcheggio di un cinema poco frequentato a Roma est, scorgendo la BMW blu scura posteggiata nel punto più distante dall'edificio. Smontò dal veicolo e si incamminò verso la figura appoggiata al portabagagli in una posa studiata a tavolino.

"Piacere, Valerio", esordì questa andandogli incontro con la mano tesa e la bocca già pronta a stampargli dei baci sulle guance.

Manuel si limitò ad arrestare la sua camminata e affondare le mani in tasca, giudicandolo silenziosamente.

Il ragazzo indossava degli occhiali da sole di marca assolutamente inutili adagiati sui capelli e vestiti fin troppo leggeri per una giornata fredda come quella.

"Be', dovevo proprio esse' fatto di brutto per essermi dimenticato di uno come te" rise cercando di lusingarlo.

Manuel gli aveva scritto dal proprio telefono spacciandosi per un tipo incontrato ad una festa di due mesi fa.
Simone aveva continuato a insistere che non avrebbe mai abboccato, ma lui aveva capito sin dal principio che caso umano fosse quello là.
E infatti, esattamente come previsto, il cretino gli aveva risposto e fissato un appuntamento.

"Sei 'na merda."

Quello si accigliò "Che?"

"Hai idea di come stia adesso Simone per colpa tua?"

"Non so di cosa tu stia parlando."

"L'amico mio che è uscito con te l'altro giorno" nonostante avesse giurato che non avrebbe usato la violenza gli si avvicinò stringendo i pugni "Non provi manco un po' de rimorso?"

"Ma chi? Il biondo? Alla fine stava bene."

Manuel aggrottò la fronte, sollevando il mento mentre il suo cervello seguiva un ragionamento. La realizzazione gli fece venire la nausea.

"Non è l'unico con cui l'hai fatto, me sbaglio?"

L'altro roteò gli occhi fingendo un'indifferenza che ben celava la consapevolezza d'essere colpevole

"Ma cosa?"

"A scemo ma che te pensi, che piscio dar ginocchio? Cazzo, sei così viscido che me risale 'a cena de Natale solo a guardatte'."

"Le persone con le quali mi vedo sanno con che intenzioni vengono contattate" alzò le spalle "Non è colpa mia se alcune fraintendono e poi frignano."

"Quindi è colpa loro se vengono molestate?" stava davvero per vomitare.

"Meh. Non userei quel termine. Sono semplicemente un po' frigide..." alzò le spalle il finto biondo "Il tuo amico, per esempio... come hai detto che si chiama? Samuele? Simone?"

Sentirlo parlare così di altri ragazzi, di altri esseri umani— di Simone era troppo.

Rise amaramente "Bello, mo te faccio frigná io, vié qua!"
Lo strattonò per la maglietta dalla stoffa pregiata, inchiodandolo contro l'auto.

GirasoliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora