23. Cielo in bocca

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And isn't it just so pretty to think
All along there was some invisible string
Tying you to me?
🌻🌻🌻🌻





Manuel aveva l'impressione che il preparare un discorso fosse come stare alle prese con un gomitolo. Il filo dev'essere ben intrecciato, senza nodi e con una direzione chiara, altrimenti rischia di spezzarsi o aggrovigliarsi. Tuttavia, man mano che si procede, basta poco per ingarbugliarsi senza volerlo, incappare in legacci e perdersi tra le maglie finendo con solo un groviglio inutile fra le mani.

Parlò al suo riflesso nello specchio.
La felpetta nera in poliestere dalla pelliccia sintetica gli conferiva l'aria di un piccolo Calimero più che da figo, i blue jeans erano un classico per andare sul sicuro, il berretto in testa invece... boh. S'era cambiato sei volte e si sentiva ridicolo in ogni capo d'abbigliamento.

"Ripijate! È Simone" si disse "Nun esse' nervoso" si diede un dei piccoli ceffoni sulla guancia per riprendersi mentalmente e rinvigorire il rossore che gli mancava in viso.
Sospirò.
"Ma che cazzo sto facendo..."

"Parli da solo?"

"Cristo!" saltò sul posto all'improvvisa comparsa di sua sorella "Non se usa più bussa'?"

"La porta era letteralmente spalancata."

"Seh vabbè..."

"Sto uscendo" con Ryan "Basta che state lontani dal tavolo da pranzo."

"Perché?"

La ragazza sollevò le spalle "Magari risolvete e poi fate altro."

Manuel ficcò la testa fuori in corridoio come uno struzzo, spalancando gli occhi "Abbassa 'sta voce!"
Sua madre era in casa chissà dove.
Andò a posizionarsi dietro la carrozzella "Anzi, nun di' niente. Te piuttosto pensa al ragazzo tuo, che io non le faccio certe porcate..."

La risata fragorosa di Viola risuonò in tutto il corridoio
"Sì certo, come se non ti sniffassi le sue felpe quando credi di non essere visto o non fantasticassi su di lui in classe almeno tre ore su sei."

Un passo dopo l'altro la spinse verso l'uscio.

"Nulla da obiettare? Come pensavo" aggiunse soddisfatta frattanto che lui premeva ripetutamente il pulsante per chiamare l'ascensore "E dimmi, il cappellino da baseball che ruolo gioca? È il tuo asso nella manica per conquistarlo?"

Grazie al cielo la scatola metallica arrivò al loro piano, facendone uscire un Ryan sorridente e con un mazzo di rose rosse.

"Ciao, Manué!... Mi piace l'outfit, stai bene."

Manuel rispose con un veloce cenno della testa "Grazie."

"Ha un appuntamento", lo canzonò sua sorella mentre si lasciava baciare sulla guancia dal fidanzato.

Stava per lanciarsi nella tromba delle scale.

"Non è un appuntamento."

Le sopracciglia di Ryan scattarono all'insù "Con chi?"

"Ciao! Buona serata!"

Li lasciò fuori sul pianerottolo emettendo il tipico grugnito di chi è pieno. Non poteva stressarsi pure con loro.
Il suo sguardo si posò sugli scatoloni di cartone abbandonati a se stessi nell'angolo vicino alla portafinestra che portava al balcone.
Sarebbe dovuto essere tutto in ordine per l'arrivo di Simone, quindi che cazzo ci facevano lá?
Aveva solo 10 minuti— che nel mondo del minore equivalevano a 5 perché arrivava in anticipo.

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