22. Il partigiano

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I can't let go, you're like the chemical
you're racing through me
My heart just pounds, pounds, pounds
It's getting louder and louder
🌻🌻🌻🌻




"Se ad esempio eleviamo il numero due alla terza, sappiamo con certezza che il risultato è otto, giusto? Questo significa che tre è l'esponente da assegnare al due per ottenere otto."

Bla, bla, bla... numeri e regole, basi ed esponenti.
Manuel ci aveva provato a concentrarsi, davvero, ma aveva smesso di prestare attenzione dopo un minuto.
Simone indossava una delle sue camice prive di grinze, il petto leggermente scoperto e i capelli gli stavano ricrescendo pian piano quasi nascondendo l'orecchino.

Ieri stava popo bene in quella tuta da rugby, co' quei panni è l'opposto de un perfettone...

"Hai capito adesso?"

Diciamo che era più incline a voler capire come funzionasse il corpo umano.

"Sì..." distolse lo sguardo, vergognandosi dei suoi stessi pensieri.

"Bene, ora fanne uno tu."

'O so' io che vorrei farme...

Gli venne indicato l'esercizio in questione e lo trascrisse sul quaderno. Restò in stallo.
Piuttosto che il pallino dell'attrazione fisica, lo tormentava la freddezza di Simone su tutti i fronti, il suo voler seppellire vivo un qualcosa che non poteva perire.

Il ticchettio dell'orologio a muro scandiva come un monito tutti i secondi persi a non parlarsi, e allora Manuel non si trattenne più— dopotutto la matematica era solo un pretesto.

"Quindi faremo finta che non sia successo niente?"

Simone sollevò lentamente gli occhi dallo schermo del cellulare
"Suona familiare non trovi?"

"Era diverso."

"Ah giusto, quella volta era davvero successo qualcosa."

Touché.

"E credi che io nce sia stato demmerda?!"

Il corvino si guardò attorno, facendogli cenno di zittirsi poiché Dante e Virginia si trovavano in casa.
La sua voce divenne un sussurro pungente "E allora cosa ti aspetti che faccia? Che venga a letto con te per lasciare che il ciclo ricominci e torni ad essere io il disperato? Tutto perché sei troppo codardo ed egoista per poter anche solo concepire cosa sia l'amore!"

Diceva la verità: era un codardo e un egoista. Per quanto stesse male nel vedere così Simone, lui aveva scelto se stesso.
Aveva scelto la loro amicizia perché l'amore era troppo rischioso, da quello non si tornava indietro— di tenerlo nella sua vita lasciandosi detestare piuttosto che fargli fare la fine delle sue vecchie amanti. E chissà se sarebbe stato pronto ai giudizi esterni... indubbiamente doveva ancora abituarsi a quelli che aveva di se stesso.
Desiderava stabilità. Desiderava prendersi il proprio tempo per ascoltarsi.

"Non voglio sesso da te."

Simone inarcò un sopracciglio, con gli zigomi carmini che ricordavano i petali dei fiori appena tendenti al rosa.

"Non voglio farti sentire usato" riformulò "Mo vuoi vendicarte restituendomi il favore e c'avresti ogni diritto de farlo... ma nun sarebbe meglio se crescessimo insieme? Andare oltre certi schemi infantili" prese un gran respiro "A volte me domando dove arriveremo, chi voglio diventare..."

Simone lo scrutò in silenzio. Chissà che frullava in quella testolina cinica.

"E pintala de dipingerme come un mostro... è più complicato di così."

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