Non Un Sogno

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Antoinette si risvegliò nel cuore della notte per ritrovarsi febbricitante ed in preda alle convulsioni. Le erano cadute le coperte, ed aveva una delle gambe di Cheryl gettata sui propri fianchi.
Le pulsava la testa, ed aveva la gola arsa. Scivolò cautamente da sotto la coscia di Cheryl e si alzò dal letto. Ad un certo punto, Cheryl doveva aver riaperto le imposte, poiché l'aria fredda filtrava nella stanza assieme alla luce grigiastra della notte.
Antoinette si lanciò un'occhiata alle spalle e vide Cheryl che dormiva con un braccio sulla faccia. Si era rivestita, mettendosi addosso una tunica maschile, talmente corta che le finiva poco sopra la sommità delle cosce. Aveva delle gambe slanciate e potenti, le dita dei piedi delicatamente a punta, come se fosse una ballerina addormentata.
Antoinette rabbrividì e si avviò verso un tavolo a lato del letto. Si versò un calice di vino allungato con l'acqua, e lo trangugiò tutto d'un fiato, lavando via il sapore fibroso che sentiva in bocca. Aveva le cosce fastidiosamente appiccicose. Si lanciò un'occhiata verso il basso, e notò delle macchie scure sulla sua pelle. La testa continuò a martellarle, mentre si avvicinava al lavatoio dal capo opposto della stanza. Avrebbe voluto farsi un bagno, ma era improbabile che avrebbe raggiunto la sala da bagno senza incappare in un inserviente, e non aveva il minimo desiderio di rivolgere parola a nessuno quella notte. Riempì il lavabo con l'acqua contenuta nella brocca apposita, prese un panno e cominciò a lavarsi. Immerse il panno e se lo strizzò sulla fronte, godendosi la frescura dei rivoli che le colarono lungo il viso, anche se stette attenta a non aprire la bocca, giacché l'acqua usata per lavarsi non era stata portata dalla superficie. Si strofinò col panno prima le braccia, poi il restodel corpo, mondando la pelle dai residui viscosi e dall'icore sulle sue cosce, finché non se la sentì graffiata ed irritata.
Stava strizzando il panno per stenderlo ad asciugare, quando si rese conto che non era più da sola. Rimase di sasso, non appena Cheryl arrivò alle sue spalle e le cinse la vita con le braccia.
«Pensavo che fosse stato Ipnos a benedirmi, ma poi mi sono accorta che non stavo sognando,» commentò Cheryl, affondando il viso nei capelli di Antoinette. Antoinette rimase immobile e dritta come una colonna.
«Pensavo che steste dormendo.»
Cheryl le diede una serie di baci dal gomito fino al collo.
«Come potrei mai dormire, quando la mia sposa ha bisogno di me?»
Tolse il panno dalle dita fiacche di Antoinette e cominciò a tracciare ogni singola linea del suo corpo, dai polsi al collo, poi lungo la schiena, prima di farla voltare verso di sé, di modo da poterle osservare il torso. Le diede un bacio su ogni capezzolo, mentre le lavava i seni. Antoinette strappò il panno dalle mani di lei e lo scagliò via.
«Grazie. Mi sono già lavata,» le fece sapere, imponendo alla sua voce di non tremare.
«Davvero? Penso che tu abbia saltato un punto,»ribatté Cheryl, allungandole una mano in mezzo alle cosce. Antoinette schiaffeggiò il polso di Cheryl e strinse le cosce, col volto paonazzo per l'ardore. Cheryl rise e si portò le dita alle labbra. I suoi occhi splendettero di gioia, quando si leccò l'eccitazione di Antoinette dalla mano.
Avrebbe mai potuto esserci qualcosa di più umiliante?
Antoinette avrebbe voluto disperatamente sparire nella terra, raschiare via gli eventi di quella sera dalla sua mente.
«Lasciatemi andare,» mormorò infine, trasalendo, quando Cheryl si chinò verso di lei, poggiando una mano sulla parte bassa della schiena di Antoinette e tenendola stretta a sé, mentre le baciò il punto pulsante sul collo.
«Mai,» sussurrò Cheryl.
Antoinette posò entrambe le mani sul petto di Cheryl e la spinse con tutta la forza che aveva in corpo. Aveva brandito falci e tagliato il grano con quelle mani, spalato la terra e costruito degli argini. Aveva sempre considerato le sue come delle mani forti, di una persona che lavorava sodo. Ma Cheryl rise e basta, restando immobile, prima di togliersi le mani di Antoinette dal petto e di baciare entrambi i suoi palmi, a turno.
Antoinette liberò una delle sue mani con uno strattone ed agguantò la brocca con l'acqua, mirando alla testa di Cheryl. La regina si chinò, e la brocca volò in aria, prima di andarsi a schiantare da qualche parte nella stanza, con un grosso fragore.
«Stai provando a sedurmi?» le domandò Cheryl. «Siete disgustosa.»
Cheryl divaricò le ginocchia di Antoinette con il piede, e subito dopo le sue dita furono dentro di lei, dove scivolarono senza alcuna resistenza.
«Tu potrai anche dirmi così, ma il tuo corpo mi dice altrimenti.»
«No. No! Sono ancora indolenzita,» replicò Antoinette, fremendo quando Cheryl le sfregò il clitoride col pollice.
«Ne sei sicura?» le chiese Cheryl, aggiungendo un terzo dito ai due che erano già dentro.
«Sì. Sì!» piagnucolò Antoinette, con le lacrime che le bruciavano gli occhi. «Farò qualunque altra cosa.» «Qualunque cosa,» le fece eco Cheryl, fermandosi. Le sue pupille erano enormi nella luce fioca. «Non è questo il modo opportuno di stipulare un accordo.»Antoinette quasi gridò per il sollievo, quando Cheryl ritrasse la mano, lasciandola dolente, ma stranamente vuota.
«In ginocchio,» le ingiunse, spingendole delicatamente le spalle verso terra.
Antoinette obbedì, accogliendo di buon grado il fresco del pavimento, a dispetto del calore del tocco di Cheryl. Premette le ginocchia fra loro, contraendo le labbra in una smorfia di repulsione, quando si accorse di quanto era bagnata in mezzo alle cosce. Cheryl le toccò i capelli.
«Antoinette. Guardami.»
Antoinette alzò gli occhi. La tunica di Cheryl le copriva a stento quello che abbisognava di coprire. Il suo viso, al di sopra della tunica, non era che una macchia sfocata nell'oscurità, ad eccezione del modo in cui la luce catturava i suoi occhi.
«Hai mai baciato una donna?» le domandò Cheryl,«Intimamente?»
Ad Antoinette ci volle un momento per capire. Scosse la testa.
«Allora lascia che ti spieghi.»
Cheryl si sollevò la tunica, esponendo la curva delle sue pudenda. Erano nascoste da una glassa di folti riccioli, neri a differenza della chioma in testa. Poggiando una mano sul retro della testa di Antoinette, Cheryl la guidò verso di sé.
Odorava di muschio, di cuoio ingrassato, di sale e di terra appena smottata. Con esitazione, Antoinette diede un bacio sul sesso di Cheryl, e fu ricompensata da un fremito.
Cheryl le disse quello che voleva. Antoinette rimase ad ascoltare in silenzio, poi piegò la testa, usando la sua lingua per schiudere le labbra di Cheryl. All'interno delle pieghe trovò una vallata di umori: la leccò obbedientemente, poi per poco non sobbalzò, quando Cheryl le strinse i capelli nel pugno. «Continua.»
Lei imparò alla svelta come muovere la lingua, nel modo giusto per far gemere Cheryl. Sbirciò da sotto le ciglia, e scorse Cheryl con gli occhi socchiusi ed il respiro irregolare. La regina continuò a direzionarla con delle frasi dirette e concise: più veloce, più lenta, più pressione. Lei obbedì come meglio poteva, trasalendo quando Cheryl le tirava i capelli, pigiandole il viso in avanti con un tale vigore che Antoinette faceva fatica a respirare.
Si aggrappò alle cosce di Cheryl per non perdere l'equilibrio, ed avvertì sotto i suoi polpastrelli i muscoli rigidi della dea. Non aveva idea di quanto fosse rimasta in ginocchio, ma le si erano addormentate le dita dei piedi e le doleva la lingua. Ad un certo punto Cheryl si bloccò per un momento, strattonandole i capelli nel pugno con una tale violenza che ad Antoinette scesero le lacrime dagli occhi. Cheryl prese a tremare contro la sua bocca, mentre Antoinette diede le ultime leccate, strappandole gli ultimi fremiti esausti di dosso.
Fu un sollievo benedetto, quando Cheryl mollò la presa dai suoi capelli. La regina si appoggiò alla parete, con l'affanno e gli occhi chiusi. La sua tunica ricadde giù, tornando a coprirla.
Forse era solo frutto della sua immaginazione, ma ad Antoinette parve di vedere un lieve tremore nelle mani della dea. Fu stranamente gratificante sapere che, per quanto fosse priva di qualunque esperienza, riusciva a fare quell'effetto sulla Signora dei Dannati. Antoinette avrebbe voluto convincersi di aver fatto solo come le era stato ordinato, nulla di più, ma allora perché avvertiva dei sentimenti tanto conflittuali nel vedere Cheryl così vulnerabile?
«Vieni qui,» le disse Cheryl. Antoinette si alzò in piedi, ed Antoinette le diede un bacio lungo, profondo e vigoroso. Dopodiché tornarono a letto, come prima.
Cheryl la cinse con le braccia attorno alla vita, tenendola stretta a sé, ed Antoinette provò ad ignorare quelle fitte in mezzo alle gambe che imploravano di essere sedate dal tocco di qualcun altro. Lei non voleva quello. Non poteva volerlo. Strinse forte le cosce e provò a riprendere sonno.

Prigioniera Degli Inferi - ChoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora