Ad Antoinette faceva male la gola, come se avesse ingoiato dei carboni ardenti. Tossì, poi sbatté le palpebre, e vide le stelle.
Il cielo notturno era uno spettacolo, di uno splendore smisurato. Si rilassò al contatto con la terra vivente sotto i suoi polpastrelli, e le spuntò un sorriso compiaciuto sul viso per qualche istante.
«Antoinette.»
Si ritrovò Cheryl accanto, stralunata, con i capelli sciolti tutti scompigliati ed il chitone calato su una spalla.
Antoinette si drizzò a sedere di scatto, in allarme. Il dràkon. L'incendio.
«Come fai ad essere qui?» sussurrò con la voce roca, poi fece un colpo di tosse, affondando il viso nel gomito. Deglutì e tentò di nuovo.
«Sto sognando? Sono morta?» chiese, con la voce che raggiunse una nota di isterico terrore.
Cheryl cinse le guance di Antoinette con ambo le mani.
«Io sono qui, fisicamente. Siamo in superficie, e ti assicuro che non sei morta.»
Antoinette la abbracciò, schiacciando il volto nell'incavo della spalla di Cheryl. Le puzzavano i capelli di fumo, o forse era il vento che lo stava ancora trasportando in loro direzione.
«Sei tornata per me,» mormorò, chiudendo gli occhi. Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per lei. Potevano pur aver visto e sentito qualcosa, ma erano veramente in pochi quelli che osavano sfidare Demetra.
«Sempre,» la rassicurò Cheryl.
Antoinette avrebbe potuto restare così per l'eternità, ma cominciarono a venirle i crampi alle gambe, e si levò in lei la consapevolezza che non erano ancora al sicuro. Si ritrasse e si strofinò gli occhi con una mano. Al vestito di Cheryl mancava una fibula. Antoinette lisciò i bordi calati del chitone di
Cheryl e li rimboccò nel bordo superiore dello strofione, trasformando l'abito della regina in un capolavoro con una singola spallina. Afrodite sarebbe stata senza dubbio fiera di lei.
«Come fai ad essere qui?» le domandò, mentre finiva di sistemarle il tessuto.
«Ho dato a Zeus qualcosa che voleva. Suo figlio, Piritoo.»
Antoinette trasalì.
«Ma il suo giudizio...»
Cheryl sospirò.
«Sarà di nuovo nelle mie mani, fra non molto.»Scosse la testa, lasciando andare Antoinette. «Ero convinta che non avresti corso rischi. Non avevo minimamente sospettato... avrei dovuto...»
Gli occhi di Antoinette si riempirono di lacrime. «Non è colpa tua. Sono io quella da biasimare. Io...»
«No!» Cheryl fece un profondo respiro. «Non gettare delle colpe su di te. Tu sei l'unica che non ne ha alcuna in tutta questa storia. Demetra è caduta più in basso di quanto avrei mai immaginato.»
Strinse la mano di Antoinette, prima di mollare la presa.
«Riesci a stare in piedi? Dobbiamo andare.»
Esitò. «Se vuoi accettare il mio aiuto.»
Antoinette si alzò in piedi, imitata subito da Cheryl, che la teneva attentamente d'occhio, come se temesse che potesse cadere da un momento all'altro. Antoinette non era così fragile.
«Mi riporterai negli Inferi?»
Cheryl serrò la mandibola.
«Se è ciò che desideri.»
«E se non lo fosse?»
Cheryl guardò di lato.
«Allora non ti forzerei.»
Antoinette si lasciò uscire un sospiro. Era già un buon inizio, ma non bastava.
«Ho la tua parola?»
«È tua.»
In quel momento, dopo tutto ciò che era successo, Antoinette ebbe finalmente un sentore di quello che voleva... no. Di quello di cui aveva bisogno. Doveva avere entrambi: Cheryl ed il mondo in superficie. Non sarebbe sopravvissuta senza uno dei due, non più. Ma non era quello il momento di dar voce ai suoi pensieri.
«Allora sì,» annunciò. «Faremmo meglio ad andare.»
«E perché mai? Cheryl non ha ancora goduto della
mia ospitalità.»
Antoinette si voltò lentamente da Cheryl e scorse sua madre, che si stava avvicinando a dorso di cavallo, con le sue ninfe al seguito – solo due di loro, stavolta. Non appena Demetra gli si accostò, strattonò le redini con vigore, ed il suo cavallo indietreggiò, impennandosi in aria, prima di risbattere gli zoccoli a terra con un tonfo.
Cheryl si spostò appena, per parare Antoinette col proprio corpo.
«Demetra,» esordì, tenendo la mano fissa sull'elsa della sua spada.
«Cheryl,» sussurrò Antoinette. «Mia madre ha trovato una specie di arma, un veleno...»
Cheryl intrecciò le dita con quelle di Antoinette per qualche attimo, mettendola a tacere. Antoinette si mordicchiò il labbro inferiore, senza mai staccare gli occhi dalla madre. Solo lei sapeva di cosa fosse davvero capace Demetra. A quali bassezze potesse spingersi pur di raggiungere il proprio obiettivo.
Demetra continuò a sorridere, ma non smontò da cavallo. Non indossava armature, ma aveva portato con sé il suo arco ed una faretra. Il fulgore aranciato delle torce tenute dalle ninfe faceva risplendere nei suoi occhi un luccichio dissennato.
«Sei venuta per uno scontro,» dichiarò, lanciando un'occhiata alla spada inguainata di Cheryl.
«Preferirei parlare,» replicò Cheryl. «Come degli adulti dotati di raziocinio.»
Il fienile continuava ad ardere in lontananza, e dall'incendio si levavano sbuffi di fumo nell'aria. La struttura cigolò, prima di implodere su sé stessa.
Demetra scoppiò a ridere.
«Se avessi voluto parlare, saresti venuta da me a chiedere la mia benedizione per le nozze con Antoinette.»
«Se tu ne avessi avuto la possibilità, l'avresti tenuta sotto la tua ala per l'eternità,» ribatté Cheryl.
«Com'è mio diritto!»
Antoinette fece un passo avanti.
«Voi avete perduto ogni vostro diritto di maternità il primo giorno che mi avete rinchiusa in quella cella. Ora sono io a decidere del mio fato.» Si avvicinò a Cheryl. «Ed io scelgo di restare sposata con Cheryl.»
La regina degli Inferi le lanciò un'occhiata sconvolta.
Demetra ridacchiò.
«Ma che dolce. Mi dà il voltastomaco.»
Antoinette guardò le mani di Demetra.
«Lasciateci passare, madre. Zeus ha benedetto la nostra unione.»
Demetra strinse gli occhi.
«E questo cosa vorrebbe dire, esattamente? È
stato lui a portarti in grembo per nove mesi? È stato lui ad allattarti al seno, a vegliare su di te mentre dormivi?»
«Voi mi avete dato la vita, ed io vi sarò sempre grata per questo.» Antoinette protese i palmi, tentando di placare la madre, e fece al contempo un passo verso di lei. «Ma adesso devo prendere da sola le mie decisioni.»
«E tu sceglieresti davvero lei?» domandò Demetra, incredula.
Antoinette distolse per un istante lo sguardo da Demetra, per posarlo su Cheryl.
«Sì. Lo farei.»
Quando si voltò di nuovo, Demetra aveva incoccato una freccia. Sulla punta di metallo scintillava un liquido oleoso.
«E sia,» annunciò.
«Antoinette!» esclamò Cheryl.
Senza riflettere, Antoinette si lanciò di fronte a Cheryl. Avvertì uno spostamento d'aria e sentì un tonfo da qualche parte nella boscaglia dietro di lei. Un attimo dopo stava cadendo a terra, con gli arti paralizzati ed il volto rivolto verso il cielo. Udì delle grida, come se fossero a grande distanza da sé, o come se stesse sott'acqua.
Da come le bruciava il braccio, sembrava che si stesse corrodendo da dentro. Qualcuno stava urlando a squarciagola. Antoinette si trovò a pregare fra sé che si fermasse.
«Tu, laggiù!» Era la voce di Cheryl. «Trova subito Ermes, e digli di andare a prendere Asclepio. Muoviti!»
Il figlio di Apollo? Ma Antoinette non aveva bisogno di un medico. Aveva soltanto bisogno di dormire.
Il viso di Cheryl incombeva su di lei, con la fronte aggrottata per la preoccupazione. Antoinette avvertì l'impulso di allungare una mano per sfiorarle la guancia, e darle conforto.
«Dormi, mia adorata,» le mormorò Cheryl. «Dormi come facevi un tempo. È la cosa migliore. Rallenterà il veleno.»
Il veleno. Già, Demetra aveva detto qualcosa a proposito del fatto che vi avrebbe intinto le punte delle proprie frecce. Ma non poteva essere dovuto a quello: Antoinette si sentiva come se le si stesse sciogliendo la carne. Era impossibile che sua madre avesse fatto qualcosa di tanto crudele.
Il dolore si diffuse dal braccio lungo tutta la spalla ed il petto. Le grida cessarono all'improvviso, e lei si sentì come se qualcosa le stesse strizzando via tutta l'aria dai polmoni. Ah. Allora le urla fino a quel momento erano state le sue.
Cheryl le prese la mano dal lato illeso e le premette il palmo contro la terra.
«Torna da Gaia, mio fiore prezioso,» le sussurrò. «Solo per un po'. Hai il mio permesso.»
Antoinette fece un respiro profondo e tremante, e le sue dita si avvinghiarono alla terra, affondando alla ricerca anche della minima goccia di umidità al di sotto della superficie. Chiuse gli occhi, e fu inghiottita dalle tenebre. Nessuna paura, nessun dolore, nessun ricordo. Solo lei ed il cuore sognante della terra.

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Prigioniera Degli Inferi - Choni
FanfictionConosciamo tutti la storia... Ade rapisce Persefone, figlia di Demetra, e la conduce di forza con sé negli Inferi, per.... ecc. Ma vi siete mai chiesti come la storia sarebbe andata...se... SE il dio degli Inferi fosse stata in realtà una DEA bellis...