Il Signore Oscuro

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Severus si smaterializzò direttamente a Malfoy Manor, il posto in cui il Signore Oscuro si trovava. Agitò velocemente la sua bacchetta e oltrepassò il cancello. Superò Lucius e Narcissa che sembravano peggio del solito, e si precipitò a inginocchiarsi ai suoi piedi.

"Severus, mio fedele servitore. Potter è tornato ad Hogwarts?" Sibilò.

Rimanendo a testa bassa disse, "Sì mio signore. Sono tornati tutti."

"Ti ha già chiesto qualcosa Silente?" iniziò a camminare attorno a Severus.

"No, mio signore. Quest'anno ha richiesto un corso privato di Potter. Non dirò di cosa."

Sibilò arrabbiato, marciando intorno. Finalmente si piazzò davanti a Severus. "SCOPRI DI CHE COSA ALLORA."

"Sì, mio signore." Con quello capì che lo stava congendando. Correndo fuori per far sembrare che avesse fretta di ottenere risposte, passò accanto a Narcissa, la quale lo guardò con lo stesso sguardo che aveva assunto a casa sua, quando gli aveva fatto fare il voto infrangibile. Non le disse niente, con l'intenzione di tornare ad Hogwarts.

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"Ora ragazzi, è da una settimana che siamo sugli incantesimi non verbali. Eppure nessuno di voi, a parte Granger, può sollevare una sola cosa in modo senza pronunciare l'incantesimo a voce alta. Mi aspetto che tutti scrivano un saggio di 90 cm sul modo corretto di eseguire questi incantesimi e che lo consegniate lunedì mattina." Dei grugniti si sollevarono nella classe. "Eccetto per la signorina Granger, tu mi scriverai un saggio della stessa lunghezza sull'incanto patronus. Ho riletto i tuoi GUFO e l'incantesimo patronus è stato uno di quelli in cui non sei andata bene."

Hermione annuì. Quello era l'unico incantesimo che  sembrava non riuscisse a fare perfettamente. Dopo quello, Severus si affrettó a congedare la classe e tutti uscirono. Tutti tranne Hermione. "Signore, per la lezione di domani," Disse piano. "C'è bisogno che porti qualcosa?"

"Potter, Weasley, aspettate fuori la vostra amica. Questa non è ovviamente una cosa che vi riguarda." Aspettò che uscirono del tutto dal suo campo visivo prima di continuare. "La tua borsa per prendere appunti. So che vorrai farlo. E inoltre, se ne hai bisogno, il mio ufficio è disponibile per i compiti solo per domani."

Ella annuì. "Sì, e la ringrazio per questo. La libreria ultimamente si sta facendo troppo affollata. Tutti vogliono stare con il prescelto. Per non parlare di Lavanda Brown che segue Ronald dappertutto." Severus la osservò mentre fissava un ragno sul pavimento. Ne sembrava disturbata. 'Non mi piace Ron. Non lo considero diverso da un amico, ma è fastidioso avere Lavanda sempre che lo pedina. Non possiamo più nemmeno avere una semplice conversazione."

Sentì la voce nella sua testa. Questa volta non aveva le idee chiare, quindi non sapeva perché stava ascoltando i suoi pensieri. Sapeva però che per tutta la settimana aveva provato emozioni che non capiva. Rabbia, beh si intende più del normale, fastidio e gelosia mischiati con la confusione. Magari le loro onde cerebrali erano ancora collegate. Avrebbe dovuto fare altre ricerche su questo. Non sapeva comunque se lei volesse che lui sentisse i suoi pensieri o no.

Il giorno dopo Severus si svegliò sentendo un bussare alla porta del suo ufficio. Grugnì e si alzó, pensando fosse qualche suo collega. Non si preoccupó neanche di prendere una maglia per coprire il suo petto nudo.

Era la Granger. Si svegliò in un istante, con la mente intontita e pienamente consapevole della sua mancanza di vestiti. Lei arrossì, osservando il suo petto, le cicatrici potevano ricoprire ogni parte visibile. Severus rimase a torreggiarla in tutta la sua altezza e lanciò il suo sguardo più minaccioso. Non si sarebbe mai aspettato di trovarla lì così presto. "Granger, sei decisamente in largo anticipo."

Lei balbettò. "Mi scusi, signore. Volevo solo finire il mio lavoro il prima possibile. Poi magari iniziare la lezione presto per portarci avanti."

Non aveva neanche avuto il tempo di prepararle la lezione. Tanto meno passare l'intera giornata con lei.
Lui grugnì e fece un cenno con la testa per farla entrare. Lei si sbrigò ad entrare e si sedette nello stesso posto in cui si era seduta l'ultima volta come se fosse a casa sua. 'Il suo petto sembra tonico anche con quelle cicatrici.' La sua osservazione lo prese alla sprovvista, portandolo a realizzare come era vestito. 'Non assomiglia per niente all'immagine che mi ero fatta di lui su cosa nascondesse sotto il frock'

Come se lo aspettava sotto il frock? Avrebbe davvero voluto chiedere, ma tenne a freno la lingua. Invece ne approfittó per mettere su una canotta. Non era ancora completamente sveglio, aveva bisogno di un risveglio calmo per evitare di arrabbiarsi.

°MARI°
03/04/2024 10.33AM

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