Mi sono sempre chiesta come fosse sentirsi soli, io l'ho appena scoperto.
Sono in un aereo, da sola, verso l'America perché sto andando a vivere da mia madre dove non ho amici o parenti, non ho nessuno eccetto mia madre.Cinque anni fa i miei genitori divorziarono ed io dovetti scegliere tra mamma e papà.
Ho scelto papà per il semplice fatto che mia madre voleva trasferirsi in America dove c'era la sua migliore amica mentre io non volevo dato che tutta la mia vita era in Italia.
Non riesco a pentirmi della decisione di andarmene da casa.
Roma mi mancherà. Mi mancheranno i miei amici, mi mancherà il mio papà e la sua nuova compagna, ma loro voglio viaggiare ed io finalmente rivedrò la mia mamma.
Un po' di rancore verso mia madre lo provo, lei mi ha lasciata quando io avevo bisogno di lei, ma la capisco. Voleva rifarsi una vita lontana da mio padre e poi gli mancava la sua migliore amica.
Eccoci arrivati ad Atlanta, è qui che mi sto trasferendo.
Mia madre è Brenda, vive nella casa di fronte a quella della sua migliore amica d'infanzia, Jessica.
L'ultima volta che ho visto Jessica è stato quando avevo sette anni, lei veniva a trovarci ogni tanto.<<ecco qui la mia figlia preferita>> mia madre mi venne in contro stritolandomi
<<sono la tua unica figlia mamma>> risi alla sua affermazione
<<oh mio dio come sei cresciuta Irina>> Jessica mi prese le mani e poi mi abbracciò, io invece mi limitai a sorridere
<<ti piacerà vivere qui>> mia madre mi sorrise
Ed eccoci arrivati nella mia nuova casa.
Di essere grande lo è, ha anche un giardino, ma questa non è la casa dove sono cresciuta.
Mia madre fa l'avvocato quindi un po' di lusso se lo può permettere.<<questa è la tua stanza, l'ho arredata in base al tuo stile, spero ti piaccia>> aprí la porta dell'ultima stanza in fondo al corridoio
In effetti era eccome nel mio stile.
Le pareti erano di un grigio chiarissimo brillantinato, un letto matrimoniale attaccato alla parete con affianco un comodino, un'ampia finestra nella parete accanto al letto, una scrivania molto grande nella parete di fronte al letto, uno specchio accanto alla scrivania, una libreria con il mio genere di libri preferito, un armadio bianco ed infine una pianola accanto alla scrivania.
<<ho pensato che ti facesse piacere avere una pianola in camera, anche se non è il tuo pianoforte>>
<<mamma io non suono da quando te ne sei andata>>
Ho iniziato a suonare il pianoforte all'età di cinque anni e mia madre era la mia più grande sostenitrice.
Lei mi ha regalato la mia prima pianola quando ero piccola, il mio primo pianoforte una volta cresciuta, mi ascoltava suonare e veniva a tutte le mie esibizioni. Ma da quando è andata via non sono riuscita più a suonare.
<<mi dispiace di essermene andata ma lo sai anche tu che stavo male, io volevo portarti con me ma->>
<<ma io non ho voluto perché la mia vita era Italia, non volevo lasciare quel poco che avevo per seguirti>>
<<lo so tesoro, hai ragione, mi pento della decisione che ho preso. Puoi perdonare la tua mamma?>> iniziò a piangere coinvolgendo anche me
<<ti ho già perdonata mamma>> l'abbracciai immediatamente
<<abbiamo lasciato Jessica da sola di sotto, andiamo?>> sciolsi l'abbraccio asciugandomi le lacrime. Mia madre mi sorrise, poi scendemmo di sotto
<<allora Irina, ti va di conoscere i miei figli?>> Jessica mi sorrise euforica
<<certo, perché no>> sorrisi
<<allora vi aspetto sta sera a casa mia, mio marito non c'è quindi Brenda ce la spasseremo alla grande>> guardai mia madre ridendo
<<come sempre>> mia madre iniziò a ridere insieme alla sua migliore amica
Invidio il loro rapporto, io non ho mai avuto una migliore amica.
Gli amici li avevo però erano solo amici con cui passare il tempo, tutto qui.
Non avevo nessuno con cui confidarmi, ridere, piangere, sfogarmi. Non avevo nessuno con cui essere me stessa al cento per cento.
Quindi forse nella mia vita un po' sola sono stata.<<ci vediamo alle 19:00 in punto, non fare tardi come al tuo solito>> disse jessica prendendo in giro mia madre
<<ehi io sono sempre puntuale>> mia madre rise alla sua affermazione, sapeva che stava dicendo la verità. Mia madre è sempre stata una ritardataria al contrario mio che sono un orologio svizzero
<<certo come no, ora vado>> rise e chiuse la porta
<<allora hai tempo per sistemare le valige e farti una doccia veloce>> disse mia madre sorridendo
_________________________________
Ciao raga
Questa è la mia seconda storia su javon, diciamo che la prima l'ho scritta quando ero più piccola quindi fa un po' schifo. Questa vi assicuro che sarà migliore.
Baci
Zoe🖤
STAI LEGGENDO
kindred souls
RomanceIrina Davis si trasferisce dalla madre in America lasciando suo padre in Italia. Javon Walton,stronzo apocalittico,si troverà a fare i conti con la bontà di Irina. Cosa succederà?