Capitolo 14

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Non so bene come sia successo. È stato tutto così rapido, così intenso.

Era successo un giorno fa, e per un attimo, mi aveva guardata come se fossi l'unica persona al mondo. E mi aveva baciata.

Le sue labbra si erano posate sulle mie con un'urgenza che mi aveva lasciato senza fiato.

Ma adesso era come se quel bacio non fosse mai esistito, dato che ignora i miei messaggi.

Lo vedo in corridoio, appoggiato al suo armadietto con lo sguardo indifferente, circondato dai suoi amici. Mi avvicino con un misto di emozione e nervosismo.

Forse si è sentito a disagio, forse non sapeva come affrontarmi, ma voglio parlargli, voglio capire cosa sia successo.

<<ehi, Javon>> dissi provando a suonare normale

Lui alza appena lo sguardo, mi fissa per un attimo e poi lo distoglie, come se non mi avesse neanche vista.

<<cosa vuoi?>> disse con tono freddo, quasi annoiato

Mi sento come se mi avesse appena tirato un pugno nello stomaco. <<volevo solo parlare dell'altro giorno>> sussurrai sentendomi sciocca a dirlo davanti a tutti

Lui ride, come se avessi detto la cosa più ridicola del mondo. <<dell'altro giorno?>> ripetè, scuotendo la testa

<<Mary, non fare storie per niente. Era solo un bacio>>

Solo un bacio. Quelle parole mi rimbombano nella mente, facendomi male. Per me non era stato solo un bacio, era stato molto di più.

<<solo un bacio?>> ripetei, incredula

<<ma... pensavo che significasse qualcosa>>

<<senti, non so cosa tu ti sia immaginata, ma non significa niente>> ribatté lui, il tono era ancora più duro

<<non metterti strane idee in testa>>

<<strane idee?>>

Non riesco a credere a quello che sto sentendo. Proprio lui, che mi aveva guardata in quel modo...Ora mi tratta come se fossi solo un
fastidio.

<<esatto>> rispose, senza guardarmi

<<ti conviene scendere dal mondo delle favole, Irina. Non tutti hanno il tempo di preoccuparsi dei tuoi sentimenti>>

Mi sento spezzata, ma decido di rimanere li, di non dargli la soddisfazione di vedermi cedere.

<<e quindi tutto questo, per te, è solo uno scherzo?>>

Finalmente mi guarda, ma c'è una freddezza nei suoi occhi che non avevo mai visto prima.

<<si, mary. Era solo uno scherzo. E spero che adesso tu possa tornare a fare la brava bambina senza continuare a perseguitarmi>>

Quelle parole mi fanno male, più di quanto pensassi possibile. Rimango lì, immobile, senza sapere cosa dire.

Vedo i suoi amici che ridono alle sue spalle, e capisco che per lui è tutta una recita, che mi sta umiliando davanti a tutti.

Prendo un respiro profondo, cercando di mantenere la calma.

<<sai una cosa, Javon? Sei proprio un codardo>> la mia voce era ferma, nonostante il nodo che mi stringeva la gola

<<non hai il coraggio di ammettere cosa provi, e allora fai finta di niente, fai finta che sia stato tutto uno scherzo>>

Per un attimo, vedo qualcosa nei suoi occhi. Una fiamma che si accende e si spegne subito, come se fosse stato colpito nel profondo. Ma poi torna a ridere, una risata amara e sarcastica.

<<pensa quello che vuoi. Non mi importa>>

Lo guardo un'ultima volta, cercando di imprimere nella mia mente quel suo volto che adesso mi sembra così estraneo.
Poi mi giro e me ne vado, lasciandolo lì, tra i suoi amici e le sue risate vuote.

Ma mentre cammino via, sento una fitta nel petto, come se una parte di me si fosse spezzata, come se avessi lasciato qualcosa di importante alle sue spalle.

Forse è meglio così. Forse è meglio sapere che tipo di persona è davvero.

Ma non riesco a togliermi dalla mente quel momento dove mi aveva salvata, quel bacio che mi aveva fatto credere che potesse esserci qualcosa di più.

Mentre esco dalla scuola, mi accorgo di essere arrabbiata. Non tanto con lui, ma con me stessa, per aver pensato, anche solo per un istante, che dietro quella sua facciata fredda e sarcastica ci fosse qualcosa di buono.

A Jayla ed Esther non ancora ho detto nulla perché volevo prima chiarire le cose con lui, ma a quanto pare non c'era niente da chiarire, almeno per lui.

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