12) «Chi è Chloé?»

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Il tradimento è come una partita a nascondino: alla fine, tutti vengono scoperti

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Il tradimento è come una partita a nascondino: alla fine, tutti vengono scoperti.

Francesca Garcia

Il profumo dell'ammorbidente con cui avevo lavato le lenzuola il giorno prima mi arrivò fin dentro le narici. Tenendo ancora gli occhi chiusi, allungai le braccia in alto e mi stiracchiai per bene tutti i muscoli. Roteai verso destra, dalla parte del letto in cui dormiva mio marito, ma quando lo cercai a tastoni con la mani mi resi conto dell'assenza del suo corpo. Solo in un secondo momento le mie orecchie udirono il rumore che produceva il soffione della doccia nel bagno personale della nostra stanza.

Aprii gli occhi e spostai la mia testa dal mio cuscino a quello di mio marito, infilandocela completamente all'interno. Sorrisi quando al posto dell'ammorbidente inizia a sentire il suo di profumo. Oggi era il giorno del suo compleanno.

Ero tornata a casa da una settimana e le cose erano andate stranamente bene. Nessun litigio, neanche per scherzo o per cose primarie. Dormivamo insieme, facevamo colazione insieme, qualche volta andavamo in palestra insieme, guardavamo film insieme. Ora che le corse non erano in programma ci stavamo godendo tutti i suoi giorni di riposo dal lavoro.

Io avevo cucinato per lui, lui aveva suonato al pianoforte per me. Era tutto un dare e ricevere in perfetta armonia. Eppure, per quanto riguardava il nostro rapporto fisico... Era complicato da spiegare. Dopo l'interruzione dei nostri cognati non si erano più creati scenari ad alta tenzione. La notte ci abbracciavamo e ci accoccolavamo l'uno all'atro e il mattino seguente ci svegliavamo con tocchi leggeri o piccoli baci sul volto, ma non eravamo mai andati oltre ciò.

Data la piena mattinata che mi aspettava, decisi che era il momento di alzarsi. Nonostante il mio cellulare si trovasse sul comodino disposto dalla mia parte del letto, decisi di voltarmi verso il comodino di mio marito e vedere sul suo cellulare che ore fossero. Oltre al fatto che mi trovavo più vicina al suo telefono, un motivo principale del perché preferivo vedere l'orario da li era la soddisfazione nel vedere la mia foto profilo come sfondo.

Mi misi a sedere con le spalle verso il muro e poggiai un dito sul suo cellulare. La prima cosa che mi apparve dinanzi agli occhi però non fu la mia foto - come succedeva sempre - o l'orario, ma un messaggio. Diedi una rapida occhiata alla porta del bagno quando sentii il rumore dell'acqua che scendeva dal soffione cessare, e poi velocemente ritornai sul messaggio che avevano inviato a mio marito. Un messaggio da parte di una certa Chloé.

Lo voglio || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora