CAPITOLO 12

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Albus era immobile contro la porta chiusa, il respiro affannato e gli occhi sbarrati. Non era mai entrato in quella stanza e si sentiva a disagio. Scorpius, invece, si guardava intorno tranquillamente osservando ogni cosa. Erano riusciti a raggiungere lo studio senza essere notati da James o Lily, avevano usato un incantesimo appena studiato per entrare ed ora si erano chiusi dentro alla stanza misteriosa. "Qui è pieno di aggeggi babbani e roba inutile" osservò Scorpius, tralasciando le pile di oggetti per dirigersi verso la scrivania. Passandosi nervosamente una mano tra i capelli, Albus si staccò finalmente dalla porta e lo raggiunse, protestando debolmente: "Forse è meglio lasciar perdere, Scorp. Non voglio essere trasferito in un'altra scuola". Il biondo gli sorrise con affetto, abbracciandolo: "Va tutto bene, Alb. Un'occhiatina e ce ne andiamo, promesso. Non ci sorprenderanno, tranquillo". I due ragazzi si staccarono, riluttanti. Subito il giovane Malfoy iniziò ad aprire i cassetti e curiosare all'interno. Albus si sentiva molto a disagio. Provava qualcosa per l'altro giovane, ma amava anche i suoi genitori. Rispettava profondamente suo padre ed era molto legato alla madre. Non voleva deluderli o ferirli. "Cos'è questo?" si chiese a un tratto Scorpius, fissando un oggetto sconosciuto, accuratamente riposto nell'ultimo cassetto. Lo prese e se lo girò tra le mani, pensieroso. Albus, incuriosito a sua volta, sussurrò: "Mi ricorda il pensatoio di Silente, mio padre me ne ha parlato spesso". Scorpius annuì, riflettendo su quelle parole, mentre il bruno aggiungeva: "Non capisco però come si possa infilarci la testa! Forse è solo una riproduzione che non funziona veramente". "Forse" ammise incerto Scorpius, soppesando l'oggetto e voltandolo da tutti i lati. "Potremmo esaminarlo con la bacchetta, per vedere se si percepisce energia magica" propose il biondo, la fronte corrugata. Albus tornò ad essere preso dal panico, scosse la testa: "Se lo rompiamo e danneggiamo mio padre mi ucciderà, Scorp!". "Sei sicuro di essere un serpeverde, Alb?" gli chiese scherzosamente Scorpius: "Nessuno si accorgerà di nulla, se rimetteremo ogni cosa a posto". Il bruno annuì, poco convinto ma come sempre incantato dalle espressioni del viso e dalla voce dell'altro giovane. Scorpius estrasse la bacchetta, tenendo con l'altra mano l'oggetto misterioso con molta cura. Avvicinò il legno al pensatoio, cercando di percepire qualcosa. Ma, appena avvicinò la bacchetta, un filo di luce chiara sembrò sollevarsi dall'altro oggetto, come offrendosi per essere catturato. "Oddio!" esclamò Albus, sorpreso e spaventato: "Sarà un ricordo, quello?". I due ragazzi si fissarono, per lunghi istanti. "Rimettilo a posto!" urlò Albus, dimenticandosi ogni timore di essere scoperto. "Ci sto provando!" replicò in un sibilo Scorpius, scuotendo la bacchetta senza riuscire a scrollare il filo chiaro che sembrava essersi attaccato. Il ragazzo biondo provò ad agitare con maggiore forza la bacchetta ed il filo sembrò dissolversi nell'aria, mentre delle immagini sfocate prendevano forma, facendo sbarrare gli occhi ai due ragazzi.

LE COLPE DEI PADRI - DRARRY FANFICTIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora