8. | MATTIA |

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Lisa's POV:

Raggiunta la porta, uscii velocemente cercando di non dare molto all'occhio anche se così facendo, mi feci notare sbattendo il fianco sul tavolo.
Non mi girai neanche e feci finta di niente anche se dentro stavo morendo dall'imbarazzo.
Non avrei voluto rovinarmi la serata di nuovo, quindi, seguii Flavia e cercai di farmi trasportare da lei.

Arrivate in pista, provai a non pensare a tutto ciò che avevo dentro, anche se purtroppo i miei pensieri svaniscono solo quando verso giù due litri di vodka redbull, feci segno alla mia migliore amica di accompagnarmi al piccolo bar per prendere qualcosa da bere, mi ero completamente scordata di aver assunto alcool insieme ai tre ragazzi, alcune volte mi succede ma solo quando accadono cose che compromettono la mia situazione turbandomi e mandando tutto a puttane.

F: «a me sembri già ubriaca, non è meglio se eviti?»
Mi disse ridendo, anche lei non sembrava molto sobria.
L: «sono lucidissima, andiamo a  bere prima che mi si prende la depressione cronica!»
Flavia mi guardo sbuffando ma allo stesso tempo ridendo. Sapevamo entrambe di essere complici, che nonostante volessimo fare le brave ragazze, finivamo sempre insieme in qualche guaio.

Ridacchiando, presi il portafoglio, aprendolo notai che all'interno c'era una piccola bustina.
Non era niente di strano, forse un grammo di Hashish.
Lo tirai fuori, discretamente, e lo feci vedere a flavia facendole capire le mie intenzioni.

F: «non lo so.. se bevo non fumo»
Mi disse come per ricordarmi della "regola" di non mischiare mai le due cose.
L: «ma va, ne metto poco va bene? Dai divertiamoci un po' che non sgraviamo da troppo!»
Sorrisi, ma mi fermai subito notando la sua faccia super severa, che in meno di un secondo si trasformò in una franca risata.

L: «sei proprio mia sorella!»

Flavia per me, era come una sorella. Nonostante le nostre diversità, i nostri difetti e le nostre paure, non c'eravamo mai staccate l'una dall'altra, è stata l'unica e la prima ad avermi reso la persona più felice da quando stavo iniziando a crescere.
Passavo le giornate con lei sul suo tetto a fumare e a parlare di cose senza un minimo di senso, anche se la mia vita era monotona e ripetitiva, stavo bene perché c'era lei.

3:45

Era abbastanza tardi. Il locale avrebbe chiuso tra meno di un'ora, le condizioni non erano delle migliori, Flavia aveva la faccia verde. Non si muoveva, forse aveva bevuto troppo, la notai distesa sui divanetti tenendosi la testa con la mano guardando in basso.
Mi spaventai e mi sedetti vicino a lei, le tesi il braccio cercando di alzarle il viso ma non ne voleva proprio sapere di essere toccata. Sentivo una strana atmosfera, in queste situazioni di solito mi si prende il panico perché non so mai come affrontarle, soprattutto quando mi trovo in luoghi pubblici.

Presi il telefono e guardai l'orario, erano le 3 e 45 di mattina.

L: «Fla... usciamo di fuori, andiamo a prendere un po' d'aria»
Le dissi urlandole all'orecchio cercando di farle sentire.
Non si alzò e la cosa mi disturbò così tanto che cercai di tirarla su di forza, con gli occhi di tutti addosso.

Dopo qualche minuto, riprese quel minimo di coscienza tale da farle realizzare che si trovava in una discoteca e che non era da sola. Subito si alzò e corse all'esterno, dove si sentiva solo il silenzio.
La seguii scontrandomi anche con delle persone abbastanza infuriate che mi guardarono male per qualche secondo.

Uscii dalla sala ma non trovai la mia migliore amica.

L: «Flavia?! Dove sei?!»
Cercai di non farmi prendere uno di quei brutti attacchi d'ansia che mi fermavano il fiato facendomi vedere tutto offuscato fino a farmi sentire le voci.

Pepsi & Coca // TheøDove le storie prendono vita. Scoprilo ora