N8lounge.

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Sbuffo, lasciandomi trascinare dalla donna bionda, che per l'occasione sembra indossare un vestito viola scollato e con la gonna merlettata fino alle ginocchia, che lascia intravedere alcuni nei sul petto.
-Ah, come mai fai quella faccia?-
Lei inclina la testa di lato, con espressione curiosa e ammiccante, accarezzandomi il braccio.
-É solo stanchezza, ho dormito poco in questi giorni e... Ti dispiace se fumo?-
-Oh, affatto, anzi, hai qualcosa anche per me, caro?-
"Caro? Mi ha davvero chiamato in questo modo?"
-Uh... Si, ti piace il sigaro?-
-Ma certo.-
Lei sorride e mi accarezza il petto con una mano, io la guardo con una faccia infastidita, sentendo poi una ciocca di capelli grigi cadermi davanti al viso, lei me la sposta, approfittandone per accarezzarmi la guancia e io mi tiro indietro, prendo rapidamente il sigaro e glielo porgo freddamente. Lei sospira e distoglie lo sguardo, prendendo il sigaro con le dita longilinee.
-Grazie, Heinrich.-
-Nessun problema.-
Faccio spallucce e torno a camminare, accendendo il sigaro e faccio un tiro, immergendomi nei miei pensieri, mettendo un passo dopo l'altro in silenzio. Lei mi prende la mano e mi accarezza il dorso di essa. Non ci faccio molto caso, però, percepisco qualcosa, un calore sul collo, come del fiato e un sussurro.
-Ma come, Finn, non ti piace il tocco di questa bella donna?-
Dopodiché, sento qualcosa sulla spalla e mi volto di scatto, allarmato. La Schneider sgrana lo sguardo osservandomi con espressione confusa.
-Che succede, stai bene?-
Io mi pulisco la spalla, vedendo che c'era solo un semplice insetto, una cavalletta che probabilmente mi era saltata addosso da una delle piante del viale alberato per andare alla fermata del tram.
-Si, si sto bene, mi sono solo allarmato, perdonami.-
Lei annuisce e scuote la testa, riprendendo a camminare e facendo un tiro di sigaro, soffiando il fumo nell'aria. La seguo senza parlare, e anche quando arriviamo alla fermata e saliamo, restiamo in silenzio.

Una volta scesi nella fermata dove sta il fiume Reno, camminiamo per un po', poi entriamo nel bar e andiamo a metterci vicino al bancone. La musica é alta e il clima é leggero, pieno di ragazzi venuti qui per ballare e divertirsi. Lei si siede e si tende verso di me, sussurrandomi all'orecchio.
-Cosa desideri?-
Ingoio un groppo in gola, sentendomi a disagio, e percependo il mio stesso corpo irrigidirsi.
-Credo prenderò un semplice Whiskey Sour.-
Lei fa spallucce e annuisce, ridacchiando e sfiorandomi la spalla con la mano.
-Oh, non é semplice paragonato al fatto che io prendo un Martini.-
Io annuisco e mi guardo attorno nel momento in cui la donna ordina da bere, lei mi chiama subito dopo, richiamando la mia attenzione.
-Ti ho mai detto il mio nome?-
Io alzo un sopracciglio, osservandola poi abbasso lo sguardo e scuoto la testa.
-No, non credo...-
-Sono proprio una sbadata, giusto, mi chiamo Stefany, ma tu puoi tranquillamente chiamarmi Stefy.-
Mi fa un altro occhiolino e si morde il labbro inferiore, io la guardo decisamente a disagio, ma fortunatamente, a salvare la situazione arriva il barman, portandoci i nostri drink, per cui, subito prendo il bicchiere e comincio a bere, per non dire altro. La donna prende il bicchiere pieno di liquido chiaro e si poggia al bancone, sorridente, anche inarcando leggermente la schiena con fare felino.
-Allora, Finn, quanti anni hai?-
Io le lancio uno sguardo di disapprovazione per il fatto di avermi chiamato per nome e mormoro freddamente.
-Ho 44 anni, signorina.-
Lei sgrana lo sguardo, arrossendo leggermente, sorpresa.
-Te li porti davvero benissimo, bhe, io solo 35 invece.-
Io annuisco distrattamente, sbuffando, e lei comincia a parlare dei suoi Hobby e passioni di cui poco mi interessa, per cui, come sempre, passo la serata a trangugiare alcol, guardandomi attorno finché la mia vista non si posa su qualcuno in particolare, occhi azzurri coperti da piccole ciocche di capelli biondi, un ragazzo che balla sotto le luci dei riflettori del bar, i suoi occhi fissano i miei e un sorriso si fa strada sul suo viso, un sorriso crudele.
"Müller..." Neppure il tempo di pensarlo, che sento la voce della donna a fianco a me chiamarmi.
-Finn, Finn, mi ascolti o no?-
Io scuoto la testa e mi volto a guardarla, lancio uno sguardo verso la pista, ma di Müller non c'è più traccia, così torno a concentrarmi su di lei.
-Si... Scusa, hai detto qualcosa? Mi sono distratto.-
-Bhe si, ti ho chiesto se ti andava di venire a casa mia sta sera...-
Neppure il tempo di capire le sue parole che percepisco la sua mano sulla coscia, troppo vicina a luoghi dove non dovrebbe essere, così mi alzo rapidamente e scuoto la testa.
-No no... Ti sei fatta un'idea sbagliata, a me non piaci.-
Lei si acciglia, scuotendo la testa.
-Non ti piaccio?-
-No, a me non piacciono le donne.-
A questo punto, lei sbuffa e si alza, nervosa, puntandomi il dito al petto.
-Mi stai dicendo che sei gay? Figurati... Fammi indovinare, ti piace quel nano di Hoffmann, giusto?-
Sgrano lo sguardo e le afferro il polso, mormorando in tono aggressivo.
-Sciacquati la fottuta bocca quando parli di lui, é chiaro?-
Schneider si tira indietro con uno strattone, liberandosi dalla mia presa, poi indietreggia, tenendosi il polso e scuotendo la testa, offesa.
-Chiarissimo, ora capisco perché quello sciocco ti difendeva, c'è qualcosa tra voi due... Bene, fanculo allora.-
Scuoto la testa e comincio a dirigermi verso l'uscita, passandole di fianco, lei mi guarda accigliata, respirando in modo pesante, e io esco dal locale.

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