Katharina Gruber.

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Appena Marilyn esce dalla stanza, io mugolo e mi pizzico il ponte del naso, sospirando "che stanchezza..." Non ho neppure il tempo di alzarmi per fumare che entra la seconda ragazza, ha i capelli biondi legati in una crocchia, gli occhi scuri che si scrutano attorno, poi si siede e sospira guardandomi. Io accendo il registratore e lei prende parola.
-Kriminalkommissar Heinrich, giusto?-
-Proprio io.-
Lei annuisce e si schiarisce la voce.
-Bene, credo che sai il mio nome, mi chiamo Katharina Gruber, ho 20 anni e sono austriaca, studio economia a Bonn e mi mantengo da sola, lavoro in una libreria, Buchhandlung Keitel.-
Alzo un sopracciglio e annuisco, ridacchiando.
-Ragazza intraprendente vedo?-
Katharina annuisce, sicura di se.
-Allora, signorina, dimmi, da quando conosci Irideya?-
-Da quando la conosce anche Marilyn, ero prima amica sua, é lei che mi ha fatto conoscere Irideya.-
Incrocio le braccia al petto, osservandola e schiarendomi la voce.
-Che posti frequentava?-
-Oh, non era strano vederla a Markplatz, o in una libreria... O anche alla Rheinaue, amava la natura.-
La ragazza abbassa lo sguardo, sospirando tristemente e poi si gratta la nuca.
-Siete... Siete sicuri che il cadavere sia suo? Non posso crederci che lei... Che lei sia...-
Un mugolio gutturale lascia la sua gola, mentre gli occhi le si riempiono di lacrime. La osservo con tristezza, e annuisco lentamente.
-Mi dispiace molto, signorina, mi rendo conto della situazione.-
Distolgo poi lo sguardo e scuoto la testa, cercando di destarmi dall'aria pesante della stanza.
-Vi ha mai rivelato qualcosa? Tipo di sentirsi seguitata?-
Katharina annuisce rapidamente, schiaredosi la voce.
-Si, credo qualche giorno prima della sua scomparsa, non ricordo ora esattamente quando, ma spesso era circospetta e si guardava attorno, diceva di sentire di avere il respiro di qualcuno sulla nuca... Io e Marilyn non ci siamo impressionate, insomma, dopotutto lei era arrivata qui a Bonn da poco, meno di noi visto che siamo un anno avanti rispetto a lei, e pensavamo che semplicemente Irideya non si fosse ancora ambientata, tutto qua, e Irideya stessa comunque non sembrava dar molto peso a questa sensazione, anche se preferiva sempre stare con qualcuno quando uscivamo.-
Annuisco, osservandola e alzando un sopracciglio.
-Bhe, sembra che tu sia molto legata a lei.-
-É ovvio, era una delle mie più care amiche.-
Lei annuisce vigorosamente, accigliandosi.
-Che tipo di persone frequentava?-
-Non molte, almeno che io sappia, insomma, era una ragazza timida, se noi eravamo sue amiche è perché si era persa nell'università e Marilyn l'ha aiutata ad arrivare in classe, hanno chiacchierato e hanno fatto amicizia.-
Abbasso lo sguardo, pensieroso, poi annuisco.
-Va bene, grazie signorina, sei libera di andare, non ho altre domande per te.-
La ragazza annuisce e si alza, uscendo dalla stanza. Spengo il registratore e mi alzo anche io, stiracchiandomi. Mi avvio fuori dalla stanza, camminando nel corridoio illuminato da luci bianche al neon. Arrivo negli uffici, salutando i pochi poliziotti rimasti nella stanza, poi esco dalla stazione di polizia e vedo la psichiatra bionda fuori ad aspettarmi, sorridendo.
-Hai finito finalmente, Heinrich, allora, sei pronto a venire all'N8lounge con me?-
La Schneider mi fa l'occhiolino, ridacchiando, e prima che io parli, lei si avvicina, mi prende per mano e mi trascina via verso la fermata del tram.

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