Confusione.

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Un'altra notte insonne é passata, l'ennesima, la testa mi scoppia e gli occhi mi fanno male. Sono steso a letto a guardare il soffitto da ore e a pensare che cosa mi é successo la sera prima, e la situazione non fa che diventare più confusionaria. Mi alzo dal letto e vado in bagno, prima di spogliarmi e fare la doccia, mi guardo allo specchio, scuotendo la testa. I capelli castani con le ciocche bianche sono arruffati, mi coprono gli occhi azzurri stanchi e arrossati per la mancanza di sonno degli ultimi giorni, sotto essi ho delle occhiaie scure e la mia pelle sembra decisamente impallidita. Mi svesto ed entro nella doccia, godendomi l'acqua fresca che mi scorre sul corpo e che mi aiuta a svegliarmi meglio. Dopo una doccia rapida esco, mi copro con l'asciugamano, torno in camera, mi vesto con una camicia verde scura e dei pantaloni neri, dopodiché vado in cucina e questa volta mangio una pera per colazione. Mi guardo attorno, osservo i raggi caldi del sole che filtrano dalla finestra e colpiscono il pavimento, da cui, nonostante sia stato lavato, emerge ancora un forte odore di alcol. Quando termino di mangiare mi alzo e vado verso la porta di casa, uscendo.

Cammino lentamente per la strada guardandomi attorno, mi sento stordito, e vedo attorno a me troppi colori, troppe luci, troppe persone, é tutto così insopportabilmente pieno. Mi affretto ad arrivare alla fermata del tram, però prima che esso arrivi, mi fermo a comprare un giornale e lo apro, leggendo le notizie di oggi, leggendo come titolo da prima pagina «ULTERIORE PERQUISIZIONE A CASA GRIFONOTTE, COSA STA ACCADENDO?» io sbuffo sonoramente e salgo sul tram appena questo arriva, mi siedo sul primo posto libero e continuo a leggere, con sguardo nervoso e la fronte corrucciata.

«Il 14 giugno, alle ore 17:45 sono state avvistate delle macchine della polizia attorno alla casa della signorina Irideya Grifonotte, vittima di un recente omicidio da parte di Edward Müller. Il caso é nelle mani del Kriminalkommissar Finn Heinrich, tuttavia, come si spiega questa ulteriore perquisizione a casa della ragazza? Saranno stati tralasciati dei particolari nell'indagine? Sarà forse  questo il "grande impegno" che la polizia ci sta mettendo per risolvere il caso? Lo scopriremo quando andremo ad intervistare il Kriminalhauptkommissar Fischer riguardo ciò, vi terremo aggiornati.»

Le mie mani appallottolano il giornale, frementi di rabbia, mentre io respiro intensamente. "Che figli di puttana questi fottuti paparazzi." Il tram si ferma e io scendo alla mia fermata, buttando nel cestino il giornale e dirigendosi verso la centrale della Polizei, metto le mani in tasca per fumare un sigaro, ma mi fermo e scuoto la testa. "Sono troppo annebbiato per fumare ora, sarebbe solo un rischio, finirei per fare male il mio lavoro." Così tolgo le mani dalla tasca e arrivo di fronte all'ingresso. Entro e caccio un sospiro, mentre vedo diversi poliziotti seduti alle scrivanie ad analizzare dati, io li osservo e mi avvicino, curioso, mettendo le mani nelle tasche dei miei pantaloni.
-Cosa state facendo?-
Una donna bassina, con occhi che ricordano il colore del miele, capelli biondi legati in una crocchia e le lentiggini mi osserva, seduta al suo posto e lasciando il mouse.
-Abbiamo il fotogramma delle registrazioni delle telecamere di sicurezza dell'università di Bonn dove si vedono le due ragazze che accompagnano la signorina Grifonotte, le immagini però sono sfocate e noi non riusciamo a capire chi sono esattamente, temo ci vorrà del tempo prima che le troviamo.-
Io sbuffo, massaggiandomi le tempie e annuendo, rassegnandomi al fatto che ciò rallenterà di molto le ricerche. Questo finché il rumore di una porta che si apre non mi distoglie dai miei pensieri e Hoffmann si trova sull'uscio con le braccia incrociate al petto e un sorriso allegro e fiero.
-Questo lo dite voi, forse io e la mia équipe invece potremmo già aver trovato ciò che cercate.-
Io alzo un sopracciglio e metto le mani sui miei fianchi, avvicinandomi a lui.
-Di che parli, dottore?-
-Vieni, te lo mostro io stesso.-
Lui sorride e mi fa cenno di seguirlo nel laboratorio. Arriviamo fino all'anticamera e lui si siede alla sua scrivania, prendendo dei fogli.
-Io e il mio gruppo abbiamo analizzato i capelli che erano sulla spazzola che si trovava sulla specchiera della stanza della vittima, e abbiamo trovato esattamente tre tipi diversi di capelli. La maggior parte sono ovviamente di Irideya, ma si confondevano con i secondi, che sembrano appartenere esattamente ad un'altra persona, anche lei con i capelli neri. Abbiamo analizzato il suo DNA, e ne é risultato che appartengono ad una ragazza filippina di nome Marilyn Vergas... Poi, gli altri capelli erano invece biondi, e appartengono ad un'altra ragazza chiamata Katharina Gruber, di origini Austriache.-
Io annuisco e mi avvicino, lui mi fa vedere delle immagini sul foglio, io le osservo attentamente, riconoscendole come le ragazze che accompagnavano Irideya.
-Si, sono le ragazze che stavano assieme alla vittima il 27 marzo... Va bene, grazie Dottor. Hoffmann, vedrò di farle venire qui in centrale per interrogarle il prima possibile.-
Lui annuisce, sorridendo, poi inclina la testa di lato, guardandomi.
-Sai bene, Heinrich? Hai una pessima cera...-
Io ingoio un groppo in gola e abbasso lo sguardo, grattandomi la nuca e pensando velocemente ad una bugia che possa ingannarlo.
-Si... Si sto bene, é solo che di recente ho dormito male, sai, il materasso del mio letto mi sta uccidendo la spina dorsale, devo cambiarlo.-
Hoffmann mi guarda sospettoso, alzando un sopracciglio e chiaramente non bevendosela, ma decide di non indagare oltre, annuendo.
-Va bene, se lo dici tu mi fido.-
Io annuisco e comincio ad allontanarmi da lui, dirigendosi all'uscita.

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