Chi ha detto che i soldi non fanno la felicità,evidentemente non parlava dei suoi. Jennie Butler.
Questo è ciò che penso,mentre leggo la rivista Vogue perdendomi nel bellissimo panorama che mi circondava. Fin da piccola ero stata abituata che la normalità fosse avere l'autista privato,il jet privato e le ville ai tropici,per me questo era sinonimo di normalità. Ma cosa potevo farci,ero ancora troppo piccola per capire che cosa fosse davvero la realtá.
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Mentre cammino per le vie parigine con la mia borsa di celine attira la mia attenzione un bambino che si diverte a giocare con le sue macchinine facendole muovere sul prato. Questa scena mi ha riportato in mente a quando avevo 6 anni,la nostra domestica,che al tempo si chiamava Tiana,stava sistemando i miei giocattoli nuovi,quando mia madre gli desse che quelli che non volevo avrebbe potuto portarli via. Non capivo il motivo per la quale qualcuno volesse conservare i miei regali,che non usavo più. Siccome non riuscivo a non fare la curiosona,quella stesa sera chiesi a mia mamma perché avesse dato le mie cose alla tata. Lei mentre stava sorseggiando un bicchiere di vino mi rispose: sono per i suoi figli tesoro. Un giorno te li faró conoscere,hanno all'incirca la tua età. La guardo stupita e gli chiedo, Mamma che bisogno c'era di dare le mie cose,c'è un negozio di giocattoli proprio dall'altra parte della strada. Vedo mia madre avvicinarsi a me e accarezzarmi i capelli lentamente. "Tesoro non possono permetterselo,costano troppo per loro". È stato allora che ho realizzato che forse ero più fortunata di quanto credessi,l'idea che loro non potevano giocare con i miei stessi giocattoli per qualche motivo mi fece sentire un senso di tristezza. Quel Natale avevo fatto una lista ancora più lunga dell'anno precedente e come da copione ogni mia richiesta era stata esaudita. Nel giro di pochi giorni presi la decisione di voler regalare gran parte dei miei regali ai figlia di Tiana,così quello stesso giorno insieme a mia mamma decidemmo di andare a casa loro che si trovava a pochi isolati dalla nostra. Una volta arrivate notai subito che oggettivamente la casa non era oggettivamente bella come la nostra,anzi era parecchio vecchia . Suonai al campanello e a da aprirmi fu un bellissimo bambino poco più grande di me con dei bellissimi occhi color nocciola e dei capelli color nutella,che però la mamma mi diceva sempre di non mangiare perché faceva male. Mi ricordo ancora i nostri occhi che si fissarono intensamente per la prima volta. Piacere Aaron..parlò lui. Jennie ricambia il saluto. Sono qui per darvi questi,ho pensato che vi avrebbero fatto piacere. Per me e mia sorella? vi ringrazio ma non posso accettare. Ti prego io ne ho molti non saprei che farmene. Eh va bene disse Aaron. Mi farebbe piacere se li aprisse adesso. Comunque io sono Nessa!adoro il tuo vestito! Grazie,anche te sei molto carina. Li guardò mentre scartano i regali,il primo fu Aaron. Ohh! Una macchina telecomandata,io amo le macchine! NON CI CREDO URLÒ NESSA,GUARDA MAMMA QUESTA È LA BAMBOLA CHE TANTO VOLEVO,SEI FANTASTICA JENNIE. Corse verso di me e mi abbracciò,da quel momento io e lei diventammo inseparabili. [PRESENTE] Mi accorgo che una lacrima mi solcava il viso,quella scena mi aveva fatto rivivere la mia infanzia. Mi dirigo all'agenzia dove avevo uno photo shooting. Quel giorno avrei dovuto scattare delle foto con un modello molto conosciuto in Francia. La costumista mi da i vestiti che avrei dovuto indossare.
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Per quanto amassi fare la modella odiavo il contatto fisico. Iniziamo a scattare facendo varie foto che sarebbero finite sulla rivista di Vogue Paris. Domani invece era prevista la serata del tappeto rosso e fotografi,poi finalmente sarei ritornata a NY. Giorno dopo -0re 21:00 Finisco di prepararmi aggiustandomi il trucco,quella sera avrebbero dovuto avere occhi solo per me.
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Ovviamente stava andando tutto troppo bene... Mentre sto parlando con alcuni fans sento una voce chiamarmi. Jennie!da quanto tempo cara.. Mi giro e la vedo,Madison Connor. La più grande stronza che avessi mai conosciuto.